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Pakistan: ghiacciaio collassa e causa un’onda di piena. Gravi danni

Sabato 7 maggio lo Shishper Glacier, nella regione pakistana del Gilgit-Baltistan, è stato interessato dal collasso di un lago glaciale, un cosiddetto GLOF, Glacial Lake Outburst Flood. Termine che è rimbalzato sui media internazionali in occasione di una tragedia che ha segnato l’Uttarakhand nel febbraio 2020: il collasso del ghiacciaio himalayano del Nanda Devi. Trattasi di un fenomeno strettamente legato all’innalzamento termico, che indebolisce le morene, gli argini naturali dei bacini che nascono in sede glaciale, determinando il rilascio di ingenti quantitativi di acqua in caduta libera dalle vette verso valle. Le acque rilasciate dal GLOF dello Shishper Glacier sono piombate a valle con una portata di 200.000 L/s, causando un’onda di piena che ha travolto un importante collegamento tra Pakistan e Cina: il ponte di Hassanabad, lungo la Karakorum Highway.

La conta dei danni

L’impossibilità di utilizzo dell’Hassanabad bridge, collegamento tra la bassa e l’alta Valle di Hunza, ha determinato la necessità di trovare una via alternativa di passaggio. Il traffico veicolare è stato deviato attraverso i villaggi di Murtazabad e Ganish, ma per i mezzi pesanti è stato impossibile trovare una soluzione. La portata del fiume è diminuita a partire da domenica, portando le autorità a programmare la costruzione di un nuovo ponte in tempi rapidi. Entro un mese, secondo quanto dichiarato dalla National Highway Authority (NHA), sarà allestito un ponte provvisorio. Entro 6-8 mesi si spera di poter ammirare una nuova costruzione definitiva.

La conta dei danni intanto è ancora incerta. Fortunatamente sembrano non esserci vittime. Oltre al ponte, sarebbero state distrutte molte tubazioni per il trasporto di acqua a scopo potabile e irriguo nella zona, due impianti di produzione energetica di Hassanabad e un tempio “Jamaat Khana”. 4 le case sommerse, oltre 20 quelle evacuate per precauzione. Come dichiarato dalle autorità, abitanti e turisti sono stati assistiti fin dai primi momenti di emergenza, fornendo loro viveri e carburante e ospitalità, con il supporto delle strutture residenziali.

Colpa di una ondata di calore?

I GLOFs sono favoriti dall’innalzamento termico, si diceva in apertura. Come riportato dalla senatrice Sherry Rehman, Ministro Federale per il cambiamento climatico del Pakistan, la causa del disastro sarebbe da ricercarsi nell’indebolimento delle strutture glaciali già fragili, causato dalla recente ondata di calore che ha interessato la valle. Il Dr Sher Mohammad, specialista in Remote Sensing presso l’International Centre for Integrated Mountain Development, stando ai dati rilevati da satellite, ha dichiarato che il lago glaciale collassato abbia visto di recente un incremento in dimensioni del 15% rispetto agli ultimi 3 anni, probabilmente a causa di un anticipato scioglimento dei ghiacciai nella zona settentrionale del Pakistan, favorito dall’ondata di caldo delle scorse settimane.

Spostando l’attenzione da una dimensione meteorologica a una climatica, risulta chiaro che il caso dello Shishper Glacier non possa considerarsi isolato. C’è da attendersi che GLOFs si verifichino in un breve futuro con sempre maggiore frequenza, non solo in Pakistan, e non solo lungo la catena himalayana, a causa dell’aumento in frequenza delle anomalie termiche – ondate di calore – , ma più in generale del continuo innalzamento della temperatura media del pianeta. Con riferimento specifico alla zona del subcontinente indiano, il meteorologo scozzese Scott Duncan ha diffuso in un Tweet una cifra allarmante: nel prossimo futuro la zona presenterà picchi termici di 50°C. “Sfortunatamente il peggio deve ancora venire”, le drammatiche parole del meteorologo.

Un futuro già scritto

Risulta chiaro che l’unica soluzione al problema resti la prevenzione. Leggasi: monitoraggio. Allo scopo di informare per tempo le autorità dei rischi delle valli e consentire di mettere in atto dei piani di intervento. Essenziale per il Governo, come evidenziato negli ultimi giorni, è che la popolazione non si senta abbandonata di fronte all’avanzare del cambiamento climatico e all’aumento in frequenza dei collassi glaciali.

Lo Shishper Glacier è monitorato da tempo e si può dire che gli esperti abbiano assistito alla nascita del lago glaciale incriminato. Nel 2018 il ghiacciaio è stato oggetto di un “surging”, una accelerazione nel suo fisiologico scivolamento, che ha causato lo sbarramento di un corso d’acqua originato dalle acque di scioglimento del limitrofo Muchuhur Glacier, che andava ad alimentare l’Hunza ad Hassanabad. Si è così formata una diga di ghiaccio che ha favorito la formazione di un lago artificiale, caratterizzato da accumulo invernale delle acque e rilascio estivo. Il GLOF di sabato ha rappresentato di fatto un fenomeno improvviso e fuori stagione, preannunciato dall’incremento delle dimensioni del lago, evidenziato da satellite. Per certi versi, un disastro annunciato.

Il Ministro per gli Esteri del Pakistan Bilawal Bhutto-Zardari ha tenuto a sottolineare l’impegno delle autorità nel garantire la sicurezza della popolazione e la fruibilità delle strade in caso del ripetersi di emergenze simili. In particolare, è la regione del Gilgit-Baltistan quella più a rischio GLOF, in quanto zona in cui si concentrano i maggiori ghiacciai pakistani. Il Ministro ha aggiunto che la problematica è sì pakistana, ma che la lotta al cambiamento climatico si possa condurre in maniera efficace soltanto con un impegno internazionale. Per ragionare in maniera collegiale sul da farsi, per proteggere i ghiacciai e prevenire gli effetti del cambiamento climatico, il Governo ha intenzione di organizzare quanto prima una conferenza internazionale di esperti.

Il video del crollo del ponte

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