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Al Santuario di San Besso nel Parco Nazionale Gran Paradiso

Breve escursione in Val Soana, sul versante piemontese dell’area protetta, alla scoperta di un piccolo santuario a oltre duemila metri di quota

La Val Soana si trova nel versante piemontese del Parco Nazionale Gran Paradiso. E’ la meno frequentata dell’area protetta e, insieme alla valle dell’Orco, è il culmine dell’Alto Canavese, un insieme di cime, creste, valli, acque e boschi che esteticamente si stacca dalle zone di bassa quota, dove sono moltissimi i centri abitati, le strade e le piccole aziende. La Val Soana si dirama in due solchi, all’altezza di Valprato, quello culminante con Pianprato e quello di Campiglia. In entrambi i casi ci troviamo in zone selvagge, dove l’aspetto naturalistico è sicuramente preponderante. Oltre alla nostra meta, il Santuario di San Besso, è di sicuro interesse il limitrofo Pian d’Azaria, alle falde della Rosa dei Banchi, spartiacque con la Valle di Champorcher, in Valle d’Aosta. Su una roccia è affissa una targa con il ritratto di Mario Rigoni Stern; in un tronco scavato sono custoditi alcuni dei suoi libri. Rigoni Stern trascorse del tempo in zona, come istruttore di roccia degli alpini. In uno dei suoi scritti, definì così il Pian d’Azaria: “per me quel luogo è sempre stato il più bello del mondo”.   

L’itinerario

Partenza: loc. Valprato Soana, Campiglia Soana (1350 m)
Dislivello: + 670 m
Tempo: 3,15 ore (a/r)
Difficoltà: E
Periodo consigliato: da giugno a ottobre

A Campiglia Soana si parcheggia nei pressi della struttura dell’ex Hotel Gran Paradiso, verso la fine della strada asfaltata. Si cammina lungo la mulattiera reale voluta da re Umberto I. Cartelli e una bacheca con l’effige dello stambecco indicano le varie direzioni, segnalando le due ore per il Santuario di San Besso. Il primo tratto, su larga carrozzabile, è in comune con il tragitto che conduce al Pian Azaria. In limitata pendenza, nel bosco, si raggiunge un ponte sulle acque del torrente Campiglia. Si sale ora più ripidamente, sempre nel bosco, sino ad un bivio. Si abbandona il sentiero per il Pian Azaria per proseguire (cartelli Santuario San Besso; n. 625) lungo un sentiero più esile, ma sempre agevole, anche se ripido, a tratti. Si cammina tra i larici (bolli bianchi e rossi), caratteristica che rende interessante l’itinerario anche in periodo autunnale. Si toccano ora i resti dell’alpeggio Cà Nuova, a quota 1819 m. Al termine degli ultimi larici, il panorama diviene più aperto, sia sulle cime circostanti, sia sul Santuario di San Besso che si scorge verso l’alto. Si supera la zona di Ciavanis (1876 m). Si percorre quindi un ultimo tratto in ripida salita, sino al Santuario (2019 m), sovrastata e protetta dalle peculiari e caratteristiche forme del Monte Fautenio, una sorta di roccione che sembra un menhir gigante di Asterix. Attiguo al santuario, c’è il Rifugio Bausano, non gestito e chiuso, in comodato d’uso al Soccorso Alpino di Valprato Soana. In breve, è possibile raggiungere la cima del Monte Fautenio (2072m), dove si trova una piccola cappella.    

Il Santuario di San Besso 

Oggi il Santuario, oltre che di un interessante itinerario escursionistico, è anche meta di due pellegrinaggi religiosi, per la festa di San Besso, uno il primo dicembre e l’altro il dieci agosto. La struttura originaria risale al XVII secolo. Negli anni ha subito diversi interventi di ammodernamento e restauro. L’origine del culto di San Besso affonda le proprie radici anche in leggende e tradizioni popolari. Si dice che San Besso fu “lanciato” dalla rupe del Monte Fautenio (in effetti la forma del Fautenio si presta molto all’immaginazione). Forse, Besso altri non era che un pastore, ucciso da alcuni valligiani o da fuorilegge. Altra tradizione racconta di Besso come di un soldato della legione Tebea, martirizzato a causa della sua conversione al Cristianesimo (IV secolo; della quale, però, si hanno solo fonti molto frammentarie). Durante le due processioni, le genti della Val Soana e i valdostani, tradizionalmente soprattutto quelli della Valle di Cogne, si incontrano al Santuario, per la messa e per festeggiare, con abbondanti libagioni. 

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