Alpinismo

Da Polenza: va ritrovata la passione

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BERGAMO — Quando ho pensato, realizzato e inventato il Meeting delle Montagne – Grignetta d’Oro, insieme con l’amico Pinuccio Castelnuovo, pensavo agli amici francesi dell’ENSA che ogni anno si trovano a Chamonix per raccontarsi l’attività svolta. Un’occasione per tanti e per tutti, per parlare con i colleghi, per incontrare giornalisti, per fare clan, per dibattere di idee, per fare progetti e forse trovare sponsor…

Insomma, una due giorni degli uomini della montagna, forse un po’ autocelebrativa, certo, ma con tante cose diverse da vedere, dove l’eccellenza tecnica dell’iper-arrampicatore potesse diluirsi nella ricerca di falesie in regioni remote e sconosciute, o nell’alta quota di pareti e montagne, note o meno.
 
Ma anche una due giorni aperta al confronto tra specialisti di diverse discipline, sulle tecniche, i prodotti, le immagini, la comunicazione e il modo per esprimerla, i soldi. Sì, anche i soldi, che “non sono tutto” ma servono. Anche quando, con un po’ di ideologia di troppo, si pensa agli sponsor (quelli che trovano gli altri) come a corruttori d’anime belle.
 
Ci sarebbe poi da discutere di sport (l’alpinismo lo è? Non lo sappiamo ancora), di doping (l’assunzione di ossigeno in quota lo è?), di farmacie iper fornite ai campi base e di farmaci assunti in palestra e sotto le falesie; di rapporti tra le generazioni, di cultura e letteratura, di rapporti con i popoli che gli alpinisti incrociano nei loro viaggi, di cooperazione internazionale e aiuti umanitari.
 
Dio mio, di queste cose si potrebbe parlare utilmente e con passione al Meeting della Montagna.
 
L’importante sarebbe ritrovare la passione e l’utilità del meeting che sembra essersi un po’ smarrita.
 
 
 Agostino Da Polenza

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