AlpinismoAlta quota

Anna Torretta e Tamara Lunger verso il Cho Oyu

Cho Oyu (Blair800.com)
Cho Oyu (Photo Blair800.com)

LHASA, Cina – E’ partita sabato Anna Torretta, l’alpinista valdostana fresca della spedizione estiva nel profondo Afghanistan, che tenterà ora il suo primo ottomila. Parte invece domani l’altra italiana diretta al Cho Oyu: Tamara Lunger, che la scorsa primavera ha salito il Lhotse, sua prima vetta himalayana. La 24enne bolzanina tenterà il gigante tibetano con un’americana, poi vorrebbe provare anche lo Shisha Pangma.

Sarà un’estate affollata al campo base del Cho Oyu. Tante infatti le spedizioni in partenza per il colosso himalayano, posto sulla linea di confine tra Cina e Nepal e con i suoi 8.201 metri, il sesto monte più alto della Terra. Diverse quelle provenienti dall’Italia, tra queste ci saranno anche le due alpiniste italiane: Anna Torretta, classe ’71, pluri-campionessa di arrampicata su ghiaccio e amante dell’alpinismo esplorativo, e Tamara Lunger, giovane promessa dell’alpinismo e campionessa dello scialpinismo

“Parto con una spedizione commerciale trentina – dice Anna Torretta -, poi troverò al campo base anche altri valdostani, io però salirò da sola. La mia idea è di andare con gli sci, ma dipenderà ovviamente dalle condizioni in cui troverò la montagna. In questo momento la situazione meteorologica è piuttosto incerta, ma è probabile che il tentativo di vetta arriverà nell’ultima settimana di settembre. Sono molto curiosa di vedere il Tibet che non ho mai visto, e sono molto curiosa di vedere quanto freddo farà. Quello che mi preoccupa di più è di avere freddo a mani e piedi, di avere problemi per la quota”.

Lascerà l’Italia invece martedì Tamara Lunger, la giovane alpinista altoatesina che già nell’autunno scorso era partita insieme a Simone Moro, Hervè Barmasse, Emilio Previtali e Lizzy Hawker verso il Cho Oyu. Nel 2009 la spedizione non era riuscita ad arrivare alla montagna tibetana perché bloccata in Nepal a causa dell’improvvisa chiusura delle frontiere cinesi.

“Parto da sola dall’Italia con un gruppo organizzato dall’agenzia Asian Trekking – dice la Lunger, che la scorsa primavera ha salito il suo primo ottomila, il Lhotse -. Inizialmente dovevo partire con alcuni ragazzi che avevo conosciuto al campo base di Everest sud e Lhotse, poi però si sono tirati tutti indietro per ragioni economiche. Questo un po’ mi ha scoraggiato all’inizio, ma poi mi sono detta: è il mio sogno, quindi vado e poi vediamo, magari incontro anche qualcuno con cui salire. In ogni caso un’avventura così mi farà guadagnare molta esperienza e mi insegnerà anche a fare le cose da sola. Quando l’ho detto a Simone Moro mi ha detto: vai tranquilla, vedrai che troverai tante persone. Dovrei poi incontrare al campo base una ragazza americana che non conosco e che dovrebbe salire con me e con un suo sherpa”.

“Avevo pensato di salire da una variante della normale insieme a un amico alpinista argentino – continua la Lunger -, ma anche lui alla fine non verrà, quindi penso che salirò dalla normale, senza sherpa perché mi sembra uno modo di salire più vero. Voglio scalare anche senza ossigeno questa volta: al Lhotse l’avevo usato dagli 8100 metri in su perché avevo freddo ai piedi, questa volta però non lo porto con me: se non ce la faccio scendo”.

Ma il Cho Oyu non è l’unico obiettivo dell’alpinista altoatesina, ormai lanciatissima sugli ottomila. La Lunger infatti vorrebbe anche tentare lo Shisha Pangma. “Mi unirò a un gruppo organizzato sempre dall’Asian Trekking – conclude -, potrò utilizzare le loro tende così dovrei andare più veloce. Qui sarò totalmente da sola”.

Tags

Articoli correlati

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close