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Piolets d’Or, Premio alla carriera ad Alexander Odintsov, Menzione speciale a Védrines

Il grande alpinista russo, classe 1957, ha aperto vie in stile alpino in tutto il mondo, prima e dopo la caduta dell’URSS. Il giovane francese, nato nel 1992, continua a stupire con le sue realizzazioni e per i suoi tempi da record sulle Alpi e sui grandi massicci dell’Asia

La giuria dei Piolets d’Or ha deciso. Sarà Alexander Odintsov a ricevere a San Martino di Castrozza, tra il 9 e il 12 dicembre, il Premio alla Carriera dell’edizione 2025. Secondo la motivazione, “la sua carriera ha ridefinito l’alpinismo post-sovietico, ha portato l’arrampicata russa su Big Wall in nuovi continenti e ha ispirato una generazione di alpinisti nei paesi dell’ex-Unione Sovietica”.

Nato nel 1957 a San Pietroburgo (che allora si chiamava Leningrado) Odintsov ha iniziato a arrampicare nel 1975 con il club alpinistico dell’Istituto Minerario della città. Negli anni Ottanta ha vinto vari campionati nazionali, diventando una figura di spicco nel mondo alpinistico dell’URSS, noto per le sue realizzazioni su roccia e misto. 

Alla caduta del Muro di Berlino, Odintsov aveva completato oltre 30 nuove vie nel Pamir Alai e nel Caucaso, con grado russo dal 5B al 6B. Tra queste, la prima ascesa del Zamin-Karor, dell’Asan, del Bodkhona e delle grandi pareti granitiche di Karavshin. Nel 1988, il suo team ha tracciato una nuova via sulla parete Est della cima 4810 del Karavshin, guadagnandosi il primo posto ai Campionati sovietici. 

Fu un punto di svolta per la carriera di Odintsov, che ottenne riconoscimento e supporto. In lui iniziava a maturare l’idea, poi diventata un progetto, di scalare sui Big Wall di tutto il mondo. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica, l’aiuto statale che aveva supportato generazioni di alpinisti scomparve, ma Odintsov trovò una nuova via. 

Nel 1994, lanciò il progetto “The Russian Way – Big Walls of the World”. L’obiettivo era di aprire nuove vie sulle pareti più iconiche della Terra con risorse limitate, in stile alpino o “a capsula” reinterpretando l’eredità della tradizione sovietica. Tra il 1995 e il 2011, nove delle dieci vie del progetto sono state completate.
L’elenco delle realizzazioni di Odintsov e compagni include:

-Peak 4810 m (Pamir-Alai), nuova via sulla parete Est, stile alpino, 1995;
-Ak-Su (Turkestan), nuova via sulla parete Nord, stile alpino, 1996;
-Troll Wall (Norvegia), prima ascensione di Baltika, stile a capsula, 1997;
-Bhagirathi III (Himalaya indiano), nuova via sulla parete Ovest, stile a capsula, 1998;
-Great Trango Tower (Pakistan), via nuova (Russian Route) sulla parete Ovest, stile a capsula, 1999;
-Great Sail Peak (Isola di Baffin), nuova via sulla parete Nord-ovest, Rubicon, stile a capsula, 2002;
-Jannu (Nepal), prima ascensione della parete Nord, 2003-2004 (premiata con Piolet d’Or nel 2005). L’unica in stile himalayano classico;
-Kyzyl-Asker (Kokshaal-Too), nuova via sulla parete Sud-est, stile alpino, 2007;
-Latok III (Pakistan), prima ascensione della parete Ovest, stile a capsula, 2011.

 Queste scalate hanno mostrato come la disciplina, il lavoro di squadra e la perseveranza promossi dalla scuola sovietica si sono potuti evolvere in una forma di alpinismo moderna, leggera e connessa a livello internazionale”, prosegue la giuria dei Piolets d’Or. 

L’eredità di Odintsov va ben oltre le scalate. Iniziò a fare l’allenatore nel 1982 e nei decenni a seguire ha allenato centinaia di alpinisti. Ha fatto da mentore a team di giovani nel Kirghizistan, nel Tien Shan, in Himalaya e nel Karakorum. Ha condiviso la propria esperienza di logistica sulle Big Wall e i principi del lavoro di squadra, la pazienza e la fiducia reciproca in condizioni estreme. Anche Dmitry Golovchenko e Sergey Nilov, entrambi due volte premiati con il Piolet d’Or, hanno descritto Odintsov come loro mentore e guida.

Benjamin Védrines

La Menzione speciale della giuria a francese Benjamin Védrines

Oltre al Premio alla Carriera ad Alexander Odintsov, la giuria dei Piolets d’Or 2025 ha assegnato una Menzione Speciale al francese Benjamin Védrines. “Pensando a quanto raggiunto solamente nelle Alpi, si tratta di performance rivoluzionarie e di livello molto alto, che guardano al futuro dell’alpinismo moderno” si legge nella motivazione.
Tra gli exploit compiuti da Védrines nel 2022 sono la prima trilogia, con Léo Billon e Seb Ratel, delle tre grandi pareti Nord delle Alpi attraverso le direttissime, e cioè la via John Harlin all’Eiger, la Directe de l’Amitié alle Grandes Jorasses e la via Gogna-Cerruti al Cervino. Nello stesso anno, un record di velocità sulla via normale del Broad Peak (8051 metri), con salita in 7 ore e 28 minuti e prima discesa in parapendio dalla cima.

Nel 2023, con Nicolas Jean e Julien Cruvellier De Luze, prima salita della via De l’Or en Barre sulla parete sud della Barre des Écrins (1000 metri, 6a+ A1 M7 WI5+); con Léo Billon, la via Gousseault – Desmaison sulla parete Nord delle Grandes Jorasses in 15 ore da Chamonix alla cima; con Samuel Equy, un nuovo record di 14 ore e 54 minuti sulla classica Haute Route scialpinistica da Chamonix a Zermatt. Poi un’ascensione in solitaria della Cresta integrale di Péuterey in 6 ore e 51 minuti; e, ancora con Jean e Cruvellier De Luze, la prima ascensione di Pulsations (650 metri, 7c+, 7a obbligatorio) sulla parete Sud della Meije.

Nel 2024, con Léo Billon, Védrines ha scalato tre grandi pareti Nord  sulla catena del Bianco in tre giorni consecutivi: la Nord del Dru per la la Voie des Guides (M8+) in circa 10 ore, la via Sermon-Slavik/Rhem-Vimal sulla parete Nord delle Droites (M7+) in 7 ore e 14 minuti, e No Siesta sulla parete Nord delle Grandes Jorasses (M8, WI6) in 12 ore. 

Con Nicolas Jean, seconde discese con gli sci delle linee di Hervé Degonon sulle pareti Nord dell’Ailefroide e del Pic Sans Nom, e prime discese della Voie des Plaques sulla parete Nord-ovest dell’Ailefroide e della parete Nord-nordovest dell’Ailefroide Orientale. Sempre con Jean, discese in sci delle vie Z, Couloir Gravelotte e Les Corridors, sulla Meije e sulla Meije Orientale, in appena 16 ore totali. E poi il nuovo record di velocità sul K2, salendo senza ossigeno supplementare dal campo base avanzato (5350 metri) alla cima in 10 ore e 59 minuti, per poi compiere la prima discesa in parapendio dalla cima. 

Mancano dall’elenco le tante realizzazioni compiute da Benjamin Védrines nel 2025, a iniziare dalla prima salita dello Jannu East (7468 metri), magnifica cima a poca distanza dal Kangchenjunga, compiuta insieme al solito Nicolas Jean. 

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