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Welcome to England! Camminare o arrampicarsi sulle bianche scogliere di Dover

Per millenni hanno dato il benvenuto in Inghilterra ai viaggiatori e sono tra i simboli della Gran Bretagna. Ma le White Cliffs di Dover sono anche un’area protetta, che si può scoprire con una facile e spettacolare passeggiata

Oggi la maggioranza dei visitatori del Regno Unito arriva in Inghilterra, in Scozia o in Galles in aereo. Altre migliaia di persone raggiungono Londra in treno, passando sotto alla Manica, e tornando alla luce parecchi chilometri (pardon, miglia) all’interno. A guardare dal mare le bianche scogliere di Dover sono solo i passeggeri dei traghetti che arrivano da Calais e da altri porti della Francia o del Belgio.

Se si arriva in auto fino al Centro Visitatori la camminata è brevissima e con dei brevi saliscendi. Se si parte a piedi dalla stazione di Dover Priory l’escursione diventa più lunga e aumenta anche il dislivello. I panorami migliori sulle scogliere si ammirano poco oltre il Centro Visitatori. E’ fondamentale ricordare che i sentieri che si dirigono verso l’orlo delle scogliere possono essere molto pericolosi. In classico stile britannico, non ci sono segnalazioni di pericolo o protezioni. 

Il viottolo che attraversa l’area protetta è aperto e accessibile tutto l’anno, e fa parte della Saxon Shore Way, un trekking di 246 chilometri lungo le coste dell’East Sussex e del Kent. Delle recinzioni impediscono l’accesso ai prati dove la flora è più delicata, e nelle zone in cui pascolano mucche e pony. La zona ospita specie rare di piante e animali. Merita una visita anche l’imponente Castello di Dover. 

Come arrivare

La camminata inizia dalla stazione ferroviaria di Dover Priory (12 m). I treni più comodi per raggiungerla partono da Londra St. Pancras, altri, più lenti, dalle stazioni di Victoria e Charing Cross. Chi arriva a Dover in auto dall’entroterra o sbarcando da un traghetto può lasciarla in paese, o seguire le indicazioni per il Centro Visitatori.

L’itinerario: da Dover alle White Cliffs e al faro di South Foreland 

Punto di partenza: stazione di Dover Priory o posteggio del Centro Visitatori
Dislivello: da 50 a 150 m
Tempo necessario: da 2 a 3.45 ore a/r
Difficoltà: T
Periodo consigliato: tutto l’anno

Il percorso pedonale inizia dalla stazione alle White Cliffs ed è segnalato. Si segue Folkestone Road, si oltrepassa una rotatoria, e si continua traversando il centro di Dover per Priory Street, Market Square e King Street. Un sottopassaggio porta alla Promenade (0 m), il lungomare pedonale, che si segue a sinistra verso le scogliere e il ben visibile terminal dei traghetti.

Un semaforo consente di traversare la superstrada. Si continua per una stradina, East Cliff, che tocca delle vecchie case e costeggia la prima parte delle scogliere. Si seguono prima la Atholl Terrace, e poi un viottolo in cemento con i segnavia della Saxon Shore Way. Al termine della salita appare alle spalle l’imponente Castello di Dover. Un sentiero e un breve tratto sulla strada asfaltata portano al Centro Visitatori del National Trust (92 m, 0.45 ore), con bar-ristorante e negozio.  

Si riparte superando un cancello, e poi seguendo una strada sterrata che sale, passa ai piedi di un impianto militare e raggiunge un crinale da cui appare la parte più imponente delle scogliere. Dal cancello parte anche un invitante sentiero sulla destra, che prosegue con dei tratti esposti e che richiedono la massima attenzione. 

La sterrata scende in una conca (il Langdon Hole), poi risale dall’altra parte a mezza costa. Tenendosi sul tracciato principale, indicato da cartelli, si aggira la conca, si risale a un secondo crinale, e si continua a mezza costa fino al faro di South Foreland (99 m, 0.45 ore). La vecchia casa del guardiano è trasformata in un suggestivo punto di ristoro, all’esterno sono un bel prato e dei tavoli da picnic. Si torna per lo stesso itinerario. 

