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A tu per tu con Caro North, Piolet d’Or 2023 per la clamorosa spedizione in Groenlandia tutta al femminile

Un team di sole donne, un lungo viaggio in barca a vela, una big wall da togliere il fiato. La guida alpina svizzera ci racconta un’esperienza speciale. Che è già diventata un film

Quando un pescatore Inuit cattura una foca o un tricheco, mette dell’acqua dolce nella bocca dell’animale in segno di ringraziamento nei confronti di Sedna, la dea del mare. Spirito potente, protegge la natura dalle selvagge azioni umane e rifugge la vanità. Come lei, le otto ragazze della spedizione “Via Sedna” sono partite verso un vero e proprio viaggio d’amore con la natura, la montagna e il mare. Che, inaspettatamente, è valso loro Menzione Speciale dei Piolets d’Or 2023.

Salpate il 20 giugno 2022 dal porto di La Rochelle a bordo di una barca a vela di 15 metri hanno affrontato una lunga navigazione fino alla costa est della Groenlandia dove hanno attraccato nel fiordo Scoresby Sund. Lì, hanno aperto una via di 750 m con difficoltà fino al 7b+ su una big wall. Il ritorno a casa è stato altrettanto lungo e la spedizione è durata complessivamente tre mesi.
Il team capitanato da Caro North, guida alpina svizzera e Marta Guemes, ingegnera e professional skipper spagnola, era composto da donne talentuose provenienti da tutto il mondo: Nadia Royo Cremer, Maria Sol Massera, Caro Dehais, Capucine Cotteaux, Alix Jaekel e Ramona Waldner.

Tutto è nato da un’idea di Caro North: “Mi piace scalare sulle big wall e da tempo sognavo di poter aprire una via nuova. Tuttavia, le pareti di questo tipo, solitamente, si raggiungono con giorni e giorni di cammino. Invece in Groenlandia ci sono delle pareti enormi a poche ore dalla spiaggia, desideravo esplorarle da anni! E poi mi piaceva molto l’idea di poterla raggiungere senza dover prendere un aereo.”

Insieme a Marta mettono in piedi un team di sole donne: tre climber, tre marinaie, un’esperta di carpenteria navale e una fotografa.

“Inizialmente Marta era scettica: dubitava di trovare tutte quelle marinaie. Invece ce l’abbiamo fatta ed è stato fantastico! Essere un team di sole donne è sicuramente stato un elemento importante. Tutte abbiamo parlato delle nostre paure e dubbi apertamente, cosa che spesso non succede in team con anche uomini. Siamo riuscite a condividere ogni emozione e questo ci ha permesso di affrontare questa avventura come una vera squadra. E poi abbiamo riso tantissimo, non ci siamo mai prese troppo sul serio”.

Sebbene la barca “Northabout” fosse progettata ad hoc per le navigazioni polari, il viaggio si è rivelato complicato e lungo in un susseguirsi di condizioni difficili e meteo inclemente. “A bordo lo spazio è poco e si sta perennemente insieme alle altre persone. Tuttavia, nel nostro team c’era molto rispetto: quando una aveva bisogno di stare da sola, si faceva in modo di darle il suo spazio. Siamo state bene, non abbiamo avuto problemi. Anzi, forse i momenti più estenuanti sono state le giornate passate nei porti ad aspettare che il maltempo si placasse. Stare ferme ad aspettare chiuse nella barca è stato un po’ snervante.”

Una volta giunte sulle terre groenlandesi, le tre alpiniste hanno subito attaccato la parete est della Northern Sun Spire, un muro enorme mai scalato prima. Sono usciti 16 tiri impegnativi ma su roccia eccellente. Proprio per questa ascesa, il team ha ricevuto la Menzione Speciale dei Piolet d’Or 2023. “Non ce l’aspettavamo. Solitamente è un riconoscimento che va a salite di misto su montagne severe. Invece, questa volta, hanno voluto premiare il nostro viaggio. Non è stata la cima la vera conquista, ma l’avventura in sé. E il fatto di aver realizzato una salita di questo tipo a basso impatto ambientale. Speriamo possa essere di esempio a nuovi modi di viaggiare e vivere la montagna”.

Le otto sono tornate al porto di La Rochelle dopo 12 settimane e 4.000 miglia nautiche. “Quando siamo tornate a casa, eravamo distrutte. Molto più di quanto immaginassimo. Mi ci sono voluti mesi per riprendermi e per trovare di nuovo la motivazione a ingaggiarmi in montagna”.

Ora, però Caro ha ritrovato le forze e sta già pianificando la prossima spedizione, ovviamente insieme alle due climber Nadia e Capucine. Squadra che vince non si cambia. “Stiamo programmando di andare in Patagonia il prossimo anno. Tenteremo di aprire delle vie nuove, ma questa è solo una parte del progetto. Faremo dei corsi di soccorso alpino ai local. Stiamo raccogliendo fondi per acquistare loro attrezzatura e tutto ciò che serve. E poi apriremo delle vie lunghe per loro, non troppo difficili e accessibili a tutti in modo che possano imparare per poi sviluppare loro stessi l’alpinismo sulle montagne di casa.”

La loro impresa è diventata un film “Via Sedna”, con una fotografia spettacolare e un umorismo coinvolgente. In Italia sarà proiettato a partire da fine novembre all’interno del festival Montagna in Scena.

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