Itinerari

Escursione al Rifugio Omio, nella magia della Val Masino in Valtellina

Salita ripida, ma non lunga, con bellissima vista su Badile, Cengalo e Monte Disgrazia. I più esperti possono poi proseguire lungo il celebre Sentiero Roma

Nel 1862, gli inglesi Leslie Stephen e Sir Edward Kennedy si recarono in Val Masino per provare la scalata del monte Disgrazia, dopo un primo tentativo fallito dal versante della Valmalenco. L’ascensione ebbe successo ed ebbe un buon riscontro mediatico in Inghilterra, grazie sia alle loro accurate relazioni sia alle entusiastiche descrizioni della valle: “seconda a nessuno per grandiosità e varietà di bellezze naturali”. Sicuramente gli alpinisti ed esploratori inglesi furono colpiti anche dall’estetica peculiare delle cime granitiche del Cengalo e del Badile, vette dalle forme uniche, soprattutto in Valtellina e nella Alpi Retiche e Centrali. Ormai il “dado era tratto” e il numero di esploratori ed alpinisti aumentò progressivamente, creando nuove possibilità di lavoro ed accoglienza, per i valligiani, con l’accompagnamento in montagna e la nascita delle prime strutture ricettive, sia in valle, sia in quota, con i primi rudimentali rifugi e bivacchi. L’itinerario per il Rifugio Omio è leggermente più defilato: dai Bagni di Masino, lascia il Cengalo e il Badile sulla destra e consente una bella vista sul Disgrazia, sul versante opposto, sopra la Val di Mello. La gita non è lunga, ma il sentiero, pur semplice, è decisamente ripido. Il Rifugio Omio, tra l’altro, si trova lungo l’impegnativo Sentiero Roma.

 

L’itinerario

Partenza e arrivo: Val Masino (SO), loc. Bagni di Masino (1.172 m)
Punto più in quota: Rifugio Omio (2.100 m)
Dislivello: + 928 m
Tempo: 4.30 ore (a/r)
Difficoltà: E

 

Escursione breve, ma ripida, con panorami d’ampio respiro, non solo sul limitrofo gruppo dell’Anfiteatro dell’Oro, che sovrasta il rifugio, ma anche sul Badile e sul Cengalo. Da San Martino, ultimo paese della Val Masino, si devia a sinistra percorrendo la strada sino ai Bagni di Masino (1.172 m). Dal parcheggio indicazioni e cartelli segnalano la direzione dell’itinerario. Dopo alcuni metri in piano, costeggiando il torrente, il sentiero si dirama. Si continua a sinistra, salendo subito ripidamente nel fitto e ombroso bosco di faggi e abeti. Con stretti tornanti si guadagna rapidamente quota, sino ad un tratto ove la vegetazione si dirada e diviene una quinta naturale sul Badile e sul Cengalo. Si sale ancora tra alberi e fitti arbusti e, dopo alcuni minuti, si giunge ad un tratto pianeggiante, con una tradizionale baita in pietra. Il panorama è notevole, sia sul Badile che sull’anfiteatro dei Pizzi dell’Oro. Nuovamente nel bosco, si continua in salita, con stretti tornanti, sino a una zona di massi e grosse pietre, con una vecchia casera, con una parete costituita dal fianco della montagna. Ora, definitivamente fuori dal bosco, si sale per zone di pascoli, cosparse da massi granitici, sinuosi ruscelli e fitti cespugli di rododendri.
La traccia del sentiero diviene, in alcuni punti, più esigua, ma sempre ben segnalata, costringendo a proseguire, senza alcuna difficoltà, su affioramenti rocciosi (attenzione in caso di pioggia). Un ultimo sforzo e si giunge al Rifugio Omio (2.100 m), in posizione panoramica sui Pizzi dell’Oro, sul Lignoncio e sulla Sfinge. In lontananza sono ben visibili le Orobie Valtellinesi e il maestoso Monte Disgrazia, bastione di confine con la limitrofa Valmalenco, ammantato di ghiaccio e neve, dalla conformazione così diversa dalle pallide montagne rocciose del Masino.

Il Sentiero Roma

Il Sentiero Roma è una splendida cavalcata d’alta quota, nato anche per volere del CAI di Milano, proprietario della maggior parte dei rifugi e dei bivacchi della Val Masino. Nel 1928 si decise di collegare e tracciare i percorsi tra i vari rifugi, in modo di consentire agli escursionisti di non dover scendere a valle, per muoversi da una struttura all’altra. È un tracciato da percorrere in più giorni e da escursionisti esperti ed allenati, presentando tratti in alta quota e alcuni passaggi esposti ed attrezzati (a seconda delle condizioni possono essere necessari cordino e imbrago e piccozza). In genere il sentiero, servito da rifugi e bivacchi, richiede almeno 5 giorni, anche se le numerose varianti consentono di allungarlo e accorciarlo. Tappa 1: da Novate Mezzola al Rifugio Brasca, in Val Codera (4 ore); Tappa 2: dal Rifugio Brasca al Rifugio Gianetti (6 ore; passando per il Rifugio Omio); Tappa 3: dal Rifugio Gianetti al Rifugio Allevi Bonacossa (7 ore); Tappa 4: dal Rifugio Allievi al Rifugio Ponti (8 ore); Tappa 5: dal Rifugio Ponti a Torre Santa Maria (6 ore), ultima tappa e paese della Valmalenco.

 

Altri itinerari in Lombardia che potrebbero interessarti

Sui sentieri del triangolo lariano per fuggire dalle temperature torride di Milano
Dal lago aviolo a Malga Stain
La magia dei Laghetti di Ponteranica, nelle Orobie Bergamasche
Ripida salita al Rifugio Albani, al cospetto della parete Nord della Presolana
Itinerario di due giorni al Rifugio Marinelli Bombardieri, alle falde dei ghiacciai del Bernina

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close