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Rilassante escursione fino alla vetta del Monte Penegal, in Trentino

La vetta affacciata sulla Val di Non e sulla Val d’Adige si raggiunge senza difficoltà e regala panorami di grande notevolissimi. Una meta da tenere in considerazione tutto l’anno

Andando alla ricerca di vette panoramiche da cui ammirare il paesaggio spesso si devono fare i conti con sentieri che si snodano esposti, almeno per quanto riguarda i tratti che si avvicinano alla vetta. Ma non è sempre così, ci sono gruppi montuosi e rilievi che hanno forme molto differenti nei loro diversi versanti, permettendo di essere salite da declivi dolci oltre che da pareti verticali.

Nelle Alpi Retiche meridionali il monte Penegal con i suoi 1.737 metri ne è un esempio da manuale. Sorge al confine tra le province di Trento e Bolzano e fa parte del gruppo della Costiera della Mendola. Verso la val d’Adige, la Costiera della Mendola scende verticale mentre sul versante della Val di Non digrada dolcemente. Il lato strapiombante di questo gruppo è stato modellato in epoca remota dai ghiacciai e corrisponde all’attuale val d’Adige.

Dalla vetta del monte Penegal si ha un’ampia visuale: su Bolzano, sulle Dolomiti e in particolare Odle, Sciliar, Catinaccio e Lagorai; sulle Alpi orientali tra cui il Gruppo di Tessa, la Catena delle Maddalene, l’Ortles-Cevedale, senza dimenticare le Dolomiti di Brenta e i laghi di Caldaro, di Monticolo e di Santa Giustina, i territori della bassa atesina e la Val di Non.

L’Itinerario

Partenza: Sarnonico (Tn), loc. Fornace
Dislivello:
+ 550 m
Tempo necessario: 4 ore (a/r)
Difficoltà:
E

L’itinerario proposto consiste in un percorso ad anello che si sviluppa nell’alta val di Non e risale il versante occidentale del monte Penegal. Il luogo di partenza si trova in località Fornace nel comune di Sarnonico (TN) nei pressi dell’hotel e ristorante Paradiso, dove si può parcheggiare l’auto.
Si tratta di un percorso escursionistico che non presenta particolari difficoltà o pendenze eccessive, per questo lo si può percorrere sia nella stagione estiva che in quella invernale, durante la quale, naturalmente, va affrontato con ciaspole o sci in caso di fondo innevato.

Si parte prendendo il sentiero che sale dietro il parco del ristorante in direzione nord. Dopo aver percorso 500 metri al bivio si prende verso destra (in questo punto si apre e si chiuderà l’anello dell’itinerario). Si avanza su un sentiero largo con un fondo misto di terra e pietrisco. Intorno si aprono di tanto in tanto radure erbose che lasciano intravedere scorci lontani anche se l’ambiente prevalente è boschivo.
Il sentiero sale con pendenza non eccessiva ma costante in direzione est, puntando fin da subito in direzione della vetta del Penegal. Man mano che si sale di quota le radure più grandi ai lati del sentiero scompaiono e l’ambiente boschivo è costante ma sempre meno fitto. Queste aree in estate sono adibite al pascolo di bovini presenti in alcune malghe che si incontrano sul sentiero.
Il tracciato arriva nei pressi della sommità del Penegal passando prima davanti al Panorama hotel, superato il quale ci si affaccia sulla val d’Adige. Ci sono circa 100 metri di balconata panoramica sulla quale fermarsi ad ammirare il paesaggio e poco oltre si arriva fino alla base di una torre panoramica non più in uso. Sulla cima del Penegal non resta che fermarsi a riposare e con l’aiuto di un meteo terso cercare di individuare cime e località a perdita d’occhio.

Si ritorna nei pressi del Panorama hotel dove si segue il sentiero in direzione nord per circa 300 metri prima di prendere al bivio verso sinistra. Il sentiero procede in discesa costante fino a raggiungere Malga Malosco a quota 1.540 metri dove volendo è possibile fermarsi a mangiare. Sempre in discesa si procede in direzione del rifugio Le Regole. Giunti ad una grande radura dove il percorso spiana, all’altezza del ristorante il Falchetto si prende il bivio in direzione sud e si rientra al punto di partenza.

Da vedere nei dintorni

Castel Firmiano è situato su un risalto roccioso nei pressi di Bolzano e sorge alla confluenza dei fiumi Adige ed Isarco. Dai suoi bastioni domina la vallata dell’Adige ed è uno dei più antichi esempi di architettura difensiva con mura spesse fino a 5 metri. Di esso si hanno evidenze storiche sin dall’anno 945. Nel XX secolo divenne un luogo simbolo dell’autonomia altoatesina – sudtirolese: nel 1957 da qui partì il movimento di protesta guidato da Silvius Magnago. Nel 2006 l’alpinista Reinhold Messner iniziò proprio da Firmian la realizzazione del suo progetto di musei dedicati alla montagna, conosciuto come Messner Mountain Museum.  Castel Firmiano è un luogo che merita una visita per scoprire da vicino storie e cimeli legati alla storia dell’alpinismo.

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