News

Altro che sostenibili e low-cost! I Giochi di Milano Cortina 2026 secondo Luigi Casanova

L’Italia della politica ha una gran voglia di Olimpiadi. Dopo il no della giunta guidata da Virginia Raggi alla candidatura di Roma per i Giochi estivi del 2024, intorno ai Giochi invernali di Milano e Cortina 2026 (che interesseranno anche Bormio, Livigno, la Val di Fiemme, Anterselva e Verona) si è coagulata un’intesa bipartisan. La proposta italiana, approvata dal Comitato Olimpico Internazionale nel 2019, è stata appoggiata e finanziata con una serie di leggi e decreti dai due governi di Giuseppe Conte e da quello di Mario Draghi. L’attuale premier Giorgia Meloni ha rassicurato il CONI e il CIO poco dopo aver vinto le elezioni, e ha deliberato nei giorni scorsi nuovi e cospicui stanziamenti.

Intorno al progetto dei Giochi si sono subito trovati d’accordo il sindaco di Milano Giuseppe Sala (centro-sinistra), e il governatore del Veneto Luca Zaia (Lega Nord). Si sono schierati con loro i presidenti delle Province autonome di Trento Maurizio Fugatti, compagno di partito di Zaia, e di Bolzano Arno Kompatscher, della Südtiroler Volkspartei. Spinge da sempre per l’evento il presidente del CONI Giovanni Malagò. Secondo il dossier presentato per la candidatura, i Giochi del 2026 dovrebbero essere i più sostenibili e low-cost di sempre perché il 93% degli impianti è già pronto. Non è andata così, perché i costi sono rapidamente lievitati (e continuano a lievitare), e molte procedure adottate non permettono di intervenire alle associazioni ambientaliste e ai residenti delle zone interessate.

Luigi Casanova, ex-presidente di Mountain Wilderness Italia ed ex-vicepresidente della CIPRA (la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) si occupa da anni di questa vicenda. Nel libro Ombre sulla neve, pubblicato da Altreconomia, ha raccolto una quantità impressionante di dati contro la gestione dei bilanci e dei cantieri. La quarta di copertina del libro è esplicita. “Olimpiadi 2026, facciamo il tifo per gli atleti ma anche per l’ambiente! Un libro che non fa sconti a chi sfrutta i “grandi eventi” per i propri affari e interessi, senza curarsi dei bisogni reali del territorio e di chi lo abita. Un invito a informarsi e ribellarsi, nel nome della montagna”. A riportare in primo piano la questione, negli ultimi giorni, sono stati l’inizio della demolizione della storica pista da bob di Cortina, utilizzata per i Giochi del 1956 e poi abbandonata, e una lunga intervista rilasciata a Repubblica da Andrea Varnier, ad della Fondazione Milano Cortina 2026. Guidano il fronte che guarda con occhio critico ai Giochi le associazioni Italia Nostra e Mountain Wilderness, appoggiate dal WWF e da Legambiente. Una parte delle battaglie ambientaliste sono condivise dal CAI del Veneto e dell’Alto Adige, e dall’Alpenverein. Sorprende e preoccupa la presenza in questo fronte di Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, che denuncia il rischio di infiltrazioni mafiose nei lavori per i Giochi di Milano e Cortina.

Luigi Casanova, com’è nato il suo libro?

Ombre sulla neve è un lavoro collettivo, al quale hanno partecipato molti amici ambientalisti. I dati pubblicati sono stati tutti verificati da me.

In Italia, da sempre, i costi delle opere pubbliche aumentano man mano che i lavori vanno avanti. E’ vero anche per le Olimpiadi del 2026? E a quanto ammonta la differenza?

Purtroppo è proprio così. Martedì scorso Andrea Varnier ha ribadito a Repubblica la cifra di 1,5 miliardi di euro, contenuta nel dossier di candidatura, provenienti per un terzo dallo Stato, per un terzo dagli enti locali e per il resto dagli sponsor.

E invece qual è il costo reale, secondo lei?

Mettendo insieme tutte le spese in progetto, e solo quelle per cui ho la documentazione, il totale è di 4,2 miliardi. Circa 700 milioni serviranno per gli impianti sportivi. Il resto, circa 3,5 miliardi, andrà in opere stradali e ferroviarie e per l’aeroporto di Malpensa.

Mi può citare qualche caso di lievitazione dei prezzi?

Per rifare i trampolini di salto di Predazzo invece di 2 milioni se ne spenderanno 36,5. Per rifare il centro del fondo di Lago di Tesero si è arrivati a 15,5 milioni, per il centro del biathlon di Anterselva, 37,5 milioni invece di 3. Non sono Olimpiadi low-cost!

Una delle questioni più discusse riguarda la pista da bob di Cortina. Nel dossier di candidatura erano previsti 50 milioni di euro.

