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Rifugio Cantore sulla Tofana: una storia affascinante e tormentata sopra Cortina d’Ampezzo

Collocato a 2540 metri di Forcella Fontananegra, era intitolato al primo generale italiano caduto durante la Prima guerra mondiale. Fu dismesso nel 1984. Se ne osservano i ruderi nei pressi del Rifugio Giussani

Un nome, tra tanti, risalta con forza nella narrazione della Grande Guerra sul fronte dolomitico. È quello del generale di divisione Antonio Cantore, colpito in fronte dalla pallottola di un cecchino austriaco, sulla Tofana, il 20 luglio 1915. Erano le sette di sera e il generale stava compiendo una ricognizione sulla prima linea del fronte a Forcella Fontananegra. L’intento era quello di sottrarre ai nemici l’intero gruppo della Tofana. Fu il primo comandante di alto grado del Regio Esercito a cadere durante il conflitto. La sua morte ebbe grande eco sulla stampa nazionale. 

Qui vogliamo raccontare la storia del rifugio che, finita la Prima guerra mondiale, a lui fu dedicato e che giusto quarant’anni fa cessò definitivamente di essere utilizzato. Un rifugio anch’esso entrato nel mito. Chi conosce a fondo la vicenda è Roberto Vecellio, appassionato cultore della storia dei rifugi ampezzani (autore, tra l’altro, con Ernesto Majoni di una monografia sul Rifugio Nuvolau) e consigliere della sezione CAI di Cortina per 38 anni. 

Chi sparò il colpo che uccise il generale Cantore?

Ma andiamo con ordine. Cantore era nato a Sampierdarena, quartiere di Genova, il 4 agosto 1860. Avrebbe compiuto di lì a poco 55 anni. Di lui si è detto e scritto tanto, se non altro per i dubbi che restano sulla sua morte. La versione ufficiale dice che Cantore, berretto in testa e cannocchiale in mano, si fosse sporto da una roccia per vedere l’esatta posizione della mitragliatrice nemica. E dopo una prima pallottola che appena lo sfiorò, impavido si sporse di nuovo. Ma questa volta il cecchino austriaco non sbagliò mira. Le altre versioni sono dicerie, senza una prova documentata, ma insinuano che ad ammazzare il generale siano stati i suoi stessi ufficiali, esasperati dalla sua spietata durezza. Nemmeno il calibro del proiettile, misurabile dal foro sulla visiera di cuoio del berretto, che sembrerebbe essere italiano, cioè più piccolo del calibro austriaco, dissipa i dubbi, perché il cuoio, come sostiene lo storico Paolo Giacomel, attento studioso della guerra sul fronte dolomitico, col tempo si indurisce e si restringe. E al momento del fatto, presi dall’incalzare degli eventi bellici non ci fu una perizia o un attento studio su quel foro, che mai venne fatta in seguito. Lo stesso Giacomel avanza anche l’ipotesi che ad uccidere Cantore sia stato un civile ampezzano (allora cittadino austriaco). Fatto sta che il generale Antonio Cantore, medaglia d’oro al valor militare, uomo leggendario per il suo coraggio e la sua forte personalità, il più ammirato ma anche il più temuto dai suoi subalterni, oggi riposa nel sacrario militare di Pocol a Cortina e in sua memoria è stato eretto un monumento inaugurato il 4 settembre 1921 nei pressi dell’allora stazione ferroviaria.

A Forcella Fontananegra c’era un rifugio già dal 1886

“Sull’onda del crescente interesse alpinistico e turistico che Cortina riscuoteva in tutt’Europa”,  racconta Vecellio nel 1886 venne eretto da parte della Sezione Ampezzo del Club Alpino Tedesco ed Austriaco (D.Ö.A.V.) il rifugio Tofana (Tofana Hütte) a Forcella Fontananegra, a 2540 metri.
La prima notizia ci viene dal libro “Protocollo delle Adunanze”, che inizia dal 1901”, spiega ancora Vecellio. “Il 20 dicembre 1907 si delibera che il Rifugio Tofana sarà corredato del necessario per cucinare, per scaldarsi, per dormire, per la luce, ma non vi sarà lasciata la provianda”. E l’anno successivo si discusse di “aprire un concorso a offerte secrete, per chi volesse assumersi la sorveglianza e l’amministrazione del Rifugio Tofana nel tempo estivo dai 15 di luglio ai 15 settembre circa per conto della Sezione”.

Seguono altre decisioni e si alternano un paio di gestori. Nel 1914 si parla di ampliare il rifugio ma con l’entrata in guerra dell’Italia tutto va all’aria e proprio la Tofana diventa la prima linea del fronte. Forcella Fontananegra è un obiettivo strategico dell’Esercito Italiano, per penetrare in Val Travenanzes e trovare uno sbocco a nord verso la Val Pusteria. Nel rifugio ampliato con due aggiunte laterali ancora esistenti, si insedia il comando italiano. 

