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Quanti cuccioli di orso marsicano sono nati nel 2022?

Il 2023 per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è iniziato con la triste perdita della sua mascotte, Juan Carrito. Al di là del “personaggio”, noto al pubblico nazionale e internazionale per la sua estrema confidenza con l’essere umano e l’indole un po’ ribelle, Juan Carrito rappresenta un dato negativo nelle statistiche relative alla popolazione dell’orso marsicano, specie endemica dell’Appennino che il PNALM, insieme ai Parchi confinanti, sta da anni cercando di salvaguardare. Fortunatamente dal Parco giungono anche notizie positive in termini di nuovi nati. Secondo quanto rilevato attraverso il monitoraggio annuale delle femmine di orso bruno marsicano con cuccioli, giunto alla 15esima edizione e realizzato dal personale del Servizio Scientifico, Guardiaparco e Carabinieri del Parco, nel 2022 sono nati almeno 5 orsetti.

Mamme con cuccioli nel PNALM

Le osservazioni degli esperti, svolte specialmente in alta quota, hanno portato a realizzare 32 avvistamenti/filmati di femmine con piccoli dell’anno. Dalle analisi dei dati, come spiega il Parco, “basate su criteri spazio-temporali, dati genetici e fototrappolaggio”, sono state conteggiate (valore da considerarsi minimo) 3 unità riproduttive di orso bruno marsicano con 5 cuccioli dell’anno, suddivisi in 2 coppie e un orsetto singolo. “Le tre unità familiari sono state individuate tutte all’interno del Parco, nel settore nord – dettaglia l’Ente –  con puntate nelle aree immediatamente esterne ai confini dell’area protetta, come peraltro già accaduto altre volte negli anni passati.”

Sorpresa fuori dai confini

Una bella notizia arriva dalla Riserva Naturale Monte Genzana, dove è stato accertata, per la terza volta, la presenza di una femmina con 2 cuccioli dell’anno. Una importante testimonianza della espansione dell’areale storico della specie. La presenza di una unità familiare nell’area della Riserva del Monte Genzana e del Parco della Maiella risulta pressoché costante.

Come viene realizzato il monitoraggio?

Ogni anno il monitoraggio delle mamme con cuccioli viene avviato in primavera, a fine aprile, per terminare in autunno, nella seconda metà del mese di settembre, con un picco di attività in estate a partire dalle segnalazioni dei primi avvistamenti di femmine con cuccioli dell’anno risalenti alla primavera. “Si effettuano delle osservazioni con binocoli e cannocchiali – spiega il PNALM –  che si dividono in sessioni “mirate”, ovvero realizzate su poche postazioni in una specifica area, e sessioni in “simultanea”, ovvero condotte contemporaneamente da numerosi operatori con l’obiettivo di coprire un’area più ampia.”

Inoltre si procede all’utilizzo di fototrappole che vengono installate in punti strategici. Come premesso, i dati raccolti vengono analizzati “tenendo conto di criteri spazio-temporali (data, ora e distanza tra gli avvistamenti) e di caratteristiche peculiari degli individui (segni e/o marcature naturali e/o artificiali), così da assicurarsi che gli stessi individui non vengano contati due volte. L’obiettivo è quello di ottenere un numero minimo affidabile dei gruppi familiari.”

Orso marsicano al top della riproduttività

I dati del 2022, in linea con quanto accade dal 2006, mostrano livelli di produzione (ovvero il numero di unità familiari) e produttività annuale (il numero di cuccioli nati) compatibili con le massime capacità riproduttive per la popolazione, con una media annuale di 4 femmine riproduttive (min-max: 1-9) e 8 nuovi nati (min-max: 3-16). In totale, dal 2006 ad oggi, si stima siano nati almeno 144 orsi. Considerando una mortalità del 50 % (valore stimato dai più recenti modelli pubblicati, Gervasi e Ciucci 2017), al primo anno di vita si stima siano sopravvissuti almeno 72 nuovi nati.

“Al netto di queste buone notizie – conclude il Parco – , e mettendo in archivio anche il fatto che il 2022 si è chiuso senza nessun episodio di mortalità per cause antropiche accertato, va ovviamente ricordato che sono ancora molti i fattori di rischio che limitano l’espansione e la crescita di questa popolazione. Parchi, Istituzioni e Cittadini possono e devono fare la loro parte per rendere sempre di più l’Appennino un territorio a misura d’orso.”

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