Ambiente

Non c’è speranza, entro il 2100 perderemo il 50% dei ghiacciai

Metà dei ghiacciai del mondo sono destinati a scomparire entro il 2100. Ed è tardi per intervenire. A delineare uno scenario tragico per le montagne del mondo è una ricerca internazionale i cui risultati sono stati di recente pubblicati su Science. Il titolo del paper “Global glacier change in the 21st century: Every increase in temperature matters” (I cambiamenti dei ghiacciai del mondo nel 21° secolo: ogni aumento di temperatura conta), suona come un invito alla riflessione e all’azione collettiva.

La ricerca ha preso in considerazione i ghiacciai di tutte le terre emerse fatta eccezione per Groenlandia e Antartide, per un totale di circa 200.000 siti. Utilizzando due decenni di dati satellitari, il team internazionale di scienziati, guidato da David. R. Rounce, ricercatore presso la University of Alaska Fairbanks, ha realizzato una serie di modelli previsionali che descrivono quale potrebbe essere il futuro dei ghiacciai del mondo in funzione dell’incremento della temperatura media globale. Lo scenario più “ottimistico” è quello che vede l’impegno collettivo premiato dal contenimento della temperatura del globo entro il limite di +1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi. Lo scenario peggiore è stato elaborato ipotizzando un incremento della temperatura media di 4°C.

Una perdita del 50% nella migliore delle ipotesi

Al crescere della temperatura del Pianeta è logico immaginare che anche la percentuale di ghiacciai destinati a scomparire aumenti, ma di quanto? Secondo lo studio, con un aumento contenuto entro 1,5°C si potrebbe assistere alla perdita del 26% circa delle masse glaciali su scala globale. Percentuale che sale al 41% circa nello scenario più catastrofico dei + 4°C di incremento termico.

In termini di numero di ghiacciai destinati a scomparire, nel primo scenario si prospetta la perdita del 50% circa su scala globale, nel secondo di circa l’83%. La apparente discrepanza tra masse glaciali e numero di ghiacciai deriva dal fatto che nel conteggio dei ghiacciai destinato a scomparire ve ne siano molti di piccole dimensioni, inferiori anche al chilometro quadrato. Da evidenziare che le percentuali siano calcolate tenendo come riferimento le masse glaciali rilevate nel 2015. La fusione delle masse glaciali comporterebbe un aumento dei livelli del mare. In termini numerici, nel primo caso (+1,5°C) si stima un valore di circa 90 millimetri, nel secondo (+4°C) di circa 154.

Allo stato attuale, risulta piuttosto inverosimile che si riesca a contenere l’innalzamento termico entro 1,5°C. Secondo le Nazioni Unite, entro il 2030 la temperatura globale potrebbe salire di ben 2,7°C. Lo scenario ipotizzato nello studio Bounce et al. vede un innalzamento dei mari di circa 115 millimetri e una estesa scomparsa dei ghiacciai alle medie latitudini entro il 2100.

Le conseguenze della fusione dei ghiacciai non saranno certo rappresentate soltanto dall’innalzamento dei mari, ma anche da seri problemi di approvvigionamento idrico e un incremento del rischio connesso a pericoli naturali, quali alluvioni o frane.

Il destino delle Alpi

Cosa ne sarà nel dettaglio dei ghiacciai a noi più vicini, quelli delle Alpi? Purtroppo le Alpi, come anche i Pirenei, catene montuose relativamente basse, saranno le prime a pagare le conseguenze dell’aumento della temperatura media del Pianeta. Si stima che entro il 2050 la maggioranza dei ghiacciai più piccoli possa scomparire (e i più grandi continueranno a perdere massa). Le Alpi del futuro saranno caratterizzate da una profonda alterazione degli ecosistemi cui oggi siamo abituati. Nelle aree liberate dai ghiacci faranno la loro comparsa specie pioniere, e al contempo si assisterà all’estinzione delle specie oggi in salita lungo la cosiddetta stairway to heaven, alla ricerca di nuovi habitat ideali a quote crescenti.

Ogni grado conta

Le opzioni di fronte a simili scenari no due, chiudere gli occhi o impegnarsi in una riflessione collettiva cui gli stessi autori invitano a partecipare: “Le perdite di massa dei ghiacciai in rapido aumento man mano che la temperatura globale aumenta oltre 1,5°C sottolinea l’urgenza di stabilire impegni climatici più ambiziosi per preservare i ghiacciai in queste regioni montuose”

Per quanto il destino di molti ghiacciai sia segnato, che nella migliore delle ipotesi ne perderemo il 50%, ricordiamoci che ogni grado conta. Come sottolineato in occasione della COP27 (Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) dal segretario generale dell’ONU António Guterres, di fronte ai dati forniti dal recente report ONU sul futuro dei ghiacciai presenti all’interno di siti Patrimonio Unesco – 1/3 dei quali ritenuto a rischio scomparsa entro il 2050 – ci troviamo in un momento storico in cui è essenziale fare una scelta: “L’umanità deve scegliere: cooperare o perire. Quindi o è un patto di solidarietà per il clima o un patto di suicidio collettivo. E le due maggiori economie – Stati Uniti e Cina – hanno la responsabilità particolare di unire gli sforzi per trasformare questo patto in realtà”.

Tags

Articoli correlati

2 Commenti

  1. ma state scherzando, al 50% di perdite arriveremo molto ma molto prima. Nel 2100 avremo perso tutto, pure artico e antartico. Il trend e’ accelerato, esponenziale. Spiace per chi ha 20 anni oggi. Io ne ho 60 e da quando ne ho 15 predico invano contro automobili aerei eserciti consumismo e crociere….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close