LAUGHLIN, Usa — Rimuovere tutti gli spit da quelle pareti. Questa la rivoluzionaria iniziativa del National Park Service del Nevada, che vuole ripulire la zona del Lake Mead e del Christmas Tree Pass da ogni traccia umana per farne un’area di puro wilderness. Ma la comunità alpinistica non è d’accordo, e negli Usa sta infuriando la polemica.
Sono oltre una trentina le vie di arrampicata esistenti sul Christmas Tree Pass, nel cuore delle Newberry mountains. E sono circa 300 i chiodi che il parco vorrebbe rimuovere da quelle rocce con il “piano wilderness” proposto nelle scorse settimane.
L’iniziativa, senza precedenti, è stata motivata dalle autorità del parco con la volontà di preservare la natura e le risorse archeologiche della zona. Ma la cosa non è per niente piaciuta alla comunità alpinistica, che si sta attivando per impedire l’attuazione del piano tramite l’Access Fund, la lobby statunitense fondata nel 1990 che difende i diritti degli alpinisti, mantiene aperte le aree di scalata e cerca di preservarne l’ambiente.
Perchè, visto che i puristi dell’arrampicata spesso si schierano contro la chiodatura delle vie? “Da decenni la zona è frequentata dai climber – ha fatto sapere il portavoce dell’Access fund che oggi rappresenta 2,3 milioni di alpinisti -. Non può essere chiusa di punto in bianco. Invitiamo tutti i climber a inviare il loro parere: fino al 2 luglio, il piano proposto dal National Park Service sarà aperto ai commenti del pubblico”.
In molti parchi statunitensi come lo Yosemite è vietato piantare nuovi spit. Per, farlo bisogna ottenere delle autorizzazioni particolari e seguire strette regolamentazioni. Ma l’idea di togliere gli spit dalle vie esistenti, non era mai stata proposta da nessun parco Usa.
Info on National Park service wilderness plan.