Ripida salita al Rifugio Albani, al cospetto della parete Nord della Presolana
Il rifugio si trova a 1939 metri di quota nella Conca del Polzone, in alta Val di Scalve, proprio ai piedi della “Regina delle Orobie”
Il panorama grandioso è una delle peculiarità di questa gita, soprattutto nell’ultima parte e dalla piana dove è situato il Rifugio Albani. La gita di svolge in Val di Scalve, dove ci sono anche molte altre vette interessanti, come il Cimon della Bagozza, con la sua turrita sfilata di cime rocciose e il Pizzo Camino.
L’itinerario
Partenza: loc. Carbonera, Colere, BG (1063 m)
Punto più alto: Rifugio Albani (1939 m)
Dislivello: 885
Durata: 5 ore (a/r)
Difficoltà: E
Accesso: dal Passo della Presolana, si scende in Val di Scalve, sino a Colere e alla frazione di Carbonera
Si parcheggia l’auto a Carbonera (1076 m), frazione di Colere. In caso di difficoltà di parcheggio è anche possibile usufruire del vicino piazzale della seggiovia che conduce a Cima Bianca. Da questo punto, uno sguardo verso il cielo consente di notare la sagoma del Rifugio Albani, che da qui appare davvero lontano.
Ci si mette in cammino seguendo il segnavia 403. Con un breve tratto su asfalto si sale ripidamente, costeggiando il torrente, sino ad un bivio dove si abbandona la gippabile, per prendere un sentiero sterrato nel bosco (indicazioni rifugio) tra muschio e vegetazione mista, con notevoli esemplari di faggi. Il fondo è piuttosto accidentato, tra terra e massi, più o meno grandi, che affiorano proprio lungo il tracciato. Si supera una presa d’acqua e si sale incrociando una pista da sci. In un paio di punti un ruscello interseca il sentiero, a seconda della portata d’acqua può essere necessario un semplice guado. Un cartello indica il rifugio sino ad un ponte di legno coperto, che si attraversa.
Ora le pendenze aumentano sino ad una deviazione. Si segue ancora il numero 403 (indicazioni Rifugio Albani), ignorando un cartello con scritto “variante”. Si continua nel bosco sino ad intersecare, un paio di volte, una pista da sci che si attraversa per poi proseguire accompagnati dall’evidente segnaletica. Salendo di quota, i faggi iniziano a diradarsi per lasciare spazio a larici e abeti. Di tanto in tanto si riescono ad ammirare le pareti rocciose della Presolana, che diventano sempre più incombenti, all’uscita dal bosco. Si sale ancora, in spazi di pietraia punteggiati da fiori, seguendo le indicazioni “Rifugio Albani”, sino a un caratteristico canalone con pietre e detriti vari che si aggira sino alla località della La Rata. Ancora in salita, per un tratto faticoso e ripido, si raggiunge la Baita Alta di Polzone, sovrastata dall’imponente versante Nord della Presolana, con alcuni cartelli indicanti le varie direzioni. In pendenza, si raggiungono le baracche ricovero dei minatori (1918 m), una delle quali è visitabile. Notevole anche la vista di alcune gallerie, utilizzate dai minatori per estrarre la fluorite. Vi si possono osservare anche alcuni vecchi vagoni che sembrano usciti da un film di Indiana Jones. Ancora pochi passi e si raggiunge il Rifugio Albani. Ritorno dalla stessa via di salita.
Il panorama
Pochi metri sopra la struttura è situata una croce, accanto alla quale è stata posizionata una bacheca circolare che segnala la posizione delle numerose vette che si possono osservare, indicandone anche la quota. La vista è caratterizzata, ovviamente, dalla parete Nord della Presolana. Inoltre si possono ammirare il Corno Blumone (2830 m), il Monte Sossino (2398 m), il Cimon della Bagozza (2409 m), la Punta di Scais (3039 m), il Pizzo Redorta (3037 m) e, in lontananza, il Carè Alto (3462 m) e l’Adamello (3539 m). Nei pressi della croce è possibile ammirare anche alcuni fossili di Megalodon, parte della storia geologica di queste montagne.
L’attrazione
A pochi passi dal punto di partenza dell’escursione si trova l’Ecomuseo della Presolana e Museo delle Miniere Zanalbert che racconta l’identità storica e culturale della comunità locale, facendo emergere le tracce del passato del paese.
Il museo è situato nell’edificio delle vecchie Laverie dove fino agli anni 70 del secolo scorso arrivava la fluorite estratta nelle miniere della Presolana, a 1900 m di quota. Il piano terra ospita l’ingresso e una sala destinata allo spazio didattico interattivo. Da qui si accede al lato ovest dove si trovano una grande collezione di minerali, un carrello da miniera e installazioni di antichi attrezzi. Al secondo piano si trova la grande vasca, la “laveria” dei materiali estrattivi. Il museo sarà aperto in 27 e 28 luglio e tutti i giorni dal 3 agosto all’1 settembre.
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