AlpinismoCronaca

Mario Merelli, un alpinista d’altri tempi

BERGAMO — Mario Merelli era nato a Vertova il 2 luglio del 1962. Viveva a Lizzola, sulle Orobie della Alta Valle Seriana e le montagne erano la sua casa e la sua vita. Aveva iniziato ad “andar per monti” insieme al padre Patrizio Merelli, una guida alpina, poi alla fine degli anni ’90 erano arrivati gli ottomila, la sua grande passione. In tanti anni di alpinismo ha affrontato molti momenti duri, preso decisioni difficili, mettendo sempre al primo posto, quando c’era da scegliere, gli amici, la lealtà e la prudenza. Solo una settimana fa ci aveva confidato l’obiettivo della prossima estate: voleva tornare in Karakorum e tentare il Nanga Parbat, uno dei 4 ottomila che mancavano alla sua collezione.

La prima avventura in Himalaya è stata con lo Shisha Pangma nel 1998: quella volta raggiunse quota 7800 metri insieme a Andreino Pasini e Luca Negroni. Raggiungerà la cima Middle due volte, nel 2003 e nel 2005. Poi l’anno dopo Merelli ha subito guardato “più in alto”, verso la cima più alta di tutte.

Il primo tentativo all’Everest è arrivato infatti nel 1999 lungo il versante nord: raggiunse quota 8200 metri. L’anno dopo ci tornò con l’amico Silvio Mondinelli ed Edurne Pasaban, ma le pessime condizioni della montagna non gli permisero di arrivare in cima, cima che invece raggiunse nel 2001: sempre con Mondinelli e la Pasaban ma dal versante sud. Ancora Merelli arrivò in vetta al Tetto del mondo dal versante nord nel 2004, nell’ambito della spedizione K2 2004 guidata dal capo spedizione Agostino Da Polenza: insieme a Karl Unterkircher, Alex Busca e a Claudio Bastrentaz portò in vetta il Georadar, lo strumento per misurare l’altitudine della montagna.

Nel 2002 conquistò il Makalu dalla “Via de Francesi”, insieme a Silvio Mondinelli, Carlos Pauner ed Edurne Pasaban. Lo stesso anno tentò anche l’Annapurna, ma si fermarono intorno ai 6500 metri. La vetta della montagna arriverà nel 2005 dal versante nord insieme, agli amici Mario Panzeri e Daniele Bernasconi, lo stesso anno in cui raggiunse anche la cima del Broad Peak. Sempre nel 2005 Merelli divenne un Ragno di Lecco. Mentre nel maggio 2003 al Kangchenjunga aprì una nuova via sul versante sud, “La luce del Nirvana”: era insieme a Silvio Mondinelli, Carlos Pauner, Kristian Kuntner.

Nel 2006 è stata la volta del Gasherbrum II, nel 2008 del Lhotse, dove arrivò in cima senza l’amico Marco Zaffaroni con cui ha condiviso anche le spedizioni degli anni successivi. Nel 2009 ha raggiunto la cima del Cho Oyu. Nel 2010 tentò il K2 insieme all’amico Marco Zaffaroni, mentre la primavera scorsa riuscì a raggiungere la cima del Dhaulagiri, da solo in mezzo alla nebbia. Era il suo terzo tentativo: il primo risaliva al 2001, il secondo nel 2007 condotto insieme tra gli altri a Mario Panzeri, conclusosi tragicamente con la morte dell’amico e compagno di spedizione Sergio Dalla Longa.

Per completare la collezione dei 14 ottomila gli mancavano ancora 4 cime: quella del Nanga Parbat, che stava pensando di tentare la prossima estate, quella del Gasherbrum I, del Manaslu e del K2.

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6 Commenti

  1. Non so ancora se credere a quanto ho appena appreso, ho guardato internet perche non ci volevo credere.
    Chi ti conosceva sapeva del tuo gran cuore e del bene che avevi e stavi facendo per gli altri, mancherai a tutti coloro che ti volevano bene e che ome te amano lamontagna.
    Da lassù potrai vedere ciò che amavi, le tue montagne.
    Per sempre nei miei ricordi. Ciao

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