L’oscura storia del Pizzo Scalino
Una cima tempestosa, che nelle notti di luna piena si trasforma in un campo di battaglia dilaniato dalle urla di furiosi guerrieri d’altri tempi. Questa è, secondo un’antica leggenda, la vera essenza del Pizzo Scalino (3.323 metri), affilata cima che troneggia tra la Val Malenco e la Val Poschiavo.
Per assistere all’incredibile trasformazione della montagna bisogna però aspettare la mezzanotte delle notti di plenilunio. Allora il ghiacciaio si fa spettrale, la cima diventa un grande castello e una grossa campana, nascosta nel ventre della roccia, fa risuonare macabri rintocchi.
Una croce appare all’improvviso sulla torre più alta del castello e sul ghiacciaio compaiono uno dopo l’altro decine di cavalieri in veste da combattimento, con ampi mantelli, che sfrecciano qua e là lanciandosi grida e saette.
La visione, che spaventa tutti gli abitanti di Caspoggio, Campascio, Prabello e Campagneda, scompare solo quando la luna tocca il profilo del castello. Ma può riapparire, ancor più cupa, nelle notti di tempesta.
Allora, tra i fulmini, riappaiono gli spettri dei cavalieri che hanno perso la vita in battaglia. Si rincorrono sulle creste, seguendo le folate di vento, e riprendono gli scontri senza badare a ciò che incontrano sul loro cammino.
Chi si trova sulle pendici della montagna durante queste terribili notti, è meglio che spranghi le porte della baita e stringa forte in mano un crocifisso. Secondo la leggenda, questo sarebbe l’unico modo per difendersi dalle malefiche presenze dei guerrieri del Pizzo Scalino.
Sara Sottocornola