AlpinismoAlta quota

Everest: muore al campo base il figlio di Ang Rita Sherpa

Everest base camp (Photo courtesy himalayanglacier.com)
Everest base camp (Photo courtesy himalayanglacier.com)

KATHMANDU, Nepal — E’ collassato ieri nella sua tenda, probabilmente a causa del mal di montagna, il figlio maggiore di Ang Rita Sherpa, leggendario alpinista nepalese che ha salito l’Everest senza ossigeno per 10 volte. Si tratta del primo decesso della stagione al campo base dell’Everest, situato a 5.300 metri di quota.

La notizia della morte di Karsang Namgyal Sherpa, 40 anni, è stata diffusa nelle scorse ore dall’agenzia nepalese Prestige Adventure agency che ha organizzato la spedizione di cui lo sherpa era una guida d’alta quota.

Secondo quanto riferito dal responsabile dell’agenzia Dambar Parajuli all’Afp, poco prima del decesso il giovane aveva segnalato al suo team di non sentirsi bene. Poi sarebbe entrato nella sua tenda e avrebbe perso conoscenza, spirando nel pomeriggio. La causa apparente della morte sembrerebbe essere il mal di montagna, in ogni caso sul corpo dello sherpa verrà eseguita un’autopsia nei prossimi giorni a Kathmandu.

Ang Rita Sherpa (da non confondersi con l’Ang Rita Sherpa responsabile dell’Himalayan Trust, fondazione voluta da Sir Edmund Hillary) oggi ha 64 anni. Conosciuto anche col soprannome di “Snow Leopard”, è uno dei più celebri alpinisti nepalesi e ha salito l’Everest senza ossigeno 10 volte tra il 1983 e il 1996, prima di ritirarsi per motivi di salute.

Karsang stesso aveva salito l’Everest diverse volte e lavorava abitualmente sul Tetto del mondo come guida delle spedizioni commerciali. Quest’anno faceva parte di una spedizione di 11 persone tra cui tre iraniani e un tedesco.

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