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La ripida salita verso la Valle Lupara e il Monte Sirente

Lo spettacolare sentiero che sale da nord ai 2348 metri del Sirente offre una delle escursioni più belle dell’Abruzzo. Il bosco della parte iniziale permette di affrontarlo anche quando fa caldo. Adatto a escursionisti allenati

Una delle più belle montagne dell’Appennino separa l’Altopiano delle Rocche dalla valle dell’Aterno. Il Sirente, cuore geografico dell’Abruzzo, è una vetta a due facce. A chi lo vede dal Gran Sasso o da Sulmona appare come una bastionata rocciosa larga una decina di chilometri, che alterna speroni e creste imponenti a canaloni innevati fino all’inizio dell’estate.
Al confronto, il versante che digrada sul Fucino ha un tono nettamente minore. Formato da dossi, pianori e valloni modellati dal carsismo, domina il margine settentrionale della piana occupata fino all’Ottocento dal lago. A risalirlo, sia in estate sia d’inverno, dà l’immagine di una montagna solenne e infinita.

Il fascino del Sirente per l’escursionista e lo scialpinista sta proprio in questi contrasti. Se si è saliti dalla Valle Lupara o dal Canalone Majori, l’uscita sui pascoli e i dossi sassosi della cresta è un ritorno al mondo della dolcezza e della luce. Per chi arriva da Ovindoli o Aielli, affacciarsi dall’alto sulla parete è una grande emozione. Gli itinerari sul crinale permettono di apprezzare a lungo il contrasto.
Sulla parete Nord del Sirente, dove speroni rocciosi, torri e canali formano un impressionante labirinto, sono stati tracciati decine di itinerari alpinistici estivi e invernali, spesso di alta difficoltà. Oggi su queste balze si avvistano i camosci reintrodotti a partire dal 2012 dal Parco. 

L’imponente Canalone Majori offre un classico percorso di alpinismo invernale e scialpinismo, ma è troppo ripido e sassoso per consentire un piacevole itinerario estivo. Il sentiero della Valle Lupara, lungo e faticoso ma ben tracciato, merita invece di essere seguito, e grazie all’ombra della parte iniziale è fattibile anche nelle settimane più calde. In presenza di neve o ghiaccio, invece, i traversi della parte centrale del percorso possono essere molto pericolosi.    

L’itinerario: dallo Chalet Sirente alla Valle Lupara e al Monte Sirente

Punto di partenza: Sercinaro (AQ) loc. Chalet del Sirente 
Dislivello: + 1210 m
Tempo: 6 ore a/r
Difficoltà: EE
Periodo consigliato: da luglio a ottobre

Di fronte al posteggio dello Chalet del Sirente, una stradina scende al fontanile e all’area da picnic della Fonte all’Acqua. A destra dell’edificio, si imbocca una strada sterrata indicata da cartelli del Parco e dai segnavia bianco-rossi 15 e 18. Dove il tracciato si biforca (1228 m) si lascia a destra e il sentiero per il Canalone Maiori, e si prosegue nel bosco, nella sinuosa Valle del Condotto.
A un secondo bivio (1300 m, ometti di pietre e segnavia) si lascia il fondovalle, e si salire a svolte nella faggeta, incrociando un’altra carrareccia pianeggiante. Il tracciato, sempre evidente, diventa ripido e faticoso, tocca una vecchia piazzola di carbonai e piega a sinistra con pendenza minore.
Dei tornanti portano a una prima radura e poi a un bellissimo terrazzo erboso (1750 m, 1.30 ore) ai piedi delle torri rocciose e dei canaloni della parte orientale della parete, in vista del trapezoidale Altare della Neviera. Verso nord appare la catena del Gran Sasso. 

Si rientra brevemente nel bosco, poi si sale a ripidi tornanti, alla base di alte pareti rocciose. Si scavalca una forcella, si traversa a destra e si affronta un ampio vallone erboso dominato dalle rocce della cresta sommitale del Sirente. Si sale direttamente, si obliqua ancora a destra e si scavalca una seconda forcella (2050 m) affacciandosi sulla Valle Lupara.
Una aerea e panoramica traversata (attenzione!) porta a un crinale secondario e poi alle ghiaie della Valle Lupara, che si risalgono costeggiando una parete di roccia compatta. Un ultimo tratto ripido e interrotto da elementari roccette porta a uscire (2225 m, 1.30 ore) sui dossi erbosi del versante meridionale del Sirente, in vista del Fucino e della Serra di Celano.
Si piega a destra, si superano delle rampe ghiaiose, poi ci si affaccia sull’impressionante testata del Canalone Maiori. Un tratto a mezza costa, una valletta erbosa e un ultimo tratto su massi e lastroni di roccia portano alla vetta del Sirente (2348 m, 0.30 ore), larghissima ma affacciata su un salto verticale. In discesa, per lo stesso itinerario, occorrono 2.30 ore.

Sirente-Velino, un Parco che cresce

Per anni, gli appassionati di natura hanno considerato il Parco regionale Sirente-Velino un “fratello minore” dei tre Parchi nazionali abruzzesi. Oggi le cose sono molto diverse. Quest’area protetta istituita nel 1989, e che si estende su 56.400 ettari di 22 Comuni (tutti in provincia dell’Aquila) si è affermata come una meta di eccezionale interesse, e ha realizzato sul territorio una grande varietà di interventi. Gli escursionisti del Lazio e dell’Abruzzo frequentano tutto l’anno il Velino (2487 metri), il Sirente (2348 metri) e le altre vette. Vivono nell’area protetta il lupo, il camoscio appenninico, l’aquila, l’avvoltoio grifone e qualche esemplare di orso. Da vedere le Gole di Celano, riaperte da qualche anno, le “pagliare” di Tione e Fontecchio, le Grotte di Stiffe e la città romana di Alba Fucens. Informazioni sul sito.

Come arrivare

Da Rocca di Mezzo o Secinaro si segue la strada che collega i due centri, e che passa ai piedi della parete Nord del Sirente, fino allo Chalet del Sirente (1156 m, 13 km da Rocca di Mezzo e 7 da Secinaro). 

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