Alpinismo

Ultime dal K2. Decine di alpinisti sulla cima, Loreggian e Mingolla rinunciano a 7300 metri

Tra i 50 e i 100 alpinisti, soprattutto guide e clienti “imbombolati”, sono arrivati in cima il 28 luglio. Straordinario record di velocità da parte del francese Benjamin Védrines. Le due italiane, senza bombole e non acclimatate alla quota, sono già tornate al campo-base

Tutto (o quasi) è andato come previsto. La “finestra” di bel tempo è arrivata, l’ultimo tratto della via è stata attrezzato a tempo di record. La mattina di domenica 28 luglio, dopo un’ascensione notturna del Collo di Bottiglia, decine di guide e clienti delle spedizioni commerciali hanno raggiunto gli 8611 metri della cima del K2.

Niente da fare, invece, per Federica Mingolla e Silvia Loreggian, le due alpiniste della spedizione italiana, che sono state costrette a rinunciare a 7300 metri di quota, alla base della Spalla del K2, da un’acclimatazione insufficiente alla quota.

Cristina Piolini e Anna Torretta avevano già rinunciato a causa rispettivamente di un dolore alla schiena e di problemi di acclimatazione. Le quattro alpiniste italiane sono tornate senza problemi al campo-base. Samana Rahim e Nadeema Sahar erano scese alla base del K2 da qualche giorno.

Star della spedizione italo-pakistana K2 70 è diventato un po’ a sorpresa Ali Durani, un portatore d’alta quota del villaggio di Hushe, che ha raggiunto per la terza volta, con respiratore e bombole, la cima del K2 (c’era già stato nel 2014 e nel 2023) insieme al gruppo di Sherpa che ha attrezzato l’ultima parte della via nella notte tra il 27 e il 28 luglio.

Mancano informazioni aggiornate sulle altre due spedizioni italiane (il team biellese e quello dei lombardi Marco Majori e Federico Secchi con gli sci, accompagnati dal fotografo Ettore Zorzini) impegnate in questi giorni sulla seconda montagna della Terra.

Semplicemente fantastica, infine, la prestazione dell’asso francese Benjamin Védrines, che ha sfruttato in maniera magistrale le tracce delle comitive guidate, ed è salito dal campo-base alla vetta nel tempo da record di 10 ore, 59 minuti e 59 secondi. Superati gli 8000 metri, Védrines ha addirittura rallentato per non essere costretto a rinunciare come aveva dovuto fare nel 2022.

“Questa ascensione per me è stata molto simbolica. Quando sono arrivato sulla vetta sono stato travolto dalle emozioni come raramente mi era capitato in montagna” ha confidato l’alpinista francese ai suoi social, dove aveva già raccontato i momenti principali della spedizione. Conclusione positiva anche per altri tre alpinisti francesi, Jann-Yves Fredriksen che ha raggiunto il percorso attrezzato e la vetta dopo aver risalito in solitaria la via tracciata nel 1986 dallo sloveno Tomo Česen, e Liv Sansoz e Seb Roche che sono scesi in parapendio dalla vetta fino alla base della montagna.

Oltre a Benjamin Védrines e ad Ali Durani, i veri vincitori della giornata sono i responsabili delle grandi agenzie nepalesi, da Chhang Dawa Sherpa di Seven Summit Treks a Mingma G di Imagine Nepal.

Il primo non ha ancora diffuso il numero e i nomi dei componenti del suo team che arrivato sulla vetta intorno alle 9 di mattina del 28 luglio, ma ha ricostruito le fasi del lavoro, al quale, oltre alla spedizione italo-pakistana K2 70, hanno collaborato Sherpa e portatori d’alta quota pakistani di Imagine Nepal, Madison Mountaineering, 8K Expeditions e Glacier Himalayan.

Nell’ultimo tratto, dalla Spalla alla vetta, il lavoro è stato diretto da Mingtemba Sherpa di Seven Summit Treks, che ha raggiunto per la quarta volta la sommità del K2. Insieme a lui ha svolto un ruolo importante il pakistano Sirbaz Khan.

“Mingtemba è uno straordinario alpinista che ha arrampicato con Alex Txikon e Kristin Harila, che ha recentemente partecipato all’apertura di una via sul versante nepalese del Cho Oyu, e che con l’ascensione di oggi è arrivato per 26 volte in vetta a un ottomila” ha scritto Chhang Dawa Sherpa. Faceva parte del gruppo di SST anche la giapponese Naoko Watanabe, che ha salito il K2 per la terza volta.

Imagine Nepal, come abbiamo già detto, è stata l’unica agenzia a comunicare i nomi dei dieci Sherpa e degli  otto clienti (sei di loro vengono dalla Cina) che hanno raggiunto la cima tra le 9:52 e 10:50, ora del Pakistan, del 28 luglio. La stessa agenzia ha diffuso una foto di gruppo scattata sulla cima, e ha ricordato ai suoi potenziali clienti che “i posti disponibili per la nostra spedizione al K2 del 2025 si stanno per esaurire”.

Tante domande riguardo la spedizione al femminile italo-pakistana

Ma torniamo alla spedizione italo-pakistana. “Apprendo della rinuncia di Federica e Silvia, causata dallo scarso acclimatamento reso impossibile da un mese di brutto tempo. A loro come a tutte e tutti i componenti della spedizione va il mio ringraziamento per l’impegno profuso. Ancora una volta la montagna ci ha insegnato a rinunciare” ha detto Antonio Montani, presidente generale del CAI.

Fa sorridere che l’ottimo Alì Durani, già protagonista della spedizione del 2014 ideata e diretta da Agostino Da Polenza, sia stato a lungo ignorato dalla comunicazione della spedizione, e sia stato improvvisamente proiettato nel ruolo di protagonista. Tra gli scopi di K2 70, però, c’era quello di migliorare ulteriormente i rapporti tra l’Italia e il Pakistan, e quindi questa è una buona notizia.

Sta facendo discutere molto sui social, invece, il modo in cui Federica Mingolla e Silvia Loreggian sono state spinte a tentare la cima anche se non acclimatate.

“L’alpinismo ha regole e prevede disciplina. Un conto sono coraggio e perseveranza verso l’obiettivo, un conto sono avventatezza e superficiale spregiudicatezza. Non una bella pagina di alpinismo, in particolare per il circo mediatico con cui il tutto è stato condito. Il CAI dovrebbe promuovere una fruizione della montagna consapevole e il più sicura possibile”, ha scritto Giovanni Borchini in un post ripreso dal collega Alessandro Filippini.

Sarebbe interessante sapere – ma ci sarà tempo per chiederlo alle protagoniste e a Da Polenza al ritorno – perché, in mancanza di acclimatazione, le due forti alpiniste italiane non siano salite in vetta con le bombole, per festeggiare comunque a 8611 metri di quota i 70 anni trascorsi dalla vittoria di Lino Lacedelli e Achille Compagnoni.

Nel pomeriggio di domenica 28 luglio si è diffusa la notizia di un nuovo, possibile tentativo di Anna Torretta e Cristina Piolini nei prossimi giorni. Restiamo in attesa di informazioni su di loro e sugli alpinisti delle altre due spedizioni italiane.

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