L’estensione al Fan Bay Deep Shelter

Dall’ultimo crinale si può scendere a sinistra per un evidente sentiero che scende in una conca erbosa, e risale con un tratto ripido, toccando l’ingresso del Fan Bay Deep Shelter, un tunnel in cemento utilizzato come ricovero nella Seconda Guerra Mondiale dai militari addetti alle postazioni di artiglieria e ad altri impianti. I tunnel del Fan Bay Deep Shelter, utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale dai militari addetti ai fari, ai radar e alle postazioni antiaeree della zona, possono essere esplorati solo con le visite guidate che partono dal Centro Visitatori. Anche qui le diramazioni che si avvicinano all’orlo della scogliera richiedono la massima cautela. Si cammina per 0.45 ore fino al Centro Visitatori, e altrettanto da questo alla stazione ferroviaria. Se si è a piedi e si vuole visitare il Castello di Dover occorre seguire la strada, che scende e poi risale ripidamente fino all’ingresso. Occorrono 0.30 ore in più (esclusa la visita), non ci sono alternative all’asfalto.

Arrampicare sulle scogliere: da Whymper e Crowley al dry tooling. La recente consacrazione da parte di Mick Fowler

La roccia gessosa delle White Cliffs sembra troppo friabile per attrarre arrampicatori e alpinisti. Il primo ad affrontarle, nel 1855, è il giovane Edward Whymper, che dieci anni dopo effettuerà la prima (e tragica) ascensione del Cervino. Sappiamo che per salire verso Beachy Head Whymper intaglia nel gesso dei gradini con la piccozza. Ma non abbiamo né relazioni né tracciati.  

Quarant’anni dopo, nell’estate del 1894, affronta le scogliere il diciottenne Aleister Crowley. E’ un ragazzo iperattivo, che ha scoperto la montagna sulle Cuillins, nell’isola scozzese di Skye. Anni dopo scoprirà e tenterà le vie di salita del K2 e del Kangchenjunga, poi lascerà vette e pareti per dedicarsi all’occultismo. Il suo essere dichiaratamente bisessuale lo farà scomparire per decenni dai libri di storia dell’alpinismo.

Nel 1894, insieme al cugino Gregor Grant, Crowley traccia varie vie sulle White Cliffs. Sale la Devil’s Chimney, l’Etheldreda’s Pinnacle e il Needle, “l’Ago”, il pinnacolo più elegante, dove fa sventolare l’Union Jack. Sono salite verticali ed esposte, su roccia che si sfalda sotto a mani e piedi, dove i due si aggrappano ai ciuffi d’erba, tagliano gradini con le piccozze e rischiano seriamente di ammazzarsi. 

Per un secolo, queste scalate verranno liquidate come exploit di due ragazzi esibizionisti. Solo nel 2001, dopo averle ripercorse con attrezzatura da piolet-traction, Mick Fowler, uno dei migliori alpinisti inglesi moderni, userà per descriverle delle parole ammirate. “Crowley era una star dell’arrampicata. Le pareti che ha percorso sono senza dubbio tra le più difficili della Gran Bretagna”. 

Falesie care a scrittori e pittori immortali

Le White Cliffs of Dover in inglese, larghe qualche chilometro e alte fino a 150 metri, restano uno dei paesaggi più cari ai britannici, e uno dei simboli del Regno Unito nel mondo insieme a Trafalgar Square, a Buckingham Palace, ai suoi inquilini e ai megaliti di Stonehenge. A descriverle, insieme a molti forestieri, sono stati William Shakespeare e Charles Dickens. Hanno lasciato delle immagini famose, tra gli altri, William Turner ed Edward Lear. Le scogliere, formate da friabile roccia calcarea che si è formata nel Cretaceo, sono tutelate dal National Trust, l’equivalente britannico del nostro FAI. L’accesso è libero, ma una donazione (che può prendere la forma di un acquisto, o di una consumazione al Centro Visitatori o al Faro di South Foreland) è sempre molto gradita. 

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