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Himalayan Clean Up, il progetto di un alpinista francese per ripulire l’Himalaya

Il progetto ha già permesso di raccogliere più di 2 tonnellate di rifiuti

Dal 1920 ad oggi, le spedizioni alpinistiche sull’Himalaya hanno reso questa catena montuosa una discarica: plastica e rifiuti di vario genere si trovano anche sulle vette più alte della Terra. Luc Boisnard, imprenditore francese 53enne e alpinista, ha intrapreso il progetto Himalayan Clean Up per contribuire alla pulizia di quest’area, tanto preziosa quanto vulnerabile.
L’imprenditore finora ha raccolto, insieme alla sua squadra, 2,5 tonnellate di rifiuti tra cui lattine, tende, tubi in pvc e bottiglie di plastica. Questi sono stati accumulati in un secolo di spedizioni, in cui gli alpinisti per alleggerirsi lasciano parte del proprio equipaggiamento nei campi base o sulle vie di salita. Questi materiali si degradano lentamente, si riversano nella rete idrica e finiscono per inquinare le falde acquifere degli abitanti delle zone ai piedi delle montagne.

Il progetto Himalayan Clean Up ha lo scopo di ripulire le zone alte delle montagne, raccogliendo 5 tonnellate di rifiuti. Tutta la CO2 emessa nell’ambito del progetto viene compensata attraverso la riforestazione del villaggio di Ghat, nella valle del Khumbu, in Nepal.
A fine marzo Boisnard ha effettuato un primo tentativo di scalata al Makalu (8485 metri), fallito per problemi fisici e di acclimatamento. Il secondo obiettivo del 2023, portato avanti da un altro partecipante al progetto Himalayan Clean Up, era la pulizia dell’Annapurna (8091 metri), in cui sono state raccolte 1,1 tonnellate di rifiuti.  “È una vera discarica. Dietro ogni roccia ci sono un sacco di bombole di ossigeno, cibo in scatola, teli per tende, scarpe, è davvero assurdo” riporta Boisnard dal Nepal.
Solo nelle due salite al Makalu e all’Annapurna i due alpinisti, aiutati da dieci sherpa ciascuno, hanno raccolto 3,7 tonnellate di rifiuti, di cui il 45% è costituito da plastiche. I rifiuti sono stati divisi per tipologia in sacchi da 15 o 30 kg e portati a valle, dove saranno riciclati o smaltiti.

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3 Commenti

  1. È la prima volta in vita mia che sento di poter spendere una parola di gratitudine e rispetto verso un francese, popolo notoriamente arrogante, presuntuoso, sozzone ed antipatico per antonomasia.

  2. si potrebbe mettere in vendita tutto questo rottame, magari gli appassionati derla montagna vorrebbero avere un pezzo di corda di Reinhold Messner…

  3. buongiorno a tutti! Ho sessanta anni e da cinquanta vado in montagna,che mi venga un accidente se mento! In tanti anni non ho mai dico mai lasciato rifiuti in giro,anzi dai rifugi incustoditi spesso ho riportato a valle sacchi di rifiuti, perché molti pensano che ha 1000/2000 metri passi il camion della spazzatura?Il gesto lodevole dell’alpinista francese è da ammirare, tuttavia mi chiedo in tutti questi anni come mai nessuno ha fatto nulla perché ciò accadesse c’è solo una spiegazione: indifferenza e menefreghismo.Ma se hai portato su tonnellate di materiale ti passerà per la tua mente che devi ripulire e portare a casa i rifiuti o No!

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