Ambiente

Un Parco Nazionale per proteggere il Vjosa, uno degli ultimi fiumi selvaggi d’Europa

Non è lungo come il Colorado, il fiume che negli Stati Uniti dà vita al Grand Canyon e che scorre per oltre 2300 chilometri arrivando sino al Messico, e però potrebbe in qualche modo diventare una sorta di Colorado d’Europa. È il Vjosa (che in albanese si scrive Vjosë), uno degli ultimi fiumi incontaminati del Vecchio Continente, che sta per diventare un Parco Nazionale. Anzi: il primo Parco Nazionale in Europa incentrato su un fiume incontaminato.

Albania e Patagonia insieme per proteggere il Vjosa

Per definizione, un fiume incontaminato (o selvaggio, che è un altro termine che si può usare per descriverlo) è un corso d’acqua che lungo il suo percorso per arrivare al mare non è interrotto da strutture create dall’uomo che cercano di domarlo. E il Vjosa è appunto uno degli ultimi fiumi europei che ha queste caratteristiche: lungo poco meno di 400 chilometri, scorre dalla Grecia nord-occidentale sino all’Albania meridionale e sfocia nell’Adriatico poco a nord di Valona.

La notizia di questi giorni è che il progetto per farlo diventare il cuore del Vjosa Wild River National Park sta procedendo rapidamente: lo scorso giugno, il governo albanese ha firmato un accordo con Patagonia (sì, proprio il noto marchio d’abbigliamento) per confermare l’impegno delle due parti su questo, nel gennaio successivo è stato consegnato lo studio di fattibilità e pochi giorni fa (il 13 marzo), la tutela del fiume è diventata legge. Del fiume e dei suoi affluenti, come Gjirokastër, Tepelena e Vlora: significa che, comunque vadano le cose, queste zone sono protette per sempre dall’intervento dell’uomo.

Perché è importante la nascita del Vjosa Wild River Park

Il bacino idrografico del fiume Vjosa è enorme e occupa più di un terzo del territorio albanese. E dunque il progetto per farlo diventare un Parco Nazionale non sarà certo una passeggiata e verrà portato avanti a tappe. Secondo quanto spiegato, la fase 1 (quella istituita in questi giorni) è composta da un corridoio lungo e stretto di 20.000 ettari che comprende sia il fiume sia tre dei suoi affluenti; la fase 2 dovrebbe estendere la tutela a più affluenti, arrivando anche in Grecia per includere le sorgenti del corso d’acqua.

Il Vjosa e le zone che lo circondano sono ecosistemi delicati e ricchi di biodiversità: da Patagonia hanno chiarito che la nuova legge “garantirà che il fiume rimanga libero e contribuirà a proteggere le 1100 specie animali che lo abitano, alcune scoperte di recente e 13 minacciate a livello globale”; inoltre, sarà anche un modo per tutelare “le circa 100mila persone i cui mezzi di sussistenza, cultura e stile di vita sono legati da secoli al Vjosa”.

Ryan Gellert, attuale CEO di Patagonia, cui l’idea di darsi da fare per il Vjosa Wild River Park venne dopo avere dormito lungo le sponde del fiume nel 2016, ha ricordato che per farcela “tutti si sono uniti e hanno messo da parte pregiudizi, ego e altre complicazioni che avrebbero potuto essere d’intralcio” e che “i leader del mondo stanno vedendo da parte dei cittadini e delle imprese una spinta senza precedenti al cambiamento”. E anche che la lezione del Vjosa è in fondo una sola: “Che queste cose possono essere fatte e vale la pena farle”.

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