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Antonio Montani e il CAI rispondono a Francesco Saladini sul K2

Abbiamo ospitato nei giorni scorsi gli interventi di Francesco Saladini a favore di Achille Compagnoni e della sua versione su quel che è accaduto sul K2. Oggi pubblichiamo volentieri la risposta del Presidente generale del CAI

Gentile Francesco Saladini,

ho atteso a risponderle perché ho voluto rileggere con attenzione la cosiddetta relazione dei “tre saggi”. Ad esito della rilettura, posso affermare di non aver trovato nessuna condanna nei confronti di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli.

Anzi, devo dire che mi ha fatto piacere rileggere in più passaggi come una errata valutazione di collocazione temporale o spaziale da parte dei protagonisti si potesse attribuire alla oggettiva situazione di stress e fatica fisica data dalle particolari condizioni ambientali. Così come in più passaggi ho visto ribadire l’eccezionalità delle azioni portate a termine da tutti i protagonisti della spedizione.

Per questo motivo rilevo davvero incomprensibile la sua richiesta di “annullamento della condanna” per il semplice fatto che non vi è stata e non vi è alcuna condanna.

Sul fatto, poi, che i “tre saggi” non abbiano eseguito ulteriori indagini ascoltando i protagonisti, il perché è ben spiegato dagli stessi estensori nella relazione.

Per questi motivi e d’accordo con il Comitato Centrale le comunico che il CAI non intende tornare sull’argomento perché non ritiene di poter portare nessun contributo originale alla storia.

Ciò non toglie che Lei, come qualsiasi altro ricercatore, abbia il diritto di approfondire, ricercare, confutare e proporre modifiche alla versione ormai storicizzata che, come tale, non ha la pretesa di rappresentare la verità assoluta, ma appunto solo quella storica.

Mi consenta in conclusione di esprimere il mio parere personale, cioè che la spedizione al K2 del 1954 è stata un successo solo perché si è stati in grado di fare un grande lavoro di squadra. Questo credo andrebbe messo davanti ad ogni altra considerazione.

 

Con un cordiale saluto

Antonio Montani

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