Caucaso, stroncata la resistenza cecena a Nalcik
13 ottobre 2005 – Domata nel sangue la resistenza dei ribelli ceceni a Nalcik. "Le truppe russe hanno ripreso il controllo della situazione". Lo ha detto il ministero dell’interno russo, dopo che questa mattina il Caucaso, regione montuosa al confine fra la Russia e il Medio Oriente, era tornato ad infiammarsi.
Poco dopo l’alba, gli indipendentisti ceceni avevano scatenato la guerriglia nelle strade della città di Nalcik (nella foto Ap). Gli scontri, violentissimi, con le forze di occupazione russa hanno fatto almeno 50 morti fra i ribelli e 12 fra i civili. Un’altra dozzina di guerriglieri sarebbero stati catturati vivi dopo che il premier russo Vladimir Putin ha ordinato l’accerchiamento della città.
Stando alle prime notizie sarebbero circa 150 gli estremisti che avrebbero partecipato all’assalto. "A Nalcik sono entrati stamattina i reparti del Fronte Caucasico, una delle strutture subordinate al comando delle forze armate cecene", ha annunciato la guerriglia sul suo sito Internet.
Dopo gli scontri delle prime ore del mattino, Putin ha ordinato il completo accerchiamento della città, per evitare la fuga dei ribelli. Il leader del Cremlino ha disposto anche che venissero liquidati tutti i miliziani armati che opponevano resistenza. Nella centro urbano erano rimasti almeno trenta guerriglieri armati fino ai denti.
Per ore, nella capitale della piccola repubblica del Kabardino-Balkaria è stato l’inferno. Edifici pubblici assaltati, sparatorie per strada, un commissariato in fiamme, scuole evacuate in fretta e furia nel timore di drammatiche prese di ostaggi. E si è temuto il peggio quando si è sparsa la notizia che alcuni uomini armati erano entrati in una scuola. Per molti è aleggiato lo spettro di una "seconda Beslan", terminata in una strage di bambini. La scuola 5, avvertita in tempo dalla polizia, però era già stata evacuata.
Secondo le prime ricostruzioni, gli scontri armati sono cominciati all’alba, quando gruppi di fondamentalisti wahabiti (gli estremisti islamici ostili alla presenza russa nel Caucaso) hanno dato simultaneamente l’assalto a tre commissariati di polizia, alle sedi locali dei servizi di sicurezza (Fsb) e al ministero degli Interni.
Gli attacchi sono sfociati in una caotica guerriglia urbana. Testimoni oculari hanno riferito di aver udito spari, mitragliatrici e lanci di granate in vari punti della città dove vivono circa 260mila persone. I militari russi hanno dovuto anche respingere un attacco dei ribelli contro l’aeroporto cittadino.