Al Rifugio Carè Alto, in Trentino, tra le vestigia della Grande Guerra
Lunga escursione in Val Borzago, laterale della Val Rendena, verso uno storico rifugio a 2459 m di quota, posto al centro di un’area ancora ricca di ricordi della Prima Guerra mondiale
La “Val da la Trisa”. Così è chiamata in dialetto la Val Rendena in Trentino, come a ricordare l’utensile di legno usato per la preparazione della polenta che per secoli è stato il piatto principale nella dieta delle popolazioni locali. La valle è stata da sempre una sorta di cerniera tra Trentino e Lombardia, un melting pot culturale che ha saputo preservare paesaggio e tradizioni, nonostante il gran numero di turisti diretti a Madonna di Campiglio e Pinzolo, due delle località più frequentate delle Dolomiti Occidentali.
L’itinerario
Partenza: località Pian della Sega, Spiazzo (TN)
Arrivo: Rifugio Carè Alto-Dante Ongari
Dislivello: + 1199 m
Tempo: 3,30 ore (6 ore a/r)
Difficoltà: E
Si parte dal parcheggio in località Pian della Sega (1260 m) in Val Borzago, la laterale della Val Rendena che si trova nel territorio del comune di Spiazzo. Seguendo i segnavia del sentiero 213, che accompagnerà fino a destinazione, ci si incammina dapprima lungo la strada sterrata che porta a Malga Coèl di Pelugo, da dove parte la teleferica per il rifugio. Il sentiero entra ora in un bosco di latifoglie Si prende il sentiero nel bosco di latifoglie che porta fino al Pont dal Zucal. Scavalcato il rio Bedù, si prende quota – tratto ripido – fino alla località Belvedere. Qui le pendenze si smorzano leggermente e seguendo il costone sud del crinale ci si porta verso la Val di Conca da dove, un ultimo settore dalle pendenze piuttosto elevate porta al rifugio (2459 m). Ritorno per la stessa via di salita.
Tra le vestigia della Grande guerra
In questa zona durante la Grande Guerra fu allestito un vero e proprio villaggio militare austroungarico rifornito grazie ad una rete di teleferiche. A pochi passi dal rifugio spicca la Chiesetta del Carè Alto costruita da prigionieri russi e serbi in stile dinarico nel 1917.
Il rifugio stesso fu rinominato durante il periodo bellico Können-Horák Haus in riferimento al comandante di zona, il generale Ludwig Können-Horák.
Lungo la cresta del Carè Alto a monte del rifugio presso la cosiddetta Bocchetta del Cannone a circa 2850 m, raggiungibile in un’ora di cammino, si trovano due cannoni dell’esercito austroungarico della Prima guerra mondiale che erano stati posti in quel luogo a difesa del fronte.
Dal rifugio inoltre attraverso una scalinata in pietra denominata Bus del Gat si prosegue per la valle di Niscli fino alla località Pozzoni (2894 m) dove sorgevano un posto di guardia e diverse baracche militari austriache. Qui avevano il cantiere base gli zappatori (Sappeur), responsabili della costruzione delle gallerie nel ghiacciaio che oltre a fungere da riparo in caso di bombardamento, vennero in seguito fortificate, con feritoie rivolte verso il Passo di Cavento e la Vedretta della Lobbia, ovvero le postazioni occupate dalle truppe italiane. Non distante dai Pozzoni si trova lo splendido Lago della Busa del Morto (2773 m) dalla caratteristica forma a cuore con la Presanella sullo sfondo.
Le magnifiche chiesette affrescate della Val Rendena
Racchiusa tra gli splendidi massicci dell’Adamello-Presanella e del Brenta, la valle avrebbe visto secondo la tradizione il passaggio di Carlo Magno, che a Carisolo e a Pelugo avrebbero distrutto i castelli facendo edificare al loro posto delle chiese. Sono proprio queste stupende chiesette dipinte a fresco dai pittori Baschenis a testimoniare il lontano passato, affiancandosi all’architettura tradizionale dei masi e delle baite. Tra le chiese affrescate più interessanti a Pelugo lungo la strada carrozzabile troviamo la Chiesa di S. Antonio Abate, sorta alla fine del sec. XV mentre a Pinzolo c’è la chiesa di San Vigilio, ampliata nel Cinquecento partendo dall’originario assetto medievale.
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