Alpinismo

Patrick Tirler e Moritz Sigmund aprono una via molto dura sullo Jamyang Ri

Senza troppo clamore, a luglio di quest’anno i due scalatori altoatesini hanno portato a casa una nuova via in una delle valli più selvagge dell’India

Il Ladakh, nell’estremo Nord dell’India, è una zona ancora selvaggia, con ampie possibilità per prime salite e nuove vie. Qui si sono diretti i due altoatesini Patrick Tirler e Moritz Sigmund, che hanno organizzato una spedizione di tre settimane nella Rangtik Topko, una valle laterale dello Zanskar.
Le lisce pareti granito della guglia Jamyang Ri (5800 m) si trovavano proprio dietro le loro tende e i due le avevano già notate da Tungri, il paese più vicino. “Uno degli affilati spigoli di questa montagna, che assomiglia ad un cristallo di roccia, punta direttamente sulla valle, conquistando la nostra attenzione ogni mattina appena uscivamo dalle tende”, ha scritto Tirler in un resoconto sul suo sito web.

I due non potevano lasciarsi sfuggire una montagna così attraente, che è stata infatti la ciliegina sulla torta della spedizione. Hanno dunque prima tentato di raggiungere la vetta del Jamyang Ri per il versante Nord Ovest. Il tentativo è tuttavia fallito dopo sei tiri e tre giorni di lavoro in parete.

L’apertura di Nelim Lam

Tirler e Sigmund non si sono persi d’animo, e hanno attaccato nuovamente la montagna per il canale che si trova tra la cima secondaria e quella principale, seguendolo fin dalla base della parete. In sette ore la cordata ha raggiunto la cima del canale, condividendo i primi quattro tiri con una via aperta nel 2017 dagli sloveni Matija Jost e Matjaz Dusic.

Da questo punto in poi, i due non avevano idea di dove potesse passare una linea che consentisse loro di arrivare in vetta. “Il primo tiro ci ha portato direttamente sullo spigolo del “cristallo di roccia”, fino ad una fessura che avevamo visto già dal campo base. Non avremmo mai immaginato che si sarebbe rivelata una delle fessure più belle che avessimo mai scalato…
Oltrepassata la fessura, i due alpinisti si sono aperti la strada in placca, tramite un traverso che hanno gradato VIII+ (7 a+): “I potenziali ripetitori della via ci odieranno”, ha confessato Tirler. A questo punto, i due hanno raggiunto la cima connettendo due sistemi di fessure molto strette.
L’apertura della via, chiamata Nelim Lam (700 m, VIII+, A0), ha richiesto 18 ore tra salita e discesa. Non sono stati lasciati materiali in parete eccetto uno spit, che i due sono stati costretti a piantare in discesa, trovandosi persi nel mezzo della parete senza possibilità di usare ancoraggi naturali.

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