Rifugi

Il rifugio Pietro Crosta, in Val Divedro, cerca un nuovo gestore

Dopo 16 anni Marina ed Enrico dicono stop. Per candidarsi a sostituirli c’è tempo fino al 31 marzo. La frequentata struttura della Val d’Ossola, inaugurata nel 1948, è aperta anche d’inverno

Dopo 16 anni, Marina ed Enrico passano il testimone. È di pochi giorni, infatti, la notizia della conclusione della loro lunga esperienza di gestori del rifugio Pietro Crosta che si protrarrà solo fino al mese di aprile.

Il rifugio di proprietà del CAI Gallarate si trova nel Vallone di Solcio a 1.751 metri quota sull’Alta Via della Valle Divedro (una delle sette valli laterali della Val d’Ossola a pochi chilometri dal confine svizzero), ed è facilmente raggiungibile a piedi o in mountain bike durante l’estate o con ciaspole o sci in inverno.

Ci si arriva da San Domenico percorrendo il sentiero F14 fino a Coatè e continuando sulla strada forestale (2.50 ore con un dislivello di 400 metri), da Dreuza utilizzando il sentiero F6 (2 ore con un dislivello di 750 metri), da Varzo sempre utilizzando il sentiero F6 (3.30 ore, dislivello di 1.200 metri) e da Foppiano camminando sul sentiero G7 fino al Passo della Colmine e poi sull’Alta Via della Val Divedro (2.30 ore, dislivello 600 metri).

Il percorso invernale da Maulone (960 metri) è consigliato solo con innevamento (3h con un dislivello di 800 metri).

Era il 1947 quando la Sezione CAI di Gallarate ebbe l’opportunità di avere un’ulteriore struttura all’Alpe Solcio (nel comune di Varzo), dove era situato il rifugio “Domus Nostra” di proprietà di alcuni ex allievi del Collegio Rosmini di Stresa.

La proposta di acquisto fu formulata da Pietro Crosta (Presidente della Sezione e già allievo rosminiano) e il sodalizio gallaratese ne decise l’acquisizione tramite una “cooperativa per azioni tra i soci”.

L’inaugurazione ufficiale avvenne nell’agosto del 1948 e la struttura venne poi intitolata a Pietro Crosta nel 1957.

Oltre a Marina ed Enrico, un altro storico rifugista del Crosta fu Gilberto Fox, originario di Varzo, che lo gestì fino al 1992. Nel 1993 il rifugio  rimase chiuso e successivamente ad occuparsene per due stagioni consecutive sarà Laura Bonoli.

Nel corso degli anni l’edificio è interessato da importanti interventi: la ricostruzione e l’ampliamento dei servizi igienici, il rifacimento della vicina legnaia (danneggiata da una valanga caduta nel vallone durante l’inverno 1974), la costruzione di un nuovo impianto fognario e la sistemazione di cucina, bar e camere.

Oggi il Crosta è una struttura in muratura a tre piani dotata di 24 posti letto, acqua, riscaldamento a legna e illuminazione elettrica. Inoltre, a poca distanza è presente anche un bivacco, senza acqua e corrente, con 8 posti letto.

Oltre a numerose gite in mountain bike, per gli amanti dell’arrampicata è presente anche una falesia attrezzata. Inoltre, gli appassionati di trekking possono percorrere interessanti itinerari, come la salita al Monte Cistella (2.880 metri) e quella al Pizzo Diei (2.906 metri), ma anche il trekking di tre giorni ai piedi del Monte Leone, la traversata Varzo- Solcio- Veglia- Devero e l’alta Via della Val Divedro.

“La nostra storia inizia 16 anni fa, quando stanchi della vita di valle volevamo cambiare”, spiega Enrico (rifugista), “Marina lavorava sull’altissima moda, mentre io gestivo una birreria- pizzeria e avevo una squadra che montava strutture in legno. Abbiamo scoperto il rifugio Crosta leggendo un articolo sulla rivista del CAI e subito ci ha affascinato, perché era tutto da costruire.

Uno dei motivi per cui lo lasciamo è proprio la sua attrattività: non riusciamo più a gestire i numeri ed è sempre più faticoso trovare i collaboratori e creare un rapporto di famiglia”, continua Enrico.

“Siamo estremamente severi nel far rispettare le regole: si sale solo a piedi o in bicicletta e da subito la nostra filosofia è stata: per molti ma non per tutti. Tengo a precisare che noi lo abbiamo sempre considerato non solo un luogo di lavoro, ma casa nostra”, conclude Enrico.

Entro il 31.03.2024 il C.A.I. di Gallarate invita tutti coloro che sono interessati a gestire il rifugio Pietro Crosta a inviare la propria manifestazione di interesse con le modalità riportate nel bando e scaricabili nella sezione documenti (https://www.caigallarate.it/sezione/rifugi-e-bivacchi/bando-gestione-rifugio-crosta.html).

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