Alpinismo

Parte la spedizione biellese al K2, nel ricordo di Ugo Angelino e Vittorio Sella

Tre biellesi doc e tre alpinisti legati alla “città della lana” del Piemonte, cercheranno di combinare il Broad Peak e il K2. Una spedizione legata alla storia dell’alpinismo, e con progetti sociali e di cooperazione

La montagna degli Italiani è anche la montagna dei Biellesi. A simboleggiare il K2, e a celebrare la sua imponenza, sono da 115 anni le straordinarie immagini in bianco e nero scattate da Vittorio Sella, grande fotografo di montagna che ha partecipato nel 1909 alla spedizione del Duca degli Abruzzi. Il suo laboratorio, perfettamente conservato, può essere ancora oggi visitato sulla collina di San Gerolamo, che ospita le residenze dei Sella. 

Settant’anni fa, nel 1954, la spedizione nazionale diretta da Ardito Desio ha portato Lino Lacedelli e Achille Compagnoni sulla cima. Tra i partecipanti, insieme ad altri, erano tre valdostani e un milanese, un altoatesino e un alpinista di Biella. 

Ugo Angelino, socio del Club Alpino Accademico, era uno specialista delle Alpi occidentali. Il suo lavoro di rappresentante di stoffe gli ha consentito di dare una mano importante anche nella fase organizzativa, soprattutto in materia di abbigliamento per l’alta quota. Durante la spedizione Angelino era il responsabile della logistica. Alcune sue foto sono oggi conservate al Museo Nazionale della Montagna di Torino. 

Un altro biellese, Gian Luca Cavalli, membro del CAAI come Ugo Angelino e istruttore nazionale della Scuola di alpinismo “Guido Machetto” della sezione di Biella del Club Alpino Italiano, è il capo della spedizione che decolla oggi 10 giugno da Malpensa, e che vuole riportare il nome della città piemontese sul K2, la seconda montagna della Terra. 

E’ un alpinista accademico anche Tommaso Lamantia, di Varese, che negli anni ha sviluppato, accanto a quella per l’alpinismo, la passione per la fotografia e le riprese video. Viene da Valdagno, in Veneto, Dario Renieri, vicepresidente della locale sezione del CAI. “E’ bello vedere come Biella e Valdagno, due città tessili e laniere, si trovino unite in montagna e per la montagna” sorride Andrea Formagnana, presidente della sezione di Biella del CAI. 

Sono biellesi doc altri due partecipanti, Donatella Barbera, un medico che da tempo lavora in Inghilterra, con esperienza di “ottomila”. E Matteo Sella classe 1996, che è il più giovane alpinista del gruppo. Matteo respira da sempre la montagna perché è discendente di Quintino Sella, fondatore nel 1863 del CAI, e del già citato Vittorio, il pioniere della fotografia di montagna. Da due anni fa parte dell’Eagle Team del CAI, una sorta di nazionale che vuole far crescere i più forti giovani alpinisti italiani.

Si può definire biellese d’adozione Cesar Rosales, un alpinista peruviano che è diventato guida alpina grazie al progetto di cooperazione internazionale Mato Grosso. Il suo “maestro” è stato l’alpinista biellese Enrico Rosso. Dal Perù, Cesar ha spiccato il volo fino alle grandi montagne dell’Asia, dove ha salito due anni fa il Nanga Parbat. 

Lo scorso anno, per celebrare i 150 anni della sezione, in vetta al Mucrone, montagna simbolo dei biellesi, è stata collocata una capsula del tempo che potrà essere aperta solo tra altri 150 anni. Con questa spedizione iniziamo a riempire di ricordi, di emozioni e di imprese la capsula dei 300 anni” spiega ancora Andrea Formagnana.

Obiettivo Broad Peak prima di andare al K2

La spedizione biellese che parte per il Pakistan, prima di tentare il K2, ha in programma l’ascensione del Broad Peak, 8047 metri, che si alza di fronte alla seconda montagna della Terra, e che può permettere agli alpinisti di acclimatarsi. Il rientro in Italia è previsto per il 17 agosto.

La spedizione ha anche obiettivi di ricerca sul cambiamento climatico. Grazie a un accordo con l’Università di Milano, verranno prelevati dei campioni di ghiaccio dal Baltoro e dalle altre colate ai piedi del K2, dal ghiacciaio Godwin Austen al Savoia. Il ghiaccio sarà analizzato al ritorno per valutare la contaminazione da microplastiche.

Verranno inoltre realizzate, in accordo con Fondazione Sella, una serie di foto del Baltoro e della conca glaciale di Concordia, che nel 1909 sono stati fotografati da Vittorio Sella. Immagini che aiuteranno a capire come il paesaggio del Karakorum è cambiato in poco più di un secolo. 

Nasce dall’incontro tra gli alpinisti della spedizione biellese al K2 e l’artista Paolo Barichello, vicino ai temi ambientali e dello sport, l’idea di far spiccare il volo alla colomba raffigurata nell’opera “DX PEACE SX”, per lanciare un segnale di speranza. 

La montagna è una palestra di solidarietà dove le differenze si annullano, e gli uomini possono dare il meglio di loro stessi. L’opera raffigura i continenti che una nuova Pangea (l’unica terra emersa che esisteva prima della deriva dei continenti) a forma di colomba. A tenere uniti i continenti sono delle sagome umane.

“DX PEACE SX” è stata realizzata in due scale. Quella in versione ridotta e smontabile salirà con gli alpinisti fino a dove riusciranno ad arrivare – e poi sarà riportata a Biella, perché in vetta non deve rimanere nulla. L’opera in formato originale, che è stata firmata dagli alpinisti, dopo un passaggio ad Assisi, volerà sul Monte Bianco, sul Cervino e sul Rosa. Sarà esposta ancora per una settimana a Chiavazza (Biella), nell’atelier di Barichello. 

La spedizione biellese si lega anche due progetti di solidarietà. Quest’anno ricorrono i 40 anni dalla nascita della Cooperativa sociale Domus Laetitiae che, a Sagliano Micca, in Valle Cervo, iniziò a prendersi cura di ragazzi con disabilità e delle loro famiglie. Oggi ha in carico oltre 700 ragazzi. 

Per festeggiare l’anniversario un gruppo di alpinisti, in un mese, salirà 40 vette biellesi. Al team in partenza per il K2 è stata consegnata una formella in terracotta con il logo Domus Laetitiae, da portare più in alto possibile. Il K2 sarà anche una “tappa” della Staffetta della Solidarietà degli Amici dell’Ospedale di Biella. Lo scopo è di raccogliere fondi per migliorare la dotazione tecnologica della struttura.

Al campo-base del K2, il team biellese incontrerà le otto alpiniste partecipanti alla spedizione organizzata dal CAI centrale per i 70 anni dell’impresa del 1954. Le pakistane Samina Baig, Amina Bano, Nadeema Sahar e Samana Rahim sono diventate socie dalla sezione di Biella del CAI. Al ritorno in Italia verranno realizzati un libro, un documentario e un podcast.

Sostengono l’impresa oltre al CAI BIELLA, il Club alpino italiano, il Club Alpino Accademico Italiano. La spedizione è patrocinata dal Comune di Biella- Città Alpina. Principal Partner sono Gruppo Banca Sella e Allianz.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close