“Finita la guerra si pensa di ristrutturare e ampliare il rifugio Tofana”, continua Vecellio, “ma nella seduta di direzione del febbraio 1921 della ricostituita Sezione del Club Alpino Italiano di Cortina d’Ampezzo, si ritiene che al riutilizzo del vecchio rifugio Tofana sia da preferire la ristrutturazione e l’adeguamento di un altro edificio bellico, leggermente spostato un po’ più a monte identificato come Rifugio Tofana Grande. Il 5 settembre 1921 quel rifugio viene inaugurato ufficialmente con il nome di Rifugio Cantore alla presenza della vedova e del figlio del Generale, delle autorità militari e di molti reduci che avevano combattuto su quel tratto del fronte». 

I verbali del “Protocollo delle adunanze” si susseguono. “L’1 maggio 1922 nella seduta di Direzione si parla del custode e della relativa gestione”, racconta Vecellio. Serafino Siorpaes è propenso ad assumere anche quest’anno il servizio del rifugio Tofana (ormai rif. Cantore, ndr) alle condizioni dell’anno scorso, cioè tenerlo aperto dal 15 luglio al 15 settembre. Condotta e rifornimento, cioè di vino, birra, liquori e conserve, da parte della Sezione. Incasso e rendita cioè guadagno di ciò, nonché dei letti a favore della Sezione, Salario £. 20 al giorno».

Altri gestori e lavori di manutenzione e ampliamento si susseguono. “Negli ultimi anni di apertura, il rifugio viene gestito prima da Duilio Apollonio e poi dalla guida alpina e Scoiattolo Bruno Menardi Maderla “Gim”, fino al 1971”.

Il nuovo rifugio Giussani e il declino del Cantore

E qui comincia un’altra storia. Il rifugio Cantore risente dell’usura del tempo, inoltre l’incremento del numero degli escursionisti e degli alpinisti che utilizzano il rifugio come punto di appoggio fa sì che quel vecchio edificio diventi inadatto ai nuovi tempi.  “Nel frattempo”,  racconta Vecellio, “alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, la Sottosezione Cai Comit di Milano fa presente alla Sezione Cai Cortina la sua intenzione di costruire un rifugio nel gruppo delle Tofane, con il finanziamento della Banca Commerciale Italiana di Milano presieduta da Angelo Cavallotti. La proposta va a buon fine e così viene deciso di costruire il nuovo rifugio proprio sulla Forcella Fontananegra a 2580 metri. Il 17 settembre 1972 il rifugio viene ufficialmente inaugurato e dedicato a Camillo Giussani, già Presidente della Banca Commerciale Italiana, appassionato alpinista e scrittore di montagna. La gestione viene affidata a Vittorio (Toio) Dapoz e alla moglie Aurora che animati dalla tenacia e caparbietà degli uomini di montagna, faranno del rifugio un punto ideale e privilegiato di riferimento per gli escursionisti e per i semplici turisti. Lo gestiranno fino al 2010. Poi il Consiglio della Sezione lo affiderà al figlio Mauro, capostazione del Soccorso Alpino di Cortina, già coadiutore di suo padre nel rifugio con la moglie Marcella Santuz».

Il vecchio rifugio Cantore viene nel frattempo adibito a ricovero invernale. Ma nel 1984, fu proprio il gestore a segnalare alla Sezione del CAI di Cortina che la struttura lignea al suo interno non dava più garanzie di sicurezza. Così quarant’anni fa il vecchio e glorioso rifugio Cantore, intriso di storia e di memoria, dovette essere chiuso definitivamente. Oggi non restano che i suoi ruderi.

«Successivamente nel 1993 il Consiglio del CAI decise così di risistemare e rendere agibile come ricovero invernale il vecchio rifugio Tofana del 1886”, conclude Vecellio, “con lavori di rifacimento del pavimento, del solaio in legno, degli infissi in ferro e soprattutto della copertura”.  Un ritorno alle origini, che seppure in modo parziale, mantiene viva la memoria di quello che fu l’inizio della storia dei rifugi di Fontananegra. Un luogo che per le vicende lassù accadute – dalla conquista della Tofana di Mezzo, nel lontano 1863 (da Paul Grohmann con Francesco Lacedelli “Checo da Meléres”,) al generale Antonio Cantore e all’epopea della Grande Guerra – assume grande significato tra la sacralità della sua storia e la profana invasione turistica odierna. 

Come raggiungere Forcella Fontananégra e il Rifugio Giussani

Si comincia abitualmente a camminare in salita dal rifugio Angelo Dibona (2083 m), in località Valon de Tofana, al quale si perviene in auto da Cortina su strada quasi interamente asfaltata. Dal Dibona si risale per carrareccia il conoide ghiaioso del Valon, racchiuso tra le rocce della Tofana di Rozes e della Punta Anna. Si prosegue poi per l’evidente mulattiera segnalata col numero 403. Dislivello circa + 500 m. Ore 1.30 circa.

Un’altra possibilità è quella di partire poco sotto il rifugio Pomedes (2303 m) raggiungibile anche in seggiovia, dove ha inizio il sentiero attrezzato Maria Luisa Astaldi, caratterizzato da rocce colorate. Il percorso si sviluppa prevalentemente lungo una cengia alle pendici di Punta Anna e del Torrione Dibona (corde metalliche di sicurezza). Il sentiero punta a una spalla erbosa al limitare del Valon, dove incontra l’itinerario precedentemente descritto. Dislivello + 258 m. Ore 1.30 circa da Pomedes.

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