La ninfa e i mille colori del lago di Carezza
NOVA LEVANTE, Bolzano — I mille colori del lago di Carezza, con le sue sfumature dal verde al cobalto, dall’indaco al violetto, hanno ispirato una curiosa leggenda. La storia racconta che nell’antichità le acque del lago fossero la casa di una bella ninfa che spesso sedeva sulla riva cantando e pettinando i lunghi capelli. I lunghi boccoli biondi risplendevano al sole, ma appena un umano si avvicinava al lago la ninfa si rituffava nelle onde e scompariva.
Sul massiccio del Latemar, però, viveva uno stregone, che dalla cima era riuscito a vedere la bella ninfa e se ne era perdutamente innamorato: decise di rapirla per farne la sua sposa, ma invano usò tutti gli stratagemmi per avvicinarla. Lei gli sfuggiva sempre e lui, disperato, si rivolse a una strega che abitava sul Catinaccio, un altro monte nelle vicinanze.
La megera gli consigliò di fabbricare un arcobaleno, che unisse il lago alla vetta del Latemar in modo che la ninfa fosse spinta a uscire dalle acque, rosa dalla curiosità. A quel punto lo stregone, vestito da mercante, avrebbe dovuto offrirle dei gioielli talmente belli da riuscire ad attirarla nel bosco. Il mago fece quanto gli era stato consigliato. Il giorno dopo, un magnifico arcobaleno splendeva nel cielo terso come un ponte tra lago e montagna. La ninfa uscì per ammirarlo, ma lo stregone, dimenticando di travestirsi da mercante, le corse incontro per afferrarla, ancora una volta senza riuscirci. In preda all’ira, spaccò l’arcobaleno in mille scintillanti pezzi che finirono nel lago, donandogli i colori che oggi lo rendono così suggestivo.