Alpinismo

Società Guide Alpine Courmayeur: fondata nel 1850, è la più antica d’Italia

Nata per contrastare l’egemonia delle guide di Chamonix, ha visto tra le sue fila alpinisti eccellenti. Ma si è distinta anche per la capacità di innovare e per il forte legame con il territorio.

Le Guide di Chamonix vogliono il monopolio delle salite sul Monte Bianco? Gli facciamo vedere noi! Accadeva nella prima metà dell’800. I transalpini si erano già costituiti in una Società nel 1821, unici in tutta Europa. Forti della loro unione professionale la facevano da padrone: organizzavano un tour del Monte Bianco dopo l’altro e pretendevano di averne l’esclusiva. Sul versante italiano della montagna operava una quindicina di guide che, stanche dell’invadenza dei colleghi francesi, decisero di fondare la loro società e acquisire così un maggior riconoscimento del pubblico internazionale. Era il 1850. Nasceva la Società Guide Alpine Courmayeur, la prima in Italia. Ne ripercorriamo la storia con l’aiuto di Edy Grange, guida alpina di Courmayeur.

I quindici fondatori organizzano un primo ufficio guide per organizzare in autonomia le salite, mentre prima lavoravano soprattutto direttamente per gli hotel locali. Inoltre, strutturandosi, iniziano a stilare le modalità su come diventare guida. Sì perché, ai tempi, non c’erano selezioni o corsi. Chi aspirava a fare questa professione doveva presentare un suo curriculum alpinistico al sindaco di Courmayeur al quale spettava decretare se il candidato fosse adeguato o meno. 

A fine Ottocento il numero di guide salì a oltre cento, anche se molti lavoravano come “guides à mulets”. Il loro compito era accompagnare a dorso di mulo le signore all’attacco dei sentieri più ripidi. Questo servizio era prevalentemente utilizzato da un pubblico femminile; gli uomini, invece, partivano dal paese a piedi insieme alle loro guide. I clienti erano nobili e avevano sempre uno stuolo di guide alpine per ogni salita, era necessario essere in tanti per trasportare tutto il materiale!

Il Novecento 

Con il nuovo secolo le cose cambiano e inizia a stabilirsi un rapporto di uno a uno con il cliente. Oltre che per le soddisfazioni alpinistiche, fare la guida era un molto interessante dal punto di vista economico. Nella prima metà del Novecento, una guida alpina riusciva a costruirsi casa con i soldi guadagnati in un solo anno. I clienti, non più soltanto nobili, erano persone molto facoltose provenienti da ogni dove. 

Intanto le guide si strutturano sempre meglio, anche grazie all’avvento di nuove tecnologie e materiali. La formazione iniziava con il mestiere di portatore: si seguivano le guide nelle loro salite portando attrezzatura e viveri. Quando si raggiungeva una certa esperienza, si veniva valutati da una commissione e infine si entrava finalmente nella Società guide.

Con Toni Gobbi arriva lo scialpinismo 

Nel 1943 a Courmayeur arriva dalla pianura un uomo che ebbe un ruolo decisivo per le guide di tutta Europa. È Toni Gobbi, avvocato e alpino di Pavia appassionato di alpinismo e sci. In pochi anni, Gobbi diventa guida alpina, maestro di sci e istruttore nazionale di alpinismo. Fin da subito porta uno spirito diverso all’interno della società guide trasformando sostanzialmente la professione. Fu promotore dell’idea che la guida non fosse un mero accompagnatore ma dovesse essere anche educatore e formatore del cliente. Inventò le “settimane di scialpinismo” che permettevano così alle guide di prolungare la loro stagione lavorativa, prima circoscritta al periodo estivo. Nasce la figura di guida-sciatore. 

Grandi personaggi hanno caratterizzato la storia della Società

Emile Rey, Arturo Ottoz, i fratelli Ollier, Walter Bonatti, Cosimo Zappelli. Sono alcuni dei grandi alpinisti che nel corso degli anni hanno fatto parte della Società delle Guide di Courmayeur.  

