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Morto Ammon McNeely, Yosemite perde una leggenda dell’arrampicata

Il “pirata di El Capitan”, era stato soprannominato così Ammon McNeely, climber statunitense, autore di innumerevoli salite in velocità, tra cui molte prime salite in giornata su quella che per certo ha rappresentato la sua big wall più amata della Yosemite Valley, affrontata oltre 75 volte per 60 vie diverse. Difficile se non impossibile trovare un altro personaggio che abbia raggiunto un simile traguardo. Una leggenda di Yosemite spentasi all’età di 52 anni a causa di un incidente avvenuto in Utah, lo scorso 18 febbraio, la cui dinamica è ancora in fase di ricostruzione e sembrerebbe non legata a una salita in parete.

Ammon iniziò ad arrampicare nella Valley negli anni Novanta, l’epoca d’oro delle salite in velocità sulle big wall, divenendo fonte di ispirazione per personaggi quali i fratelli Huber, o David Allfrey, compagno di avventura di Alex Honnold nel collezionare 7 vie di El Cap in 7 giorni nell’estate 2014. A condividere con Ammon alcune delle sue epiche salite su El Cap, personaggi del calibro di Dean Potter, Cedar Wright, Chris McNamara e Ivo Ninov, per citarne alcuni.

Tra le prime salite in giornata messe a segno ricordiamo quella di Wall of early morning light, Plastic surgery disaster, Born Under a Bad Sign, Pressure Cooker, Lost world e la lista sarebbe lunga. Tra i record di velocità emblematica è la salita di The Reticent Wall realizzata nel 2006 con Dean Potter e Ivo Ninov in 34 ore e 57 minuti, migliorando di oltre 5 giorni il minor tempo di salita fino ad allora stabilito.

La notizia della sua morte è corsa veloce sui social, colpendo nel profondo gli amici di sempre, che hanno voluto ricordarlo attraverso condivisioni di immagini e pensieri.

“Eri il dito medio alzato, un pirata punk rock”

Toccante il messaggio di Cedar Wright, in grado, come solo lui sa fare, di mescolare malinconia e ironia.

 

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“Vai a quel paese Ammon…è così triste sapere che non sei più da questa parte dell’etere. Onestamente è un miracolo che tu sia arrivato fin qui. Avevi un modo per evitare di poco la morte con una regolarità da orologio.”. Un “bad ass”, così lo ricorda l’amico Cedar, con alle spalle una lista di incidenti e accidenti che avrebbero ucciso la maggior parte degli uomini, ma tu non eri la maggior parte degli uomini. La tua lista di risultati è stata ancora più lunga e la tua lista di amici fedeli che ti hanno amato è la più lunga di tutte. Ora sei fregato, ma rimarrai sempre una leggenda del c**o. Hai vissuto la vita a tutto gas ed eri un fenomeno contagioso a Yosemite. Eri un prolifico scalatore di El Cap, e una forza guida nel cambiare il paradigma di ciò che era possibile per scalare veloci.” Wright ne evidenzia quella che potremmo definire ogni pecca, come l’odio per le autorità, per i ranger, “eri il dito medio in alto, un pirata punk rock”.Un personaggio fuori dal coro che è stato bello conoscere. “Abbiamo scalato El Cap insieme, e tu mi hai dimostrato che ero capace di battere i record! Niente era impossibile ai tuoi occhi. Eri una testa di c**o e un visionario! Eri una delle mie persone preferite. Sei stato uno dei più grandi scalatori di tutti i tempi. Mi manchi ma non ti dimenticherò mai.”

In quanto a incidenti a rischio della vita, come sottolinea Wright, Ammon ne ha collezionati diversi. Non tanto come climber quanto come base jumper. Nel 2013 era sopravvissuto miracolosamente a uno schianto in parete a Moab. E sempre lì, nel 2017, dopo un nuovo schianto, è rimasto in parete 13 ore in attesa di un elicottero che lo portasse in salvo, con una bella lista di fratture da sanare. Tra le varie conseguenze dei suoi incidenti “volanti” va annoverata l’amputazione della gamba destra, sotto al ginocchio.

“Un fratello”, così lo ricorda Ivo Ninov, che dopo 2 giorni di silenzio, per metabolizzare la notizia, ha voluto condividere col mondo dei social il ricordo delle avventure condivise con Ammon, dalle 30 salite su El Cap all’avvio nel base jumping e nello sky dive, “sognando di arrampicare e saltare dalle più grandi scogliere della terra”. L’augurio per il fratello perduto è di navigare ora negli oceani della libertà.

 

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