Film

Matteo Della Bordella sulle orme di Casimiro Ferrari, in anteprima italiana “Il Ragno della Patagonia”

Un film in cui il regista Fulvio Mariani avvicina due figure dell'alpinismo italiano, distanti nel tempo ma accomunate dal medesimo spirito esplorativo, dalla stessa gioia nella continua ricerca di una via ancora da tracciare.

Giovedì 27 aprile alle ore 20.30, il Cineteatro Palladium di Lecco, la città dei Ragni della Grignetta, ospiterà l’anteprima italiana di un film fortemente legato alla storia del celebre gruppo alpinistico lecchese: “Il Ragno della Patagonia” (Svizzera, 2022, 115′). Una pellicola in cui il regista elvetico Fulvio Mariani intreccia due generazioni di alpinisti. I protagonisti sono infatti due nomi ben noti agli appassionati del mondo della montagna: Casimiro Ferrari e Matteo Della Bordella, classe 1940 il primo, 1984 il secondo. Due figure accomunate dal medesimo spirito esplorativo, dalla stessa gioia nella continua ricerca di una via ancora da tracciare.

Casimiro Ferrari fu membro dei Ragni di Lecco ed è noto in particolare per le sue salite realizzate tra le vette della Patagonia, che gli sono valse il titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti alpinistici nel 1977. Una terra, la Patagonia, in cui non solo ha messo a segno innumerevoli ascese ma vi ha anche vissuto per anni, in una casa da cui poteva comodamente osservare con un binocolo il “suo Cerro Torre”. Nel luglio 2001, partito in pieno inverno australe per andare a controllare le condizioni della sua tenuta patagonica, affrontando 15 km di neve fresca e profonda per raggiungere casa, si ammalò di polmonite e fu costretto a chiamare i soccorsi. Riportato in Italia, morì a Lecco il 4 settembre 2001. A inserire la figura di Ferrari nell’Olimpo dell’alpinismo internazionale è senza dubbio la sua ascesa sulla parete Ovest del Cerro Torre nel 1974. Una vetta con cui ha vissuto un rapporto speciale, su cui insieme ai compagni Mario Conti, Daniele Chiappa e Pino Negri, ha risolto uno dei più grandi problemi alpinistici del mondo.

Matteo Della Bordella, ex Presidente dei Ragni di Lecco, è nato e cresciuto a Varese, muovendo i primi passi in verticale insieme a suo apre, quando aveva appena 12 anni. La passione per l’arrampicata si è sviluppata nel tempo, dopo tante salite in montagna in cordata con il papà. Nel 2006 è entrato a far parte dei Ragni, una grande occasione per crescere sia come alpinista che come persona. Nel mentre ha concluso gli studi in Ingegneria Gestionale, proseguendo il suo percorso scientifico con un dottorato di ricerca, senza mai abbandonare la passione per l’alpinismo. “I miei terreni preferiti sono le montagne e le pareti verticali di roccia più sperdute al mondo – dice di sé – , difficoltà elevate, dove la sfida sta sia nel raggiungerle che nel riuscire a salirle, possibilmente in arrampicata libera e con il materiale minimo. Tra i luoghi che preferisco, la Patagonia, a cui sono particolarmente legato, ma anche la Groenlandia, il Pakistan, l’India e l’Isola di Baffin. L’alpinismo che mi piace è quello essenziale, concreto, leggero, che mette l’alpinista in un confronto ad armi pari con la montagna”.

Nel film, che sarà tra le oltre 130 pellicole protagoniste del 71° Trento Film Festival (categoria Alp&Ism, proiezioni in programma il 29 aprile e il 3 maggio), Fulvio Mariani segue Matteo sulle orme di Casimiro, tra le guglie di granito della Patagonia.

Sinossi

Altissime torri, specchiate su un mare di ghiaccio sotto un cielo spesso sconvolto dalle tempeste. Tale è la sfida dell’alpinismo patagonico, a cui sa rispondere solo l’élite internazionale. Tra i suoi pionieri spicca il nome di Casimiro Ferrari, che con i suoi Ragni di Lecco incise la sua impronta sulla roccia, il ghiaccio e le leggende della Patagonia. A molti anni di distanza, il regista Fulvio Mariani, esperto di quelle montagne dal 1985, segue il giovane alpinista Matteo della Bordella, che con i suoi compagni ripercorre le pareti di Casimiro, ripetendo o aprendo nuovi itinerari in stile pulito, leggero e futurista, a conferma che arrampicare in questi luoghi è un gioco dalle regole estremamente severe. Presentando una ricca scelta di filmati d’epoca, talvolta inediti, il film mette allo specchio due generazioni d’alpinisti: sul Cerro Torre, al Cerro Murallón, al Riso Patrón come sulla Est del Cerro Fitz Roy, i giovani sono ancora attratti dal carisma del mitologico “Ragno della Patagonia”, di cui scoprono parete dopo parete la determinazione e l’intuito esplorativo. Una strada purtroppo non esente dal pericolo e dalla perdita dei migliori compagni.

Un film speciale

Un film speciale – così Matteo Della Bordella definisce l’opera di Mariani che lo vede protagonista – . Un progetto iniziato 6 anni fa sul quale sia Fulvio Mariani che io abbiamo creduto tantissimo. Casimiro Ferrari per me è da sempre un personaggio di riferimento, fonte di grandissima ispirazione. Ripercorrere le sue orme ricercando le vie e le montagne di Casimiro, per conoscere e far rivivere la persona, ha rappresentato per me un privilegio inaspettato. Ma il “Ragno della Patagonia” non si ferma qua, perché scalando sulle orme del “Miro”, io e i miei compagni di avventura abbiamo a nostra volta scritto un pezzettino di storia su queste mitiche montagne. Così passato e presente si intrecciano e si sovrappongono fino a culminare nel racconto della nostra nuova via sul Cerro Torre, “Brothers in Arms”, un sogno realizzato che lascia grande soddisfazione, ma anche profonda malinconia per gli amici che non ci sono più”.

Questo è un film che racconta per davvero com’è fare alpinismo in Patagoniaconclude Matteo – . In modo autentico e reale, talvolta crudo. Una storia senza tempo, di uomini e montagne”.

Qui il trailer del film.

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