Sui sentieri del Triangolo Lariano per fuggire dalle temperature torride di Milano
A un’ora d’auto dal capoluogo lombardo si snodano numerosi sentieri ombreggiati sopra i 1000 metri di quota e con spettacolari panorami sul Lago di Como. Perfetti per escursioni rigeneranti e non troppo faticose
Le temperature esagerate di questi giorni obbligano letteralmente alla fuga rigenerante anche i milanesi rimasti in città. “Salire di quota” è la parola d’ordine, almeno per mitigare gli effetti della calura. Non tutti però sono disposti a sobbarcarsi lunghi trasferimenti in auto e, tantomeno, ad affrontare dislivelli eccessivi.
La meta giusta è dunque il Triangolo Lariano, ovvero il possente promontorio che s’incunea nel lago di Como separando e che ha come estremo vertice settentrionale la mondanissima Bellagio. La zona è ben nota agli escursionisti lombardi che ne apprezzano la grande quantità di sentieri, il discreto numero di punti di appoggio e i grandi panorami. Che, molto spesso, si conquistano senza troppa fatica.
La terrazza panoramica del Monte Bolettone
Basta un’ora d’auto per raggiungere, per esempio l’Alpe del Vicerè, collocata a 903 metri di quota nel comune di Albavilla (CO). Il luogo è ben conosciuto e per questo assai affollato e se non si arriva di buon’ora è difficile trovare posto nei parcheggi (a pagamento). Per la sua collocazione centrale sul versante meridionale del promontorio, l’Alpe del Vicerè è punto di partenza di numerosissimi sentieri. Molto gratificante è la salita che in circa 1.15 ore al Monte Bolettone (1.310 m). La via più agevole segue una vecchia carrabile che parte accanto al bike park: la si percorre fin quasi alla vetta, ma sono anche da tenere in considerazione diverse varianti più dirette e comunque segnalate. Dalla vetta si scende poi alla Bocchetta di Molina e da qui si prende un ulteriore sentiero che scende alla Baita Patrizi Riaperta la Baita Patrizi nel Triangolo Lariano da dove si torna al punto di partenza.
Il Monte Palanzone e la Dorsale Lariana
Dall’Alpe del Vicerè si raggiunge anche il Monte Palanzone (1.434 m), seguendo il tracciato della Dorsale Lariana che passa dalla Capanna Mara e dalla Bocchetta di Lemna, dove inizia la ripida salita che porta alla cima (1.40 ore dalla partenza). Meno frequentato, e quasi tutto nel bosco, è il sentiero che sale al Palanzone partendo dall’Alpe del Prina, nel comune di Caslino d’Erba. In questo caso il dislivello è di circa 900 metri. Dieci minuti sotto la vetta del Palanzone, lungo il tracciato della Dorsale Lariana, si trova il Rifugio Riella, gestito da quell’Italo Brenna ben noto per la figura massiccia (non a caso è conosciuto come BigItalo) e per la squisita ospitalità.
Proseguendo lungo la Dorsale Lariana (o, ancora meglio, per la più panoramica cosiddetta Dorsale per cresta) si giunge in un’ora alla Colma di Sormano (1.124 m), luogo di culto per i ciclisti, ma anche per gli escursionisti. Questa dista 1.30 ore da Milano ed è anche il più comodo punto di partenza per raggiungere il Monte San Primo (1.682 m), la cima più alta del Triangolo Lariano. La salita è agevole, su una sterrata ampia e molto frequentata anche dai biker. La vista dalla vetta è clamorosa, ma va detto che il percorso è quasi interamente al sole. Meglio quindi avviarsi di buon mattino, anche per conquistare uno dei non moltissimi posti (a pagamento) nei parcheggi.
Dal Cornizzolo ai Corni di Canzo
Si trovano invece verso Lecco il Monte Cornizzolo e i Corni di Canzo, altre cime molto amate del Triangolo Lariano.
Il Cornizzolo (1.240 m) si può raggiungere da Civate (LC), salendo dal sentiero piuttosto diretto che dalla frazione Pozzi passa accanto all’Abbazia di San Pietro al Monte (40 minuti dal via), gioiello romanico circondato da un prato ben curato sul quale sdraiarsi senza però dimenticare di trovarsi in un luogo sacro. Dall’Abbazia si prosegue sempre all’ombra fino al Rifugio SEC Marisa Consiglieri (1.110 m) da dove si raggiunge la vetta per ampi, ma ripidi, pascoli. La salita richiede complessivamente 2 ore. Dal rifugio si possono raggiungere anche i Corni di Canzo, sempre in vista, lungo un sentiero a tratti spettacolare ma che a causa dei numerosi saliscendi richiede altri 400 metri di dislivello passando dalla Bocchetta di Luera.
Ai piedi dei Corni di Canzo, in località Pianezzo, si trova il Rifugio SEV (1225 m) altra meta rilassante e con grandiose viste sulle Grigne proprio di fronte sul versante opposto del lago. Lo si raggiunge da Valmadrera, da Gajum passando dall’agriturismo Terz’alpe o più comodamente dall’Alpe Oneda, poco a monte di Valbrona. In quest’ultimo caso si cammina per 1.30 ore circa superando un dislivello di 510 metri. E il sentiero è quasi tutto all’ombra. Un dettaglio prezioso di questi tempi.