In questo inverno, alle nostre latitudini alquanto capriccioso, sono tanti gli alpinisti che hanno scelto di cambiare emisfero e cimentarsi in avventure estive patagoniche. Ma c’è anche chi sceglie di vivere l’inverno nelle sue condizioni più estreme, restando nell’emisfero boreale e spingendosi all’estremo Nord. Accanto a Jost Kobusch intenzionato a tentare di salire in solitaria il Denali, la vetta più alta degli USA, in Alaska, troviamo i polacchi Marcin Tomaszewski e Paweł Hałdaś, partiti il 6 febbraio alla volta della Groenlandia.
La spedizione, ribattezzata “First inter big wall expedition” ha come obiettivo l’apertura di una nuova via su una parete vergine. Quale parete è una domanda che troverà risposta una volta giunti sul posto. Secondo le informazioni raccolte dai due, nessuno prima d’ora si è cimentato in una simile impresa. Potrebbero dunque forgiarsi del titolo di pionieri dell’alpinismo invernale in Groenlandia.
“Sarà un viaggio nell’ignoto – premette Tomazewski in una intervista rilasciata prima della partenza alla redazione di Taternik – . Avremo solo cinque ore di luce durante il giorno. Dobbiamo pianificare la salita in modo tale da coprire quanto più terreno roccioso possibile in giornata e poi passare le ore successive nel portaledge appesi in parete.”
Una bella sfida che, come evidenzia il polacco, ha reso necessaria lavorare accuratamente in termini di logistica, dalla selezione del cibo e dell’attrezzatura alla definizione di tattiche di arrampicata.
Sarebbero in particolare due le aree su cui focalizzeranno l’attenzione una volta arrivati oltre il Circolo Polare Artico: l’isola di Agpat, su cui già è entrato in azione nell’estate 2017 aprendo una nuova via con Konrad Ociepka e Wojtek Malawski e che ancora conserva diverse pareti vergini. “Ci sono 7 pareti, ciascuna alta circa 900 metri – spiega Tomazewski – e fino al nostro arrivo erano tutte vergini”. E poi l’isola di Storoen, “una scogliera molto interessante e alta sulla quale per quanto ne sappiamo, nessuno è ancora salito”.
Lo Yeti, questo il soprannome con cui è noto l’introverso Tomaszewski, ha dimostrato nel corso della sua carriera alpinistica di amare l’inverno, aprendo vie nel cuore della stagione più fredda dell’anno sull’isola di Baffin, in Norvegia e lo scorso anno in Pakistan, sull’Uli Biaho.
In Groenlandia finora è stato operativo solo in estate. Nel 2000 si è reso protagonista di quella che è stata la prima spedizione alpinistica polacca in Groenlandia, insieme a Jacek Fluder, Janusz Gołąb e Stanisław Piecuch. Spedizione estiva in cui il quartetto si è cimentato in ripetizioni e aperture di nuove vie. Vi è poi tornato nella sopracitata spedizione del 2017 e poi nel 2020, quando ha cercato di salire in solitaria una nuova via sulla Sandersons Hope, vetta di 1042 metri sull’isola di Qaarsorsuaq.
Come dichiarato a Explorers Web, si tratterà di una prima volta, non solo in termini di obiettivo, ma anche di gioco di squadra. Marcin e Paweł non hanno mai condiviso insieme una spedizione prima d’ora, “sarà sicuramente una spedizione nella spedizione per entrambi.”