A lasciare un’impronta incancellabile nell’evoluzione della Società fu un altro personaggio straordinario, Joseph Petigax. Grande coordinatore, gestiva le guide e organizzava a dovere la logistica delle salite. Fu anche grazie a lui se a inizio Novecento ci fu un boom delle spedizioni internazionali. 

Durante la Prima guerra mondiale arriva Adolfo Rey che si distingue subito per le sue capacità tecniche elevatissime. A lui, il mondo dell’alpinismo, deve la prima salita della cresta dell’Innominata al Bianco e ascensioni di livello come la cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses, la nord dell’Aiguille Noire de Peuterey e tante altre grandi salite, eccezionali per l’epoca ma ancora ai giorni nostri. 

Ottone Bron, invece, nel 1936 inventò lo sci estivo sulle pendici del Bianco fondando la Scuola Nazionale Estiva di Sci del Colle del Gigante. 

Di Gobbi si è già parlato. Nel 1955 entrò nella prestigiosa società Walter Bonatti, al tempo squattrinato e bisognoso di lavorare. E fu proprio con Gobbi, tra l’altro, che compì la prima salita del Pilier d’Angle, propriamente detto, per la parete nord-est. Fortissimo alpinista, pare però che Bonatti come guida alpina pare non fosse tanto appezzato, né dai clienti né dai colleghi. 

Il Museo Alpino Duca degli Abruzzi racconta di spedizioni in tutto il mondo

Nel 1929 nasce quello che oggi si chiama Museo Alpino Duca degli Abruzzi, così ribattezzato in onore di colui che principalmente ne sostenne l’apertura anche con generose elargizioni. Ha sede nella Casa delle Guide di Courmayeur e si sviluppa su due piani, traboccanti di emozionanti cimeli come i libretti delle guide scomparse sui quali i clienti annotavano le loro impressioni sulle ascensioni e gli eventuali meriti o demeriti del capo cordata, i libri dei rifugi sui quali gli alpinisti segnavano il loro passaggio ma anche gli stivali usati dalla regina Margherita nella spedizione alle Spitzbergen nel 1904, e vari oggetti utilizzati nelle spedizioni in Africa, Himalaya, Tibet e India. Racconta di viaggi lontani anche lo spazio dedicato alla spedizione polare del Duca degli Abruzzi alla quale parteciparono diverse Guide di Courmayeur. E ancora materiali, divise storiche, abbigliamento da montagna e curiosi oggetti tra cui la pertica usata dalle Guide di Courmayeur nei tentativi di salita alla cresta sud dell’Aiguille Noire du Peuterey.

Ammesse solo guide residenti in Valdigne

Nella Società Guide Alpine di Courmayeur oggi ci sono sessantadue guide. “Per essere ammessi bisogna essere residenti in Valdigne”, spiega Alex Campedelli, l’attuale presidente. “Teniamo moltissimo alla cultura della Società, non si tratta solo di un’associazione professionale, ma è soprattutto un gruppo di persone animato da valori comuni. Preferiamo selezionare solo guide che vivono qui proprio perché crediamo che sia importante anche incontrarsi, condividere progetti comuni, organizzare serate divulgative”.

Le guide di Courmayeur, in effetti, sono molto attive sul territorio, sia come manutentori di falesie e bivacchi sia come protagonisti attivi nel panorama turistico. “Quel che non vogliamo è diventare il taxi del Monte Bianco. Il nostro obiettivo è quello di avvicinare e far conoscere la montagna alle persone, non solo di portarle in cima al tetto d’Europa. Insistiamo su corsi o percorsi di avvicinamento”.

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Un commento

  1. Vorrei qui spendere il nome di Hans Marguerettaz, incredibile persona ed eccezionale guida di Courmayeur.
    Sono 30 anni (come quelli che avevi) che non ci sei più. Eri il migliore sul Bianco, e i quarzi fume’ e le fluoriti rosa che portavi a lavare alla fontana al lato del tuo negozio dopo le tue salite, sono una testimonianza della tua presenza sulle tue montagne. Te ne sei andato troppo presto…

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