Arrampicata

Una traversata sul mare, d’inverno

Quanto distano le Alpi dal Mar Ligure? Il nostro amico Michele, che di solito ci racconta tracce e suggestioni sulla neve, si cimenta in un’arrampicata seria, orizzontale, in un ambiente altrettanto emozionante

Nel corso della mite stagione in corso sulle Alpi, il mare d’inverno, in una giornata senza sole, appare un fresco dipinto di acqua e di luce.

Non avevo mai percorso il lungo traverso a pelo d’acqua di Capo Noli, approfitto di qualche giornata disponibile a febbraio per un’incursione in Riviera assieme a mio figlio, desideroso di conoscere nuove rocce, per esplorare la traversata “In Sciö Bolezùmme” (spero si scriva così), che un amico genovese mi traduce in “sul mare increspato per via della tramontana”…

In questi giorni l’anima del mare è ovunque, senza schiere di ombrelloni, natanti e schiamazzi.

Appena discesi di pochi metri al di sotto della trafficatissima Via Aurelia si entra in un piccolo mondo sospeso, dove il calcare marmoreo, chiaro e ben stratificato, ti sa condurre in una inusuale arrampicata orizzontale, cullati dal gorgoglio liquido sottostante.

Qualche gabbiano sfiora l’acqua, mentre si entra in questa diversa prospettiva della scalata, con il respiro che si va accordando allo scroscio dei flutti contro la scogliera.

Una decina di lunghezze di corda, con le onde e il vento che presto interrompono ogni possibilità di comunicare a voce con il compagno di cordata e affidano al movimento della corda, in una sorta di Codice Morse, ogni trasmissione: movimento fluente (dai corda), strattoni (sono arrivato in sosta), altri strattoni (recupero la corda rimanente, attendi un istante che ti metto in sicura poi puoi partire).

Forse quest’aspetto è il più intrigante ed “educativo” della traversata, oltre alla fascinazione potente del mare d’inverno, in questo tratto di costa che si affaccia proprio sul Santuario dei Cetacei dove non è infrequente avvistare stenelle, zifii, tursiopi, capodogli e tartarughe caretta caretta.

La scheda della via

Via “In Sciö Bolezùmme”, Capo Noli, promontorio situato sulla costa ligure, tra Varigotti e Noli.

Difficoltà: 6a (5c obbligatorio).
Attrezzatura: a fix inox (in buono stato).
Sviluppo: 10 lunghezze, circa 400 m
Primi salitori: A. Grillo, V. Simonetti, M. Oddone, 1979
Note: via ben protetta ma che richiede attenzione, per via dell’esposizione, della difficoltà di comunicazione e dei tratti in disarrampicata inevitabili per il secondo di cordata.

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Un commento

  1. Articolo perfetto.
    Unica pecca: l’amico genovese, che evidentemente genovese non è …
    Il ” Bolezùmme” non è il mare stirato della tramontana.
    Il bollezuume (altra grafia possibile) indica un mare con onde non altissime, ma fastidiose al marinaio perché corte, spesso incrociate, da direzioni diverse. Di solito è quando c’è un po’ di scirocco, incrociato col libeccio, o altri venti dai settori meridionali (quindi mai tramontana che il maro lo “stira”).
    Il nome infatti si rifà a quando l’acqua del mare sembra stia per bollire come la pentola con l’acqua per le trofie, una bolla-onda qua, una bolla onda-là … insomma un mare mosso (e un vento, ma non è detto), che ti sbatte di qua e di là senza una direzione chiara, fastidiosissimo per i velisti.

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