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Monte Bianco, sul ghiacciaio dei Bossons si è formato un lago che allarma Chamonix

É lì dal 2018 il lago glaciale formatosi ai piedi del ghiacciaio dei Bossons, sul Monte Bianco, che il prossimo 16 febbraio sarà protagonista di un incontro pubblico promosso dal comune di Chamonix. Uno specchio d’acqua che prima non c’era, comparso a circa 1700 metri di quota, frutto della progressiva fusione del ghiacciaio, che potrebbe dunque accrescersi e collassare, minacciando seriamente la città. Un rischio che, come sottolineato nel comunicato ufficiale del Comune, è da ritenersi al momento “potenziale”. Ma è bene parlarne in anticipo, prendere coscienza collettivamente di cosa sia successo, cosa stia succedendo sul ghiacciaio, come stia evolvendo il lago ed essere dunque pronti in caso di evoluzioni in negativo. Nell’incontro previsto per giovedì 16 febbraio alle ore 19.00 presso l’hotel Majestic di Chamonix, verranno anche descritte le azioni intraprese e le prospettive riguardanti il ​​lago glaciale.

“Il comune di Chamonix-Mont-Blanc, in collaborazione con la Prefettura dell’Alta Savoia (Servizio Interministeriale per la Difesa e la Protezione Civile, Direzione Dipartimentale dei Territori) e avvalendosi della competenza dell’Istituto di Geoscienze Ambientali (IGE), della Montagna Servizio di Ripristino del Terreno (RTM) dell’ONF e dell’SM3A, vi presenteranno durante questo incontro sia un aggiornamento sull’evoluzione del volume d’acqua del lago dal 2018 sia sulla situazione attuale, sulle azioni già intraprese e sulla varie soluzioni preventive previste sulla base delle conclusioni delle perizie”, si legge. 

La scelta da parte del Comune di chiamare a raccolta la comunità per affrontare un “rischio potenziale” è sintomo di lungimiranza. Il destino del ghiacciaio dei Bossons non è roseo, come quello dell’80 – 90% dei ghiacciai delle Alpi francesi che si stima possano scomparire entro il 2100. Ogni anno la massa glaciale arretra di circa 5 metri, in 30 anni si stima abbia perso 1 chilometro. Il ghiaccio in fusione inevitabilmente scorre verso valle, promuovendo l’incremento in volume del lago, che preoccupa soprattutto nelle stagioni estive.

Nell’estate del 2022, che ricorderemo come una delle più calde e siccitose dell’ultimo secolo, per scongiurare alluvioni si è proceduto a un prosciugamento parziale del bacino con mezzi meccanici, scavando dei percorsi di svuotamento. Obiettivo: abbassarne il livello di almeno 2 metri. Secondo gli esperti la dinamica di arretramento del ghiacciaio tenderà a modificarsi nei prossimi anni, sostanzialmente accelerando, con conseguente incremento degli apporti idrici al lago. Come ben detto dal Comune di Chamonix, meglio muoversi di anticipo.

Laghi a rischio GLOFs

In gergo tecnico le esondazioni da “esplosione” di laghi glaciali si dicono GLOFs (Glacial Lake Outburst Flood). Ne abbiamo parlato negli scorsi anni in relazione a grandi laghi formatisi ed esplosi in Himalaya ma, come vi raccontavamo qui, si tratta di fenomeni non esclusivi della catena himalayana, né dell’Asia, che possono verificarsi, e si sono già verificati, anche sulle Alpi.

Un team internazionale di ricercatori, autori di uno studio dir recente pubblicato su Nature Communications (“Glacial lake outburst floods threaten millions globally”) ha elaborato una mappa che identifica su scala globale le aree maggiormente a rischio GLOFs. Dalla mappa risulta che 15 milioni di persone vivono in aree a rischio GLOFs. Le popolazioni più esposte sono quelle che abitano tra le vette dell’Himalaya e del Karakorum, che “in media vivono più vicine ai laghi glaciali con circa 1 milione di persone che vivono entro 10 km da un lago glaciale”. Più della metà della popolazione globalmente esposta ai GLOFs si concentra in 4 Paesi: India, Pakistan, Perù e Cina.

Il team evidenzia, a sostegno della scelta di Chamonix di giocare d’anticipo, che “l’innesco del GLOF è complesso” e stimare quando e come avverrà è molto “difficile da quantificare con precisione senza studi dettagliati e localizzati.”

“I GLOF possono essere altamente distruttivi e possono arrivare con poco preavviso, causando danni significativi a proprietà, infrastrutture e terreni agricoli e provocando ingenti perdite di vite umane”, aggiungono gli esperti, riportando dei dati su cui riflettere, “negli ultimi 70 anni, diverse migliaia di persone sono state uccise dai GLOF nella sola Cordillera Blanca, la maggior parte a causa di un piccolo numero di eventi , mentre solo 393 morti nelle Alpi europee possono essere direttamente collegate a GLOF nel corso gli ultimi 1000 anni. La continua perdita di ghiaccio e l’espansione dei laghi glaciali a causa del cambiamento climatico rappresenta quindi un pericolo naturale di importanza globale che richiede un’attenzione urgente se si vuole ridurre al minimo la futura perdita di vite umane.”

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Un commento

  1. In Perù già da più di 40 anni, dopo una grossa alluvione a Huaraz, delle squadre di operai vanno ogni anno ai laghetti e lavorano per evitarne altre.

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