Sì, ma poi lo stanziamento è salito a 61, e successivamente a 85 milioni. L’ultima cifra citata da Luca Zaia è di 120 milioni. Non so dove li troveranno.

Innsbruck ha offerto la sua pista da bob per i Giochi. Secondo alcuni giornali italiani, la città del Tirolo austriaco ha chiesto un prezzo altissimo.

Non è vero, ho partecipato a un incontro con il sindaco di Innsbruck, la pista è stata offerta gratis.

Oltre a costare molto più del previsto, la pista da bob di Cortina causerà un danno ambientale?

Sì, perché verrà spazzato via un bellissimo bosco di 150 larici secolari.

Negli anni scorsi gli ambientalisti hanno sollevato la questione delle nuove piste da sci di Cortina, che hanno trasformato il paesaggio tra le Cinque Torri e le Tofane. Sono interventi per le Olimpiadi del 2026?

No, quegli interventi erano legati ai Mondiali del 2021.

Esistono altri rischi per il paesaggio dolomitico legati ai Giochi di Milano e Cortina?

Non direttamente, ma sulla scia delle Olimpiadi sono ripartiti tre enormi progetti di collegamenti sciistici. Il primo vorrebbe unire Cortina alla Val Badia attraverso il Passo Falzarego e il Passo di Valparola. Il secondo punta a collegare Cortina con Arabba, ma è stato fermato dal no del Comune di Livinallongo.

E il terzo progetto di collegamento?

E’ il più vasto e rovinoso di tutti, da Cortina ad Alleghe attraverso le Cinque Torri e il Passo Giau, snaturando tra l’altro l’area archeologica di Mondeval e le pendici del Pelmo. Per questo progetto la Regione Veneto ha già stanziato dei fondi. In più, lontano dalle Dolomiti, è stato rilanciato il progetto per collegare Bormio e Livigno. E’ una parte del Piano Gasser, del 2016, che prevedeva di far partire il collegamento addirittura dal Tonale.

Stilare classifiche in questo campo è difficile, ma si può dire quali sono gli interventi più impattanti?

Sono un ambientalista di montagna, mi dispiace per la pista da bob di Cortina, mi dispiace per le strade, ma secondo me gli interventi più gravi sono i nuovi impianti, che stravolgerebbero il paesaggio.

A proposito di strade, quali sono i problemi più seri?

Alcuni progetti sono troppo impattanti, il problema di fondo è che si continua a puntare quasi solo sulle strade e sul trasporto su gomma.

Come sta andando Ombre sulla neve in libreria? Come vanno le presentazioni?

Benissimo. Finora ho fatto una dozzina di presentazioni ufficiali del libro. Gli eventi più importanti, però, sono gli quelli insieme a Libera. Il tour è iniziato il 7 febbraio da Verona, poi siamo andati a Belluno, a Cortina e ad Anterselva, dove c’erano 180 persone. Concluderemo il tour a Milano il 21 marzo, nella manifestazione in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

La proposta di inserire le Dolomiti nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO è partita dagli ambientalisti. Se verranno realizzati i nuovi impianti chiederete di farle uscire dall’elenco?

Gli impianti per le Olimpiadi avranno un effetto contenuto. Se invece verranno realizzati i collegamenti tra Cortina, Alleghe, Arabba e la Val Badia le Dolomiti sarebbero stravolte, e quel riconoscimento non avrebbe più senso.

Tags

Articoli correlati

4 Commenti

  1. I giochi erano stati presi da un governo e il successivo non può più rifiutarli e deve finanziarli.
    Abile direi il capo dello sport.

    Forse noi italiani ormai seguiamo solo le scemate urlate e lampeggianti.

  2. A quanto leggo le principali proteste non sono tanto per i giochi in se’ ma per l’impiantistica di contorno e il suo impatto. Pero’ se la mettiamo su questo punto allora la richiesta equivarrebbe a eliminare completamente i Giochi Olimpici come evento, perche’ pensare che i giochi si possano organizzare senza una pesante struttura di contorno e’ utopia pura

    1. E perchè mai? la struttura di contorno che vorrebbe collegare Livigno e Bormio, ad es. che c’entra con le Olimpiadi? si possono fare benissimo senza
      Inoltre i due capibastone veneto e lombardo non avevano promesso che i costi delle olimpiadi se li sarebbero accollati le due regioni senza pesare sulle tasche di tutti i contribuenti italiani? avrebbero dovuto farli pagare ai soli contribuenti del lombardo-veneto (sic…) con un bell’aumento delle tasse…a già! poi quando vanno a votare…..

  3. se ti aggiudichi una competizione promettendo costi bassi , riutilizzo di strutture esistenti e basso impatto ambientale e poi cambi completamente linea senza gravi motivi non prevedibili (terremoti, guerre nucleari….) dovresti essere sbattuto fuori e pagare pure le spese!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close