AlpinismoAlta quota

Himalaya, chi si ritira e chi tenta in solitaria

Alberto Zerain (Photo www.albertozerain.com)
Alberto Zerain (Photo www.albertozerain.com)

LHASA, Tibet — Niente Horbein Couloir per Alberto Zerain e Carlos Arrieta “Txingu”. I due baschi hanno tentato nei giorni scorsi la salita ma sono stati travolti da una valanga e sfiorati da un’altra. Il pericolo corso li ha portati a rinunciare alla difficile via dei giapponesi, ma Zerain oggi ha improvvisamente cambiato opinione sull’idea di tornare a casa, e ha anzi deciso di provare in solitaria la normale del versante nord dell’Everest. Al Cho Oyu alcuni team hanno deciso di rientrare: tra questi Anna Torretta che, un po’ per gli incidenti incorsi agli sherpa un po’ per il vento troppo forte, ha preferito chiamarsi fuori.

“La montagna ci manda a casa” – scriveva Alberto Zerain domenica scorsa sul blog della sua spedizione, ma forse erano parole dette sull’onda della paura provata lo scorso weekend sulla via dei Giapponesi. Perché nonostante lo spaventoso racconto del tentativo di salita all’Hornbeirn Couloir, l’alpinista basco ha deciso di sfruttare gli ultimi giorni del suo permesso alla nord dell’Everest, salendo in solitaria dalla via normale.

La notizia arriva dal sito della spedizione italiana che in queste ore, al campo base avanzato della parete, si prepara al suo tentativo dalla stessa via tentata dai baschi e al contempo porta avanti la propria missione di pulizia sul versante tibetano della montagna.

“Non riuscendo a stare fermo al Campo base – dice Edmond Joyeusaz sul sito web del team di Courmayeur-, Zerain improvvisamente ha deciso di tentare una scalata in solitaria sulla via ‘normale’ da solo senza alcuna assistenza. Il suo compagno Juan Carlos naturalmente non se l’è sentita di accompagnarlo. Si tratta sicuramente di un progetto ambiziosissimo, visto che sulla via normale non c’è nessuno. Infatti, quest’autunno stranamente non c’è nessuno oltre a noi su questo lato della montagna. Aveva un zaino spaventoso, vicino ai venti chili, con tenda, attrezzatura alpinistica e viveri per cinque giorni”.

La decisione di Zerain giunge inattesa soprattutto visto il racconto di quanto accaduto sulla via dei giapponesi lo scorso fine settimana. “Durante la salita, all’alba sulla destra un’enorme valanga ci ha salutato – scriveva infatti il basco domenica scorsa sul suo sito -. Ci ha fatto rizzare i capelli in testa. Dovevamo ancora decidere se attaccare dalla via dei Giapponesi o meno e fin dall’inizio della scalata ha continuato a nevischiare. Avevo chiesto a me stesso e a Txingu se non fosse stato meglio salire al collo Nord dell’Everest per approfittare della giornata. Stavamo valutando l’itinerario più alla nostra portata quando si è staccata una valanga e il vento ci ha buttato addosso la neve. Siamo scivolati giù con la neve polverosa per quasi 100 metri, sentendo sui nostri caschi la ‘carezza’ di alcuni pezzi di ghiaccio. Stavamo rientrando con le orecchie basse quando vedo arrivare la seconda valanga, la sorella maggiore. Siccome ci trovavamo abbastanza in basso abbiamo potuto correre e mettere distanza tra noi e la valanga che, stavolta, si è dovuta accontentare di schizzarci e annebbiarci la vista”.

E come all’Everest anche al Cho Oyu le slavine continuano ad interessare la montagna, sferzata, a quanto pare, da forti venti sopra campo 3. Proprio per queste ragioni Anna Torretta avrebbe deciso di rinunciare alla sua scalata. “Ieri valanga sopra campo 3 – riferisce infatti l’alpinista valdostana -,  5 sherpa sono stati travolti, uno è grave. Per rispetto dei feriti e di questa gente e per me, i giochi sono chiusi….abbiamo tentato di salire in questi giorni ma le condizioni non lo permettono. Placche a vento troppo pericolose e neve con vento molto forte tra campo 3 e vetta”.

La Torretta non è comunque l’unica a lasciare la montagna. Anche la spedizione americana dell’International Mountain Guide, guidata da Mike Hamill, ha deciso di fare dietro front. Secondo quanto riferisce Explorersweb infatti, le condizioni sopra campo 3 li avrebbero indotti a rinunciare al tentativo di vetta, in quanto nell’ultimo tratto la montagna sarebbe sotto venti di bufera.

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