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Quanti anni ha Yosemite?

Una capacità di 20mila visitatori al giorno, una media di oltre 4 milioni di visitatori l’anno (escludendo i due anni del Coronavirus, ovviamente) e un giro d’affari stimato in quasi 400 milioni di dollari: quello di Yosemite è uno dei parchi naturali più noti degli Stati Uniti, forse secondo solo a Yellowstone quanto ad affluenza e popolarità. Istituito nel 1890 grazie all’iniziativa del naturalista John Muir, il Parco nazionale di Yosemite (nella pronuncia, la i resta i e la seconda e diventa una i) è ovviamente molto più antico. Ma quanto più antico?

Quanti anni ha la valle di Yosemite?

Inizialmente si pensava che la zona dove si trova oggi il Parco si fosse formata circa 50 milioni di anni fa, quando iniziarono a modificarsi le formazioni di granito che ancora sono presenti nell’area. Un’altra ipotesi parlava di 30 milioni di anni fa, che è l’epoca di formazione dei canyon che attraversano la Sierra Nevada. Oppure ancora, che si debba risalire ad appena (per modo di dire) 2-3 milioni di anni fa e che tutto sia legato alla formazione di alcuni ghiacciai. Di recente, i geologi della University of California Berkeley hanno trovato un’altra risposta, utilizzando un’inedita e più precisa tecnica di analisi delle rocce: dai risultati è emerso che la valle di Yosemite si sarebbe formata non oltre 10 milioni di anni fa, e molto probabilmente meno di 5 milioni di anni fa.

Greg Stock, geologo che lavora per il Parco, ha ricordato che “100 milioni di anni fa, la Sierra era un’alta catena montuosa e il granito si stava formando in profondità: era una catena di vulcani che avrebbe potuto assomigliare un po’ alle Ande”. Il punto da capire è “se da quel momento in poi, quelle montagne si siano abbassate a causa dell’erosione o se si siano abbassate un po’ e poi si siano risollevate più di recente”. Cioè appunto circa 5 milioni di anni fa, come hanno dimostrato i ricercatori di Berkeley.

Il segreto è la temperatura

Come hanno spiegato Kurt Cuffey e David Shuster, rispettivamente glaciologo e geochimico dell’UC Berkeley, il merito della scoperta va a un nuovo metodo di effettuare la termocronometria delle rocce, analizzando la distribuzione di alcuni minerali al loro interno. La temperatura aumenta all’aumentare della profondità, dunque capire com’è variata negli anni può aiutare a capire quando una roccia è emersa dal sottosuolo mentre il terreno intorno a essa subiva gli effetti dell’erosione e si abbassava.

Con una curiosa ed efficace analogia, Shuster ha spiegato che “la temperatura della roccia varia in funzione di quello che le accade intorno e di come si abbassa il terreno intorno a essa: è come quando noi ci togliamo di dosso il piumino e quello che sta sotto (il nostro corpo, ndr) diventa progressivamente più freddo”. Questo sarebbe quello che è accaduto nella valle di Yosemite: le analisi delle temperature indicano che la roccia degli altipiani è stata sì vicina alla superficie per circa 50 milioni di anni, ma che invece il substrato roccioso sul fondo del Tenaya Canyon (mappa più sopra) è stato esposto molto più recentemente.

In particolare, dall’andamento storico delle temperature della roccia prelevata alla base dell’Half Dome (insieme con El Capitan, la formazione rocciosa più famosa di Yosemite), emergerebbe che quella zona si trovava oltre un chilometro sotto terra ancora 10 milioni di anni fa, se non addirittura 5 milioni di anni fa.

I geologi ritengono che successivamente, più o meno negli ultimi 2-3 milioni di anni, con il clima della Terra che andava generalmente raffreddandosi, i ghiacciai scesi verso il Tenaya Canyon e il letto di granito abbiano poi scolpito ulteriormente la roccia, scavando e allargando considerevolmente la valle di Yosemite. Che dunque sarebbe decisamente più giovane di quello che pensavamo.

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