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8 consigli per riuscire più facilmente a vedere gli animali in montagna

Come è meglio comportarsi per riuscire a osservare la fauna selvatica? Ecco otto consigli di buone pratiche da seguire (e uno bonus su cosa sia meglio non fare).

Muoviamoci in silenzio

Potrà sembrare scontato, ma per riuscire a fare incontri interessanti in montagna e nei boschi non basta parlare a voce bassa o stare zitti: bisogna anche saper camminare attutendo i passi ed evitando di spezzare rami, far frusciare le foglie o smuovere sassi. Gli animali percepiscono in anticipo la nostra presenza e, se possono, ci evitano. Quindi cerchiamo di muoverci in modo più silenzioso possibile tra gli alberi e la vegetazione in generale.

Scegliamo abiti adatti

Oltre a optare per vestiti comodi e adatti alla temperatura e il luogo in cui ci troviamo, se desideriamo incontrare animali è meglio rinunciare ai colori sgargianti: dobbiamo cercare di mimetizzarci il più possibile con l’ambiente circostante, quindi via libera a tonalità come marrone e verde scuro. Rapaci e altri animali selvatici ci noteranno meno. In natura colori brillanti come rosso, giallo e blu spesso avvertono i predatori che un animale è tossico o pericoloso, quindi vestirsi così potrebbe tenerli a distanza perché ci considerano una potenziale minaccia. Unica eccezione: quando la caccia è aperta meglio avere qualcosa di colorato che ci identifichi rapidamente come umani per evitare di essere scambiati per un esemplare della fauna locale.

Impariamo di più sugli animali che vorremmo osservare

Il nostro asso nella manica è senza dubbio la conoscenza. Quell’animale vive ad alta o bassa quota? In quali stagioni è più facile avvistarlo e in quali aree? Se stiamo per visitare un parco, leggiamo il sito, le guide, i pannelli informativi: ci daranno senz’altro ottime informazioni o addirittura suggeriranno itinerari dove è più probabile riuscire a fare determinati avvistamenti.

Se dopo un incontro non sappiamo di preciso chi abbiamo visto, ci sono diverse applicazioni che ci possono venire in aiuto: iNaturalist, basato sul meccanismo della citizen science, permette di identificare piante e animali (iniziativa congiunta della California Academy of Sciences e della National Geographic Society), Bird net è un’app che permette di registrare il canto degli uccelli per riconoscerli, mentre BirdsEye Bird Finding Guide ci può aiutare a tracciare gli avvistamenti.

Scegliamo la giusta stagione e gli orari migliori

Teniamo conto dell’etologia di chi vogliamo osservare: c’è chi migra o va in letargo, e quindi sarà impossibile da vedere in inverno. Oppure chi magari ha le fasi del corteggiamento in una certa stagione e quindi sarà più facile da vedere o udire – è il caso dei cervi in autunno. In generale il periodo dell’anno ha una forte dipendenza con quali specie e quanti esemplari sarà più semplice osservare. Anche gli orari sono importanti: i momenti migliori sono quelli in cui la natura è meno frequentata da noi umani, e i boschi sono più silenziosi, quindi alba e tramonto. Anche qui, in ogni caso, dipende dalle specie animali che vogliamo osservare e dalle loro abitudini.

Portiamo con noi un binocolo e/o una macchina fotografica

Il binocolo ci permette di osservare gli animali a distanza, senza disturbarli. Le fotocamere digitali – anche quella del cellulare, volendo – pur non essendo nate in maniera specifica per questa ragione, dispongono di uno zoom molto potente, e ci permettono quindi di “avvicinarci” in maniera virtuale, oltre che di immortalare i soggetti e identificarli con più calma in un secondo momento. Rispetto alle reflex, poi, non fanno nessun rumore.

Chiediamo consiglio

Conoscere quali sono le zone più frequentate dai diversi animali è fondamentale per poterli avvistare. Chiedere alle persone del posto è sicuramente utile, così come lo è affidarsi a guide ufficiali. Anche se nei Parchi Nazionali è sicuramente più semplice che altrove avere incontri con la fauna, se ci si muove con qualcuno che abbia familiarità con le abitudini degli animali selvatici locali e ne sappia seguire le tracce aumenterà sicuramente le nostre probabilità di fare un incontro.

Attenzione agli odori!

I mammiferi hanno un ottimo senso dell’olfatto – che invece, per esempio, negli uccelli è molto meno sviluppato -, per cui fare attenzione alla direzione del vento diventa cruciale: se soffia contro la nostra schiena il nostro odore raggiungerà gli animali molto prima di noi, facendoli scappare ben prima che riusciamo a vederli. Per la stessa ragione, meglio evitare anche colonie, profumi e prodotti di bellezza con una spiccata profumazione.

Armiamoci di pazienza

È il consiglio più importante. Se nei documentari sembra facile riuscire ad assistere a scene di caccia come se fossimo a pochi metri, questi sono però il frutto di settimane o mesi di lavoro di guide e teleobiettivi (oltre che di abili montaggi). È normale che nelle prime uscite non si riesca a vedere nessuno – o che ci sembri così. Anche uccelli, rettili, anfibi e insetti sono animali, non solo i grandi mammiferi: iniziare con animali più facili da vedere e riconoscere sarà più gratificante che rimanere sempre insoddisfatti perché non si riesce a vedere un lupo o una lince. Bisogna comunque ricordare che siamo nella natura, non in uno zoo o in un parco faunistico, dove gli animali si trovano in recinti più o meno grandi e sono abituati alla presenza dell’uomo. Anche rimanere fermi a osservare può dare grandi soddisfazioni.

Cosa evitare

Se stiamo camminando insieme al nostro amico a quattro zampe, teniamolo sempre al guinzaglio. Annusando le tracce degli animali selvatici, oltre ad allontanarsi e perdersi, potrebbe avvicinarsi troppo facendo loro sprecare energie e provocando stress.

Evitiamo nella maniera più assoluta di dar da mangiare agli animali: potrebbe trattarsi di alimenti per loro inadatti o addirittura nocivi, in più li abitueremmo a dipendere dall’uomo per il cibo, cosa che in alcune specie può portare in un aumento dell’aggressività con conseguente abbattimento degli esemplari.

Se avvistiamo un animale, soprattutto se raro, evitiamo di pubblicizzare il nostro incontro: non tutte le persone che ricevono l’informazione potrebbero avere buone intenzioni. Quindi, se pubblichiamo una foto dell’avvistamento, rimuoviamo la geolocalizzazione e cerchiamo possibilmente di escludere quei dettagli che renderebbero il luogo facilmente riconoscibile.

Cerchiamo di non avvicinarci troppo: sia per la nostra incolumità, che per quella degli animali, è sempre bene mantenere le distanze. Innanzitutto per non provocare stress o non obbligare alla fuga – a maggior ragione in inverno, quando le condizioni sono più difficili e la fauna deve risparmiare energie -, ma alcune specie potrebbero reagire male se si sentono minacciate. Non cerchiamo mai di accarezzare gli animali: il rischio è che i cuccioli vengano abbandonati dalla madre, oppure che quest’ultima ci carichi per proteggerli.

Non rimaniamo delusi se durante il nostro giro non siamo riusciti a vedere nessuno: gli incontri sono sempre emozionanti, è vero, ma lo è anche la ricerca, oltre al benessere e alla riduzione dello stress che il trekking nella natura riesce sempre a regalare…

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