AlpinismoPareti

Piz Badile, il record di Santi Padrós e Dani Ascaso sulla Via degli Inglesi

Una grande ascensione, su una delle pareti-mito delle Alpi. Si può definire solo così la prima salita invernale in libera della Via degli Inglesi sulla Nord-est del Piz Badile, compiuta lo scorso 21 febbraio dagli spagnoli Santi Padrós e Dani Ascaso. Rende ancora più significativo questo exploit il fatto che sia stato compiuto senza bivacco con partenza dal rifugio Gianetti, e arrivo a notte fonda al bivacco Redaelli, a pochi metri dalla cima.

Le gigantesche placche di granito delle pareti Est e Nord-est del Badile, incise da lunghe linee di fessure, formano una delle più impressionanti muraglie rocciose delle Alpi. Si affacciano sulla Val Bregaglia, poco oltre il confine tra Italia e Svizzera, e sulla strada che sale da Chiavenna al Maloja e a Sankt Moritz. I primi a superare la parete, nel 1937, sono Riccardo Cassin, i suoi amici lecchesi Luigi Esposito e Vittorio Ratti e i comaschi Mario Molteni e Giuseppe Valsecchi, che muoiono di sfinimento in discesa. Nei decenni successivi lasciano la loro firma su queste rocce grandi alpinisti come i fratelli Rusconi, Igor Koller e Tarcisio Fazzini. Anche la prima invernale della Cassin, compiuta dal 21 dicembre 1967 al 2 gennaio 1968 da Paolo Armando, Camille Bournissen, Gianni Calcagno, Michel Darbellay, Alessandro Gogna, Daniel Troillet (un team italiano e uno svizzero che iniziano come rivali e si uniscono in una sola squadra) è un’impresa che fa storia.

Qualche mese più tardi, i britannici Mike Kosterlitz e Dick Isherwood aprono una via nettamente più difficile, con tratti in fessura oltre il sesto grado classico. “L’esteticità della linea di salita e il suo valore storico contribuiscono al fascino di questo itinerario, tra i più ambiti della regione” scriveranno anni dopo Gianluca Maspes “Rampikino” e Giuseppe Miotti nella loro guida Masino-Bregaglia-Disgrazia. Alla fine degli anni Sessanta inglesi e scozzesi scalano in libera su difficoltà sconosciute o quasi sulle Alpi, come dimostra anche la celebre fessura Kosterlitz in Valle dell’Orco, in Piemonte. Nel 2016 l’alpinista di Aberdeen riceverà il Premio Nobel per la Fisica, a dimostrazione che il braccio e la mente possono andare di pari passo. Nel 1982, e anche questa notizia fa sensazione, la prima invernale della Via degli Inglesi viene compiuta da due donne, le cecoslovacche Zuzana Hofmannová e Alena Stehlíková. Nel 2008 il lecchese Fabio Valseschini si aggiudica la prima solitaria invernale. Poi le ripetizioni invernali aumentano, grazie a Peter von Känel e Silvan Schüpbach (2022) e, nel gennaio 2023, a Simone Porta e Marcel Schenk (che compiono la prima invernale in giornata) e a Marco Cordin e a Davide Sassudelli. Poi arrivano Santi Padrós, Dani Ascaso e quattro alpinisti italiani.

Santi (diminutivo di Santiago) Padrós, nato a Terrassa alle porte di Barcellona, si è trasferito nel 2006 in Val di Zoldo, nelle Dolomiti venete, dopo essere diventato guida alpina. Per lui, come spiega sul sito di uno dei suoi sponsor, la AKU, l’alpinismo è “un mezzo per stare in montagna, come forma di pensiero e di vita, semplice come un sorriso, da condividere con la mia compagna, con i miei amici e con i miei clienti”. Nello sterminato curriculum di Padrós compaiono scialpinismo, ghiaccio e canyoning nei Pirenei, un lungo soggiorno alpinistico a Yosemite, quattro spedizioni in Nepal con altrettante vie aperte sul Karyolung 6511 metri, sul Kang Nachugo 6735 metri e sulla parete Ovest dell’Ama Dablam. In Patagonia Santi ha all’attivo due vie nuove sul Cerro Adela, in Perù due discese di sci estremo sulla Cordillera Blanca. Arrampica e pratica lo scialpinismo anche in Oman, in Marocco, alla Réunion, in Nuova Zelanda e in Kirghizistan. Nel giugno del 2021, con Diego Toigo, concatena in quattro giorni le cime delle Pale di San Lucano. Sulla Seconda Pala i due aprono la via Sangre y Corazón.

