Alpinismo

Forza Mario Vielmo! Previsto per mercoledì il tentativo alla vetta dello Shisha Pangma

È partito questa mattina, 7 ottobre, il tentativo del gruppo di alpinisti e di Sherpa di cui fa parte la guida alpina veneta. La giornata della vetta dovrebbe essere mercoledì 9. C’è molta neve fresca, ma questa è l’unica finestra di bel tempo

In molti testi sui 14 “ottomila” lo Shisha Pangma, il più piccolo dell’elenco con i suoi 8027 metri, viene liquidato come una montagna facile o quasi. Non è così, perché questa montagna che si alza interamente in Tibet (e quindi nel territorio della Repubblica Popolare Cinese) viene spesso investita da nevicate copiose, che la rendono gelida, faticosa e pericolosa. 

Il mondo dell’alpinismo himalayano, insieme a chi lo racconta, se n’è accorto un anno fa, quando tre valanghe che si sono staccate dai pendii sommitali dello Shisha Pangma hanno travolto prima l’espertissimo Sanu Sherpa e la sua cliente giapponese, poi due alpiniste americane, Anna Gutu e Gina Marie Rzucidlo, accompagnate rispettivamente da Mingmar Sherpa e da Tenjen Lama Sherpa. Sanu e la sua cliente sono stati ritrovati vivi, ma gli altri quattro hanno perso la vita.  

Quest’anno le condizioni del tempo e della neve sono simili, se non peggiori, a quelle che hanno causato la morte di quattro persone un anno fa. Fino a domenica 29 settembre sullo Shisha Pangma sono caduti due metri di neve, che il vento ha trasportato dalla parete Sud ai pendii rivolti a nord-est, normalmente percorsi dagli alpinisti. Se si formeranno delle placche a vento il pericolo sarà ancora maggiore”, ha spiegato qualche giorno fa sull’autorevole sito ExplorersWeb il tedesco Ralf Dujmovits, guida alpina, organizzatore di spedizioni e salitore di tutti gli ottomila. 

Nonostante le condizioni pericolose, nel pomeriggio di venerdì 4 ottobre undici alpinisti del team dell’agenzia Imagine Nepal hanno raggiunto la vetta principale dello Shisha Pangma, in 14 ore da un campo a 7000 metri di quota. Hanno seguito la via tracciata dal basco Iñaki Ochoa de Olza, più lunga ma più sicura della normale, che sale per un costone roccioso. 

Ben cinque componenti del gruppo di Imagine Nepal hanno completato la collezione dei 14 “ottomila”. Tra loro il pakistano Sirbaz Khan e Mingma G. (Mingma Gelje) Sherpa, che è così diventato il primo alpinista nepalese a completare l’elenco senza usare ossigeno supplementare. 

Oggi, lunedì 7 ottobre, inizia il tentativo alla vetta di un altro gruppo, quello dell’agenzia Seven Summit Treks, che comprende altri alpinisti e alpiniste che puntano a completare il “grande slam”. Ogni componente del gruppo è accompagnato da uno Sherpa. 

Fa parte del gruppo Mario Vielmo, vicentino di Lonigo, che ha iniziato a calpestare la neve degli ottomila nel 2003 sul Dhaulagiri, e che sullo Shisha Pangma completerebbe finalmente la collezione delle 14 fatidiche vette.  

Nel 2004 Mario ha raggiunto la vetta centrale dello Shisha Pangma, 8008 metri, un obiettivo magnifico ma che per la collezione non vale. Un anno fa, insieme al trentino Sebastiano Valentini, è salito al campo 2, e ha poi dovuto abbandonare il tentativo dopo la morte delle due americane e dei due Sherpa. Ad aprile del 2024, prima del monsone, le autorità cinesi non hanno consentito agli alpinisti di attraversare il confine di Kodari.

Questo è il terzo tentativo in dodici mesi, motivato dalla grande passione di Mario Vielmo, e reso possibile dall’aiuto di un gruppo di sponsor in gran parte vicentini, molti dei quali sono amici di Mario. Un elenco che include LORO Luce Gas, SISMA Spa, CSC Spa, F.lli Bari, Mar Tech Srl, Sergio Bassan John Deere, FVL, e anche 2M Net srl, Trixie Italia e Uniquo. Gli sponsor tecnici di Mario sono Scarpa e Karpos. 

Non sarà un’ascensione facile, ma questa è l’unica finestra meteo praticabile. “Fino a domenica 6 ottobre il vento in quota ha soffiato con raffiche fino a 55 chilometri all’ora. Fa freddo come se fosse inverno, al campo-base il terreno è innevato e il sole non riesce a sciogliere la neve. Giovedì 10 è previsto un nuovo peggioramento, con venti tra i 60 e gli 80 chilometri all’ora, e temperature percepite tra i -30 e i -40 gradi”, spiega Mario Vielmo dal Tibet. 

Il piano è di salire lunedì al campo 1, di proseguire martedì 8 fino a un campo 2 avanzato a 6900 metri di quota, e di tentare la vetta mercoledì 9. Fanno sperare in un risultato positivo i tre giorni che Vielmo è riuscito a trascorrere riposando al campo-base, e le condizioni della neve sul percorso, che secondo Mingma G e il suo team è dura e non dovrebbe costringe a battere pista con fatica.

Resta da chiarire la questione dell’ossigeno in bombole. Le autorità cinesi hanno imposto il suo utilizzo agli alpinisti oltre i 7000 metri di quota, ma il 4 ottobre Mingma G ha completato la sua collezione senza usarle, e lo stesso dovrebbero aver fatto altri componenti del gruppo. Vielmo ha sempre affermato di voler salire senza ossigeno, ma sarà lui a raccontarci com’è andata al ritorno. Questo è il momento degli incoraggiamenti e degli auguri. Forza Mario!

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