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Larcher, Harrington e Vanhee alla volta delle Torri del Paine. Obiettivo: “Riders on the storm”

“Sono felice di annunciare che tornerò alle Torri Del Paine per salire di nuovo sulla parete est della Torre Centrale! Questa volta non con Nico e Sean ma con un altro fantastico team: Brette Harrington e Jacopo Larcher. Riuscite a indovinare quale percorso proveremo?”. È con questo breve post, accompagnato da alcuni scatti patagonici che “El Vikingo” belga Siebe Vanhee ha annunciato il prossimo avvio di una nuova avventura nell’emisfero australe in compagnia della climber americana Brette Harrington e del nostro Jacopo Larcher.

Il foto-indovinello ha suscitato curiosità, e non è mancato chi abbia fantasiosamente e ironicamente proposto una andata e ritorno della Moonwalk traverse, nome coniato da Sean Villanueva O’Driscoll per la sua traversata in solitaria del Fitz Roy realizzata nell’estate 2020-2021. Ma la risposta è un’altra e risulta ben chiara dalle immagini: Riders on the Storm, una delle vie più famose delle Torri del Paine, un gioiello che ancora attende una salita completa in libera. Obiettivo che, come sottolinea Vanhee, verrà confermato se le condizioni risulteranno abbastanza buone e sicure.

 

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Riders on the storm in attesa della prima libera

Riders on the Storm (1300 m, 7c+) corre lungo la parete est della Torre Centrale del Paine, la cui prima salita fu messa a segno nel 1963 da Chris Bonington e Don Whillans, passando lungo lo Spigolo Nord. Ad oggi sono almeno una decina le vie che attraversano i 2460 metri di parete granitica.

La prima salita della via fu realizzata nel 1991 da Wolfgang Gullich, Kurt Albert, Bernd Arnold, Norbert Batz e Peter Dittrich. Furono necessari 15 giorni in 6 settimane per completare l’impresa. Il merito di aver scelto come nome della via il titolo di una celebre canzone dei Doors va a Gullich. Si tratta della terza via aperta sulla parete, dopo la Via dei Sudafricani (1974) – protagonista di una salita in libera nelle scorse settimane, realizzata da Imanol Amundarian, Cedar Christensen e Tyler Karow – e Magico est (1986). Poche le ripetizioni finora effettuate. Due nel 2002, a firma di David Stastny e Jan Kreisinger la prima, di Arnaud Boudet, Martial Dumas, Jean Yves Fredericksen e Yann Mimet la seconda. E una nel 2006 realizzata da Nico e Olivier Favresse, Sean Villanueva e Mike Macomte, team che ne ha tentato una salita in libera.

Proposito che si è rivelato ostile, come confermato dal successivo tentativo realizzato nel 2016 da Ines Papert e Mayan Smith-Gobat accompagnate dal fotografo Thomas Send, protagoniste della quinta salita nota della via. Ostacolate dal maltempo non sono riuscite a completare il progetto di liberare tutti i tiri ma la loro salita ha rappresentato la prima femminile. L’anno successivo Mayan Smith-Gobat è ritornata in parete con il medesimo proposito insieme a Brette Harrington, ma il meteo ha ostacolato di nuovo i piani. Chissà che l’intento del trio italo-belga-americano non sia proprio di portare a termine la prima salita in libera della via.

Di seguito il video racconto del precedente tentativo di Brette Harrington.

 

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