Itinerari

Alla scoperta del Monte Bagioletto, facile cima dell’Appennino Reggiano

La panoramica vetta poco distante dal Monte Cusna era frequentata già nel Mesolitico, a testimonianza della comodità di accesso. Una gita gratificante ma da non prendere sottogamba

L’Appennino Reggiano è meta di escursioni di notevole soddisfazione tutto l’anno. Anche quando c’è la neve, infatti, si possono raggiungere le sue cime principali e dorsali senza troppe difficoltà, grazie a un’orografia che raramente presenta pendii insormontabili.  Non per questo la zona va presa sottogamba, i mutamenti del meteo possono essere repentini, il vento può lisciare e compattare la neve fino a renderla molto infida, le nuvole che si appoggiano sui crinali possono creare un pericoloso whiteout. Ramponcini nello zaino e traccia gps sono dunque sempre consigliabili.

La vetta più conosciuta del Reggiano è il Monte Cusna. Poco distante dal “Gigante”, come viene chiamato il Cusna (2121 m), si erge il Monte Bagioletto (1758 m), che si raggiunge salendo da Monteorsaro (nel comune di Villa Minozzo).

Questa antico borgo sorge a 1250 m di quota e oggi è quasi completamente disabitato. Si tratta dell’abitato più elevato dell’Appennino Reggiano e si trova all’interno di un anfiteatro panoramico naturale dominato dal Monte Cusna e già citato in un documento del 1184, nel quale è descritta una donazione alla Pieve di Campiliola di terreni in “Mons Orsarius”. Negli anni 60-70 il borgo aveva circa 300 abitati e un’attività pastorizia con 30 greggi di pecore. Oggi anni rimane un solo pastore che segue un gregge di 350 ovini.

L’itinerario

Partenza: loc. Monteorsaro (1.250 m)
Quota massima : Monte Bagioletto (1758 m)
Dislivello: 530 m
Tempo necessario: 4 ore (a/r)
Difficoltà: facile

Il Monte Bagioletto  (1758 m) è una montagna facilmente raggiungibile sul confine tra il versante toscano ed emiliano. Proprio per queste sue caratteristiche è teatro di frequentazioni umane già dal Mesolitico, circa 9400 anni fa.

Il punto di partenza consigliato è il piccolo parcheggio situato poco a monte dell’abitato di Monteorsaro.
A cento metri di distanza si inizia a salire seguendo quella che in estate è una strada bianca che sale verso il rifugio Monte Orsaro a quota 1.300 m. che si raggiunge in meno di 1 km. Costruito nel 1999 e successivamente ampliato con i suoi attuali 32 posti letto, è l’unico rifugio sul percorso e può essere usato come punto di ristoro al rientro. Fino al rifugio anche in caso di neve fresca si trova quasi sempre una traccia battuta dalle auto che lo raggiungono, oltre invece le condizioni sono quelle ambientali.

Si prosegue in moderata salita seguendo il segnavia 623A: sul lato sinistro si aprono continui affacci tra la vegetazione sull’alto appennino reggiano. Sul lato destro del percorso si erge ripida la forma del monte Prampa (1.698 m).

Il percorso continua tortuoso in salita attraversando zone boscose fino al Passo della Cisa a quota 1.549 m. ove convergono diversi sentieri. Superata la sella del passo occorre proseguire per il segnavia 623 che sale in direzione della dorsale nord del monte Cusna.
La folta vegetazione del tratto iniziale del tracciato è ormai finita, si procede in ambiente aperto con ampie visuali su tutti i versanti. Si raggiunge il bivio con il sentiero 625A a quota 1680 m. che si segue verso destra in direzione ovest raggiungendo in breve il monte Bagioletto a 1.758 m.

Dalla cima la visuale si apre, la pianura emiliana in lontananza e il medio appennino si vedono distintamente. Si possono identificare così facilmente la Pietra di Bismantova con la sua forma di scoglio e la vetta del Monte Cimone in direzione dell’appennino Modenese.
Sulla nostra sinistra la dorsale nord del Cusna che sale a balze fino alla vetta. Più i basso i Prati di Sara che sono raggiungibili opzionalmente con un’altra mezz’ora di cammino: di fronte i versanti del medio appennino toscano.
Il ritorno si effettua seguendo a ritroso il percorso di salita.

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