
Una delle più belle montagne dell’Appennino separa l’Altopiano delle Rocche dalla valle dell’Aterno. Il Sirente, cuore geografico dell’Abruzzo, è una vetta a due facce. A chi lo vede dal Gran Sasso o da Sulmona appare come una bastionata rocciosa larga una decina di chilometri, che alterna speroni e creste imponenti a canaloni innevati fino all’inizio dell’estate.
Al confronto, il versante che digrada sul Fucino ha un tono nettamente minore. Formato da dossi, pianori e valloni modellati dal carsismo, domina il margine settentrionale della piana occupata fino all’Ottocento dal lago. A risalirlo, sia in estate sia d’inverno, dà l’immagine di una montagna solenne e infinita.
Il fascino del Sirente per l’escursionista e lo scialpinista sta proprio in questi contrasti. Se si è saliti dalla Valle Lupara o dal Canalone Majori, l’uscita sui pascoli e i dossi sassosi della cresta è un ritorno al mondo della dolcezza e della luce. Per chi arriva da Ovindoli o Aielli, affacciarsi dall’alto sulla parete è una grande emozione. Gli itinerari sul crinale permettono di apprezzare a lungo il contrasto.
Sulla parete Nord del Sirente, dove speroni rocciosi, torri e canali formano un impressionante labirinto, sono stati tracciati decine di itinerari alpinistici estivi e invernali, spesso di alta difficoltà. Oggi su queste balze si avvistano i camosci reintrodotti a partire dal 2012 dal Parco.
L’imponente Canalone Majori offre un classico percorso di alpinismo invernale e scialpinismo, ma è troppo ripido e sassoso per consentire un piacevole itinerario estivo. Il sentiero della Valle Lupara, lungo e faticoso ma ben tracciato, merita invece di essere seguito, e grazie all’ombra della parte iniziale è fattibile anche nelle settimane più calde. In presenza di neve o ghiaccio, invece, i traversi della parte centrale del percorso possono essere molto pericolosi.
L’itinerario: dallo Chalet Sirente alla Valle Lupara e al Monte Sirente
Punto di partenza: Sercinaro (AQ) loc. Chalet del Sirente
Dislivello: + 1210 m
Tempo: 6 ore a/r
Difficoltà: EE
Periodo consigliato: da luglio a ottobre
Di fronte al posteggio dello Chalet del Sirente, una stradina scende al fontanile e all’area da picnic della Fonte all’Acqua. A destra dell’edificio, si imbocca una strada sterrata indicata da cartelli del Parco e dai segnavia bianco-rossi 15 e 18. Dove il tracciato si biforca (1228 m) si lascia a destra e il sentiero per il Canalone Maiori, e si prosegue nel bosco, nella sinuosa Valle del Condotto.
A un secondo bivio (1300 m, ometti di pietre e segnavia) si lascia il fondovalle, e si salire a svolte nella faggeta, incrociando un’altra carrareccia pianeggiante. Il tracciato, sempre evidente, diventa ripido e faticoso, tocca una vecchia piazzola di carbonai e piega a sinistra con pendenza minore.
Dei tornanti portano a una prima radura e poi a un bellissimo terrazzo erboso (1750 m, 1.30 ore) ai piedi delle torri rocciose e dei canaloni della parte orientale della parete, in vista del trapezoidale Altare della Neviera. Verso nord appare la catena del Gran Sasso.
Si rientra brevemente nel bosco, poi si sale a ripidi tornanti, alla base di alte pareti rocciose. Si scavalca una forcella, si traversa a destra e si affronta un ampio vallone erboso dominato dalle rocce della cresta sommitale del Sirente. Si sale direttamente, si obliqua ancora a destra e si scavalca una seconda forcella (2050 m) affacciandosi sulla Valle Lupara.
Una aerea e panoramica traversata (attenzione!) porta a un crinale secondario e poi alle ghiaie della Valle Lupara, che si risalgono costeggiando una parete di roccia compatta. Un ultimo tratto ripido e interrotto da elementari roccette porta a uscire (2225 m, 1.30 ore) sui dossi erbosi del versante meridionale del Sirente, in vista del Fucino e della Serra di Celano.
Si piega a destra, si superano delle rampe ghiaiose, poi ci si affaccia sull’impressionante testata del Canalone Maiori. Un tratto a mezza costa, una valletta erbosa e un ultimo tratto su massi e lastroni di roccia portano alla vetta del Sirente (2348 m, 0.30 ore), larghissima ma affacciata su un salto verticale. In discesa, per lo stesso itinerario, occorrono 2.30 ore.
Sirente-Velino, un Parco che cresce
Per anni, gli appassionati di natura hanno considerato il Parco regionale Sirente-Velino un “fratello minore” dei tre Parchi nazionali abruzzesi. Oggi le cose sono molto diverse. Quest’area protetta istituita nel 1989, e che si estende su 56.400 ettari di 22 Comuni (tutti in provincia dell’Aquila) si è affermata come una meta di eccezionale interesse, e ha realizzato sul territorio una grande varietà di interventi. Gli escursionisti del Lazio e dell’Abruzzo frequentano tutto l’anno il Velino (2487 metri), il Sirente (2348 metri) e le altre vette. Vivono nell’area protetta il lupo, il camoscio appenninico, l’aquila, l’avvoltoio grifone e qualche esemplare di orso. Da vedere le Gole di Celano, riaperte da qualche anno, le “pagliare” di Tione e Fontecchio, le Grotte di Stiffe e la città romana di Alba Fucens. Informazioni sul sito.
Come arrivare
Da Rocca di Mezzo o Secinaro si segue la strada che collega i due centri, e che passa ai piedi della parete Nord del Sirente, fino allo Chalet del Sirente (1156 m, 13 km da Rocca di Mezzo e 7 da Secinaro).
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