AlpinismoAlta quota

GI, Da Polenza: installato il campo base avanzato

Agostino da Polenza al "campo casa" del GI
Nord del GI, Agostino da Polenza al "campo casa" (Photo S. Mondini)

KASHGAR, Cina — Abbiamo il Campo Base Avanzato sotto la montagna. Daniele, Hervé e Mario si fermano lì. Tutti gli altri scendono al “Campo Casa” dove ci troviamo io e Stefania. “E’ stata una giornata stressante – mi hanno detto – nevicava anche se non molto, e ogni mezz’ora qualcuno ci chiedeva se eravamo arrivati all’Abc”. Ecco il report di Agostino Da Polenza sulla giornata odierna, che ha portato finalmente gli alpinisti ad installare l’Abc sotto la parete Nord del GI.

Allo “Store 2” questa mattina c’era una spruzzata di neve. Alle 8 la radio ha gracchiato, Mario aveva acceso la sua e così ho appreso che comunque tutto procedeva. L’ufficiale di collegamento cinese che è anche un porter, Mr Han, non sapeva se lui e il cuoco dovevano rimanere lì o andare con tutti gli altri al base avanzato.

L’Abc è ad 8 ore di strada. Bisogna superare un colle a 4800 metri tra i ghiacciai Gasherbrum North e Urdok, calarsi poi su quest’ultimo, attraversarlo in parte, e si è arrivati. Facile che a Mr Han siano venuti dei dubbi. I portatori Kirghisi con i loro asini nonostante il freddo e il nevischio sono decisi a proseguire e raggiungere l’Abc.

Mario vuole sapere che fare. Insieme concordiamo che tutti devono portarsi all’Abc oggi, anche se il tempo è brutto. Domani gli asini non hanno più cibo e qui gli asini contano più degli uomini. Bisogna che i nostri si installino lì, se vogliamo fare un tentativo sulla parete.

Passo la radio a Mr Aili, la mia guida (?) e interprete – parla abbastanza correttamente iuguro, kirghiso, cinese e inglese – perchè convinca Mr Han e il cuoco a salire all’Abc. L’operazione riesce con una inaspettata rapidità. Sospetto che Mario stia minacciando con una piccozza il cinese… Qui al “campo casa” è rimasto il capo dei portatori kirghisi ad accudire i 19 cammelli che aspettano di essere riportati a valle. Si chiama incredibilente Daniel, non so per quale questione fonetica.

Rimane il fatto che lui è il capo essendo il più anziano e autorevole. Ha voluto che gli passassi un portatore/cammelliere, certo Hurdur, per incitarli a portare a termine il lavoro con onore e dedizione. La conversazione e la situazione erano irreali. Lui con il suo cappotto, cappello di panno, barba e occhi vispi, di fronte alla radio ricetrasmittente che incitava i suoi con frasi dette a petto in fuori, da gran capo. Io che aprivo e chiudevo la connessione, Mario dall’altra parte con il suo Kirghiso rispondente che faceva lo stesso, borbottando “e ciao…”.

Risultato: andranno all’Abc, almeno speriamo. Daniel, che ieri ho scoperto essere stato uno dei miei cammelieri e portatori del 1983, ha chiesto ai suoi di portare pazienza. I nostri ragazzi sono giovani e hanno tanta voglia di andare sulla montagna. “I miei camel driver sono forti e vi aiuteranno” mi ha ripetuto.

Tutti d’accordo quindi. Questa di oggi è la prova del 9 della riuscita logistica di questo complesso, intricato e faticoso, non solo fisicamente, approccio al Gasherbrum I. Ogni pensiero positivo qui è utile.

La mattina è passata tra nubi basse e fredde folate di vento che scuotevano le tende. Stefy ha deciso di insegnare al nostro cuoco cinese la preparazione della pasta al pesto. Nella realtà, come bollire la pasta visto che il pesto era già in grandi vasi mandati dall’Italia. Il cuoco se l’è cavata in maniera eccellente. Aili ha mangiato con noi mantre l’interprete dei tre ragazzi – che interprete non è e ha una predisposizione per l’intrigo interessato – ha subito sentenziato che quello non era un cibo musulmano.

Daniel che è anche Iman, invece, apprezza enormemente il nostro caffè fatto con la moka e non perde occasione per farsene offrire una tazza. Anche stamattina ha fatto pascolare i cammelli che si disperdono dopo poco nella chilometrica vallata di ghiaia che ci accoglie a brucare i rari cespugli verdi, adorni di splendidi fiori viola. Un contrasto formidabile con il deserto che ci sta attorno e sopra. Ma le grazie dei fiori non attenuano il mefitico olezzo che le ruminanti bocche spargono a parecchi metri da loro.

Con Mario ci siamo dati appuntamento alle due del pomeriggio. Sono passate da un po’, ma proprio ora mentre scrivo mi fanno sapere che sono arrivati all’Abc e che i portatori stanno rientrando. Bene. E’ uscito anche il sole e ora mi preparo un caffè. S’è fermata l’aria e sembra spuntare un pò di sole.

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