Il racconto di Santi Padrós dell’invernale al Piz Badile esce il 3 marzo sul sito spagnolo desnivel.com. “Pensare di poter salire in libera la Via degli Inglesi del Badile era un sogno esordisce la guida catalana. “I gradi proposti da Marcel Schenk e Simone Porta mi sembrano duri, ma questo inverno mi sento proprio in forma, e parto con tanta voglia. Marco Cordin, invece, mi dice che a lui la via non è sembrata tanto difficile e che ci sono concrete possibilità di superarla in libera”.

Il 20 febbraio, dopo aver “recuperato” Dani Ascaso all’aeroporto di Ginevra, Santi sale al rifugio Gianetti, in Val Masino insieme agli amici romagnoli, Andrea Gamberini e Raffaele Mercuriali. La sera arrivano il veneto Mirco Grasso e il varesino Luca Moroni, diretti allo stesso obiettivo. La partenza dal rifugio è alle 4. Scavalcata la cresta di confine, i sei alpinisti scendono sul versante svizzero fino all’attacco. Sui primi tiri di corda vanno avanti Mirco e Luca, che attrezzano le soste, e nella cordata spagnola arrampica in testa Dani Ascaso. Supera dei passaggi impegnativi e molto vari, comprese delle fessure off-width. Intorno all’una l’elicottero del Soccorso alpino viene a dare un saluto, due ore dopo arriva il primo tiro di M7, e Santi Padrós passa in testa. “Il muro sommitale, visto da lontano, fa molta impressione, però una volta sotto e con tutte le fessure che ci sono, la faccenda sembra un po’ più umana. I tiri sono da sogno!” annota l’alpinista su desnivel.com.

Segue un tiro classificato M8+, nel quale Luca Moroni arrampica per lunghi tratti in A0, usando gli ancoraggi per la progressione ma senza le staffe. Santi ha qualche dubbio, poi parte gasato dalla sosta, supera un tratto di rocce instabili e raggiunge una bella fessura. “Gli appoggi per i piedi non abbondano, così il lavoro dei ramponi è severo e complicato, le scivolate di piedi si succedono, ma la qualità degli agganci permette di resistere e di salire senza soste. Dopo poco più di 35 metri sono in sosta, estenuato ma felice dopo un’arrampicata incredibile” scrive ancora Santi. Su quella sosta i due spagnoli piazzano le lampade frontali sui caschi. Mirco e Luca continuano in un mix di libera e artificiale, ma Santi si sente ancora “super carico”. “Mancano ancora tre tiri di M8 e uno di M7+, è quasi il mio limite per il drytooling in falesia, ma in questo ambiente mi sento al massimo”.

“Continuo in testa sui tiri che mancano, mentre gli altri salgono a tratti con le jumar. Le protezioni sono abbastanza buone, qualche aggancio con le picche è surreale, solo io vedo le scintille dei miei ramponi su questo granito perfetto. Alle dieci di sera ci mancano tre tiri su neve e lastre di ghiaccio inconsistente e con pendenza esagerata” racconta. Quando Santi e Dani escono in cresta è quasi mezzanotte, dietro di loro sono le frontali di Andrea e Raffaele. Poco dopo l’una, dopo un tratto al buio sulla cresta, gli alpinisti arrivano al bivacco Redaelli, a pochi metri della cima, dove Mirco e Luca hanno sciolto la neve, e fanno trovare pronti due litri d’acqua. “Sono state più 21 ore non stop e oltre 23 ore in piedi. Ora crolliamo come angioletti, a sognare l’alpinismo”.

L’ultima riflessione di Santi Padrós è per l’ambiente. “Continuo a pensare al nostro strisciare con picche e ramponi su quelle fessure pure. In estate qui si scala a mani nude, e non condivido al 100% l’idea di salire su questi itinerari in stile drytooling”. “Mi sono divertito tantissimo, in questo stile la via ha una qualità eccezionale, ma ci penserò profondamente prima di ripetere un altro itinerario estivo con picche e ramponi. Se salirlo in drytooling diventa di moda, un itinerario come questo può soffrirne le conseguenze”.

Giovedì 16 marzo alle 21, Santi Padrós racconterà il suo alpinismo su ghiaccio, insieme a Valter Salvadori, nel Circolo Val Cicogna di Castoi (Belluno), nel quadro della rassegna Emozione Montagna 2023. Una serata da non perdere.

Tags

Articoli correlati

Un commento

  1. Che anno !!!
    Due per la prima volta sulla Corti e pure 6 ancora sulla Kosterlitz !!!
    E anche altri qua e là !!!
    Bello andare veloci in picca e ramponi !!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close