Dal Ciampac al Rifugio Contrin, in Val di Fassa, si cammina con vista sulla Marmolada
Lunga escursione ad anello nella vallata del Trentino su sentieri non troppo battuti e con negli occhi la parete sud della Regina delle Dolomiti
Gita piuttosto lunga, dal panorama vario ed entusiasmante. Superata la verde conca del Ciampac, disseminata di impianti di risalita, si cammina in un ambiente molto panoramico, alternando tratti di roccia, prati e pascoli in ambiente aperto, per finire nel bosco fitto della Val Contrin.
Il percorso è molto vario: si svolge su sentiero ben segnalato, a tratti ripido, con brevi traversi attrezzati con funi metalliche, pianori di pascolo e mulattiera nel bosco, nell’ultima parte. La grandiosità dei panorami rende questa gita particolarmente interessante, soprattutto per la vista sul gruppo della Marmolada che mostra il suo lato meno noto, quello della parete sud, un impressionante muro di roccia verticale dall’estetica tipicamente dolomitica ben diversa rispetto al versante ghiacciato, sicuramente più celebre, che viene immortalato nella maggior parte delle cartoline che ritraggono la Regina delle Dolomiti. Bella anche la vista su Sella, Sassolungo e Catinaccio.
Nonostante si svolga in una zona tra le più turisticamente attrezzate del Trentino, in Val di Fassa, questa escursione non è tra le più frequentate, soprattutto nel tratto dal Ciampac al Passo di San Nicolò.
L’itinerario
Partenza: stazione a monte del Ciampac (2152 m)
Arrivo: Alba di Canazei (1517 m)
Dislivello: + 583 m, – 990 m
Durata: 6 ore
Difficoltà: E-EE
Da Alba di Canazei, si prendono gli impianti del Ciampac (2.152 m). Dopo un rapido sguardo al panorama, si inizia il cammino verso monte, lungo la piana del Ciampac, in una zona fortemente antropizzata, con strutture ricettive – il Rifugio Ciampac, il Rifugio Tobià del Giagher – e impianti per gli sport invernali. Dopo questo tratto iniziale, però, l’estetica dell’ambiente muta divenendo ben più piacevole. Si transita, brevemente, sotto una seggiovia e si devia a sinistra (cartelli; n. 613), salendo in modo deciso verso le rocce scure del gruppo del Colac. Su percorso ben tracciato e segnalato, si raggiunge la Forcia Neigra (2508 m) alle falde delle cime dentellate del Colac (1.30 ore), con bella vista soprattutto sul triangolo roccioso del Gran Vernel (3210 m), sulla parete Sud della Marmolada (3343 m) e sul Catinaccio.
Continuando sul 613, con modesti saliscendi, si supera un traverso leggermente esposto (EE) sino al primo tratto attrezzato con funi metalliche, un punto breve ma che richiede attenzione soprattutto in caso di roccia umida. Segue un altro breve tratto attrezzato, in leggera salita, su roccia che immette in una parte di sentiero semplice, tra prati, sino alla Conca del Ciamp de Mez. Si continua sul sentiero principale (613), transitando in una zona con evidenti resti di trincee, piccole fortificazioni e grotte, testimonianze della Grande Guerra. Ancora una modesta salita e si arriva al Passo di San Nicolò e, poco dopo, all’omonimo rifugio (2340 m; 3 ore da Ciampac).
Il pianoro d’ampio respiro dove è adagiato il rifugio è uno dei tratti più panoramici dell’itinerario. Lungo il sentiero si possono ammirare il Gran Vernel e la Marmolada, da un punto di vista privilegiato e anche il limitrofo muraglione grigio del Catinaccio. Si prosegue lungo il ben segnalato numero 608, seguendo i cartelli per il Rifugio Contrin. Si scende, sempre con bella vista sulla Marmolada e la Cima Ombretta, muovendosi in zona di pascolo, detta “Pra delle Vacche”. Si entra nel bosco, prevalentemente di larici, per poi arrivare in spazi più aperti, nella piana dove sono edificate le strutture del Rifugio Contrin, alle falde del vallone discendente dal Passo Ombretta (2704 m; 1 ora da Passo San Nicolò), la parte più alta della Valle Contrin. Si prende il n. 602, scendendo nel bosco, ora ben più fitto, della bassa Val Contrin, con bella vista anche sul gruppo del Sassolungo, visivamente incorniciato proprio dal solco vallivo della Val Contrin. Si scende ancora sull’ampia carrozzabile sterrata passando per la Baita Locia Contrin e raggiungendo Alba di Canazei, stazione a valle degli impianti di risalita, proprio nei pressi del parcheggio (1.30 ore dal Rifugio Contrin).
L’attrazione dopo la camminata
Poco distante da Alba di Canazei, a Penia, si trova La Sia, l’ultima segheria idraulica di tipo veneziano ancora esistente in Val di Fassa. Documentata fin dal sec. XVI, si presenta oggi nella struttura realizzata nel 1922 dal carpentiere Giacomo Dellagiacoma detto “Giochelon” di Predazzo. Il restauro condotto negli anni 1985-88 da Giuseppe Longo di Tesero ha portato al completo recupero operativo della struttura, in funzione nel periodo estivo a scopo dimostrativo. Fa parte del sistema del Museo Ladin della Val di Fassa, con sedi e installazioni dedicate alle attività tradizionali della gente ladina sparse in tutta la vallata.
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