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La Convenzione delle Alpi compie 20 anni. La Cipra: ora si passi dalle parole ai fatti

La nascita della Convenzione delle Alpi
La nascita della Convenzione delle Alpi (Photo www.cipra.org)

VADUZ, Liechtenstein — Il 7 novembre la Convenzione delle Alpi ha spento le sue prime venti candeline. La Convenzione costituisce un concreto esempio di cooperazione transfrontaliera all’interno dell’Arco Alpino. A distanza di vent’anno tuttavia, gli Stati alpini che la compongono continuano a sottostimare la reale importanza di questa istituzione e a non adoperarsi a sufficienza nel perseguire politiche e provvedimenti necessari alla vita delle montagne. Questo almeno il parere della Cipra che lancia quindi un appello per passare dalla teoria alla pratica.

Era il 7 novembre 1991. I ministri dell’Ambiente degli otto Stati alpini – Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Principato di Monaco, Slovenia e Svizzera – e dell’Unione europea sottoscrissero a Salisburgo, in Austria, la “Convenzione per la protezione delle Alpi” (Convenzione delle Alpi). L’approvazione del trattato internazionale è stata preceduta da un lungo lavoro di preparazione svolto dalla Cipra – Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi. Anche successivamente la Cipra ha proseguito a dare il suo attivo contributo al trattato in qualità di osservatrice. Oggi però, a a vent’anni dalla sottoscrizione, molto ancora rimane da fare e così esorta gli Stati alpini e l’Unione europea a prendere coscienza dei punti di forza del trattato e a infondere nuova vita a questo importante strumento di cooperazione con un’adeguata dotazione di mezzi finanziari.

Dalla cooperazione internazionale si sono sviluppate, in particolare, importanti reti, come la Rete di comuni “Alleanza nelle Alpi”, la Rete delle aree protette alpine Alparc, l’associazione “Città alpina dell’anno” o il Comitato scientifico internazionale ricerca alpina ISCAR. Tutte queste organizzazioni praticano un quotidiano lavoro di attuazione orientato allo sviluppo sostenibile, come previsto dalla Convenzione delle Alpi. Ciò dimostra, secondo la Cipra, che il trattato ha un grande potenziale e offre una buona base per la cooperazione transfrontaliera.

Mentre queste reti operano vicino alla popolazione e con i loro progetti danno una maggior concretezza alla formula dello “sviluppo sostenibile”, negli ultimi anni gli Stati sarebbero stati meno operativi, e si sarebbero limitati a siglare accordi e a stilare carte, senza però prendere decisioni risolutive o coraggiose. In questa direzione sono andati negli ultimi tempi i moniti della Cipra rivolti ai governi e ai ministri per l’ambiente. E’ necessario che la Convenzione possa attuare progetti a livello locale, che gli Stati alpini diano alla Convenzione un profilo riconoscibile, affinché il trattato acquisti visibilità e possa essere utile alla popolazione

Per rendere tangibile lo sviluppo sostenibile, come previsto dalla Convenzione delle Alpi, è indispensabile, oltre alla volontà politica, disporre degli adeguati mezzi finanziari. “È giunto il momento di passare dalle parole ai fatti – afferma infatti nel comunicato ufficiale Andreas Götz, direttore della Cipra Internazionale.

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