AlpinismoAlta quota

K2, quest'anno molta neve e salite al femminile

K2
Neve sul K2 e sul ghiacciaio (Photo Ludo Challeant)

ISLAMABAD, Pakistan — Il K2 è carico di neve, e così anche le montagne circostanti. Queste le prime notizie dalle spedizioni alpinistiche estive, che stanno prendendo posizione ai piedi dei giganti del Karakorum. Tra montaggio dei campi base e primi giri di acclimatamento, quasi tutti gli alpinisti sono nel pieno dei preparativi per le salite. Fra loro, diverse donne: tutte dirette al K2.

Fra i primi a dare notizie sulle condizioni del Karakorum ci sono Alberto Inurrategi, Mikel Zabalza e Juan Vallejo, appena giunti al campo base del Broad Peak dove vogliono aprire una via nuova in stile alpino -. “C’è molta neve quest’anno – ha detto Inurrategi -. Nelle ultime settimane ci sono state forti nevicate e il Braldo è quasi secco. Significa che lo scioglimento primaverile è ancora indietro”.

“E’ un paradiso per scialpinisti – fa eco l’italiano Giuseppe Pompili -. Peccato che non abbiamo portato gli sci con noi”. Pompili, 47 anni, membro dell’Esa, è partito dall’Italia il 7 giugno con Adriano Dal Cin e Sergio Valentini. Vogliono tentare il K2 senza ossigeno. L’alpinista emiliano ha già effettuato diverse spedizioni in Karakorum ma non ha mai salito in vetta a uno degli 8000 della zona.

Al K2 ci saranno altre due spedizioni con firma italiana. Quella di Mario Merelli, che partirà dall’Italia il prossimo 28 giugno, con Marco Zaffaroni. E la spedizione di pulizia “Keep K2 Clean” guidata da Maurizio Gallo, che dal 15 luglio in poi puliranno la montagna dalla spazzatura fino all’altezza di campo 3, e forse di campo 4. La spedizione, organizzata nell’ambito del progetto Seed in collaborazione con il governo pakistano e il Pakistan alpine club, sarà composta da 10 portatori d’alta quota pakistani.

Ma sono diversi i nomi noti diretti al K2 quest’anno, tra i quali spiccano quelli di diverse donne. In primis Gerlinde Kaltenbrunner, appena tornata dall’Everest, che domenica 20 giugno lascerà l’Austria per volare in Pakistan con l’inseparabile marito Ralf Dujmovits. Se riuscisse a toccare la vetta sarebbe la prima donna a salire tutti i 14 ottomila della terra senza mai aver fatto uso di ossigeno supplementare.

Poi c’è la polacca Kinga Baranowska, 7 ottomila già saliti, che si è unita al gruppo di connazionali guidato da Boguslaw Ogrodnik e composto da Anna Czerwinska, Darek Zaluski e Marcin Miotk, Tamara Stys e Tomek Kobielski. Il loro obiettivo è il K2 dalla via Cesen. Ma prima di attaccarlo, si acclimateranno sul Broad Peak.

Tra le aspiranti al K2, c’è anche la canadese Meagan McGrath, celebre per le sue spedizioni polari, che vuole salire Broad Peak e K2 con la spedizione commerciale della Field Touring Alpine. La McGrath, 33 anni, maggiore dell’esercito, tenterà il K2 senza ossigeno ma avrà delle bombole di sicurezza con sè. Ha dichiarato che vorrebbe anche lei salire i 14 ottomila. Per ora, ha all’attivo solo un ottomila: l’Everest, salito con tutte le Seven summits negli anni scorsi.

A sognare il K2 e i 14 ottomila c’è infine un’iraniana, Leila Esfandiari, che ha addirittura venduto la sua casa per pagarsi la spedizione in Karakorum. “Il nostro club alpino non ci supporta – ha detto la Esfandiari ad Explorersweb -. Sono pronta ad accettare qualsiasi sponsor straniero e ad aggregarmi a qualsiasi spedizione”. E così, è volata in Pakistan.

Fredrik Eriksson, che al K2 tenterà la salita senza ossigeno e la discesa con gli sci dalla cima, si trova al Laila peak per scendere la Nord con gli sci. Al K2 sono dirette poi, fra le altte, una spedizione coreana capeggiata dal 52enne Myoung-Kwan Cha, e una dell’americano George Dijmarescu, che forse qualcuno ricorderà per essere salito incontro a Marco Confortola nel 2008 mentre scendeva dal K2 dopo il tragico crollo del seracco.

Sugli altri ottomila sono dirette altre spedizioni, tra cui alcune commerciali, che però devono ancora raggiungere i campi base. Solo sul Nanga Parbat i giochi sono avanti. I polacchi di Artur Hajzer sono arrivati a campo 3 e sono pronti a tentare se non fosse per le nevicate.

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