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Karakorum: Moro guida la corsa alle invernali

Simone sul Makalu <br> (Photo simonemoro.blogspot.com)
Simone sul Makalu (Photo simonemoro.blogspot.com)

BERGAMO — Conto alla rovescia per le spedizioni invernali in partenza per il Karakorum. Sarà infatti una stagione eccezionalmente ricca di emozioni quella che riserva il mondo dell’alpinismo: ben 4 i team internazionali sono diretti su 4 dei 5 ottomila che non sono mai stati saliti d’inverno nella storia dell’umanità. Nanga Parbat, Broad Peak, GI e GII: su quest’ultimo tenterà l’impresa ancora una volta Simone Moro, che insieme a Denis Urubko proverà a bissare l’epocale successo dell’anno scorso al Makalu. Con loro ci sarà anche l’alpinista americano Cory Richards.

Partiamo quindi dalla spedizione italo-kazaka-americana. Moro, Urubko e Richards partiranno il 27 dicembre, a inverno incominciato quindi, e tenteranno di salite il GII replicando la strategia che si era rivelata vincente nel duro inverno himalayano.

“Mi aspetto di trovare l’inverno pakistano – ha detto Moro -, quello che conosco. Un inverno durissimo, probabilmente più duro di quello himalayano e non è un caso che tutti i 5 ottomila del Pakistan non siano ancora stati saliti d’inverno. Mi aspetto di trovare anche quella cordata vicente che è stata quella con Denis Urubko negli ultimi 11 anni. Spero di poter arrivare ed essere veloci e leggeri, come siamo stati al Makalu. Per questo ci acclimateremo su un’altra montagna: saliremo una cima lì vicino di 6mila metri, dalle parti di Skardu, in modo da essere pronti in fretta. Comunque quest’anno siamo in tanti in Karakorum: si vede che abbiamo fatto venire l’appetito delle invernali agli alpinisti, sono contento che si torni a pensare a questo tipo di sfide”.

Insieme al dream team del Makalu ci sarà quest’anno Cory Richards, che lo scorso gennaio ha scalato il Pilar Central della parete Sud-Ovest Taboche (6.495 metri) insieme allo statunitense Renan Ozturk. Un anno prima aveva stabilito una nuova via con Ines Papert sulla parete Nord del Kwangde Shar (6.093 metri) e questa primavera ha raggiunto la vetta del Lhotse, nel gruppo di cui faceva parte anche Tamara Lunger. Un trio interamente sponsorizzato dalla The North Face.

Vicini a Moro e Urubko ma su un’altra montagna saranno gli alpinisti della spedizione al GI. Il team inizialmente doveva essere composto solo dall’austriaco Gerfried Göschl, dal basco Álex Txicon e dal canadese Louis Rousseau. Poi si sono uniti al gruppo anche Roberto ‘Gorri’ Rojo e Dan Bowie e, come supporto al campo base, i canadesi Jacques Olek e Pierre Masson.

La squadra al GI non solo vorrebbe compiere la storica prima invernale dell’ottomila pakistano, ma anche salire lungo una via nuova. La decisione finale però, in merito a quale via seguire, verrà presa non appena tutti saranno installati al campo base, dopo cioè aver verificato personalmente le condizioni della montagna.

Al Broad Peak ci saranno invece i polacchi guidati da Artur Hajzer, già protagonista, insieme al mitico Jerzy Kukuczka, della prima invernale all’Annapurna nel 1987. Il suo curriculum annovera sei ottomila e svariate nuove vie, come la parete nord-est del Manaslu nel 1986, lo sperone est dello Shisha Pangma nel 1987 o il sud-est dell’Annapurna est nel 1988.

La spedizione, che tenterà la salita dalla normale, nasce nell’ambito del progetto Polish Winter Himalayan Mountaineering 2010-2015, supportato dal Ministero dello Sport e del Turismo del Governo polacco. Della squadra faranno parte, oltre ad Hajzer, otto alpinisti: Rafal Fronia, Jaroslaw Gawrysiak, Arkadiusz Grzadziel, Marcin Kaczkan, Robert Kazmierski, Jerzy Natkanski, Krzysztof Starek e Robert Szymczak.

Tenteranno la prima invernale al Nanga Parbat invece, altri due giovani e forti alpinisti polacchi. Si tratta di Tomasz Mackiewicz e Marek Klonowski che nel 2008 hanno realizzato un’importante ascensione invernale al Mount Logan, la difficile seconda montagna canadese, per la quale hanno ricevuto il premio Kolosy 2008. E’ possibile ma ancora non sicuro, che possano essere accompagnati da un alpinista russo del quale ancora non si conosce l’identità.

Quattro spedizioni quindi a caccia della prima invernale in Karakorum, un obiettivo che di certo passerà alla storia. Molto duri infatti, sono gli inverni sulla catena pakistana, anche più duri che in Himalaya. Venti forti e temperature bassissime metteranno a dura prova gli alpinisti. Le spedizioni saranno totalmente sole e isolate per settimane, la pazienza sarà non solo utile ma necessaria perché rare sono le occasioni di bel tempo da sfruttare per i tentativi di vetta. Una sfida epocale quella che sta per cominciare e che Montagna.tv seguirà da vicino nei prossimi giorni.

Il 27 dicembre iniziamo col regalarvi una speciale videointervista doppia a Simone Moro e Denis Urubko, che abbiamo girato poche settimane fa. I due fortissimi alpinisti svelano strategie, tattiche, paure e aspettative per questa eccezionale avventura che sta per cominciare. Non perdetevela!

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2 Commenti

  1. ke bello… un giorno magari ci arriverò anke io a fare qualke invernale del genere… mi accontenterei anke di qualke 6mila minore….

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