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Da El Chalten a Ushuaia in handbike, la nuova avventura di Lola Delnevo

Mille e cinquecento chilometri in handbike e probabilmente anche di più, perché “già che saremo lì cercheremo di fare tutte le deviazioni possibili per poter vedere da vicino le “mie” montagnone“. Così la bergamasca Eleonora “Lola” Delnevo presenta la nuova avventura che la vedrà protagonista nel prossimo mese di gennaio assieme all’amica lecchese Stefania “Steppo” Valsecchi: un viaggio infinito da El Chalten a Ushuaia, sulle strade della Patagonia e della Terra del Fuoco.

Lola è da sempre una grande amante della montagna, dell’alpinismo e degli sport outdoor, tanto che neppure l’incidente in cascata che nel 2015 l’ha privata dell’uso delle gambe ha potuto fermare la sua passione. Dopo di allora ha continuato ad inseguire i suoi sogni fra le montagne di casa, dove è tornata a praticare lo sci, anche fuori pista, e persino fra le pareti della Yosemite Valley: nel 2018, assieme ad un affiatato gruppo di amici ha salito (grazie ad un ingegnoso sistema di corde e carrucole) la mitica via Zodiac su El Capitan. Una determinazione e un coraggio che, nel 2018, le sono valse l’ammissione, come socia onoraria, al gruppo alpinistico dei Ragni di Lecco.

Più di recente ha cominciato anche a praticare la handbike fuoristrada: “È un’attività meravigliosa. Basta salire in sella e staccarsi un po’ dal fondo valle per respirare aria buona e lasciarsi alle spalle i problemi del quotidiano. La handbike che ho acquistato funziona davvero bene: con un po’ di esperienza e allenamento si possono affrontare anche sterrate con tratti ripidi e, quando il terreno è troppo sconnesso, invece che scendere per portare la bici a mano, ho la scusa per farmi spingere da qualcun altro!”.

L’idea del viaggio in Patagonia è nata proprio durante una di queste gite: “L’allenamento c’era, i buoni compagni anche, quindi perché non pensare a una vacanza di quelle memorabili, alla scoperta di quella terra che rappresenta il sogno di tutti gli amanti del viaggio e dell’avventura? Inizialmente eravamo in cinque a dover partire, ma, per vari problemi e impegni personali, alla fine siamo rimasti solo io e Stefania. Abbiamo scelto comunque di andare da sole e in completa autonomia, io con la mia handbike e lei con una  bici gravel, senza una guida e senza un auto di accompagnamento, proprio per avere la libertà di modificare i programmi sul momento, in base a come ci sentiremo, senza stress o tabelle di marcia da rispettare. Unico vincolo sarà quello di raggiungere ogni due o tre giorni un paese, un’estancia o un posto di polizia dove poter ricaricare le batterie della bici e fare rifornimento di acqua”.

Questa libertà ovviamente impone un prezzo da pagare in termini di attrezzature e pesi da portarsi appresso: “Viaggeremo con al seguito tenda, sacco a pelo e tutto il necessario per campeggiare all’aperto, nel caso in cui durante qualche tappa non dovessimo fare in tempo a raggiungere un posto abitato. Facendo due calcoli avremo un carico di 20/25 chili a testa. Già solo le batterie di riserva della mia handbike assistita fanno 6 chili, in più avrò con me anche la carrozzina e un paio di borsoni… eh sì, sarà una bella fatica, ma siamo preparate e molto motivate”.

A grandi linee l’itinerario è comunque già definito: “Partiremo il 26 dicembre e atterreremo a Rio Gallegos, dove potrò recuperare la handbike che ho dovuto spedire con un cargo per via delle batterie per la pedalata assistita, che non possono essere caricate nella stiva di un normale volo passeggeri. Da lì ci trasferiremo in auto a El Calafate e poi a El Chalten, dove finalmente potremo ammirare le mitiche vette del Fitz Roy e del Cerro Torre e da dove comincerà veramente il nostro viaggio in bici. Seguiremo la direttrice della Ruta 40, cercando però il più possibile di evitare la strada principale. Abbiamo studiato un percorso lungo le strade sterrate secondarie, anche per stare alla larga dai camion, dai quali tutti ci hanno messo in guardia”.

Prima di puntare dritte verso sud Lola e Stefania hanno programmato una lunga deviazione in direzione ovest, per raggiungere Puerto Natales, sulla costa cilena e il meraviglioso parco naturale delle Torri del Paine: “Non capita tutti i giorni di andare da quelle parti e non volevamo perdere l’occasione di vedere anche queste guglie, dove sono state scritte alcune delle più belle pagine dell’alpinismo patagonico”. Poi di nuovo a sud, verso Punta Arenas e, dopo la traversata in traghetto dello Stretto di Magellano, attraverso la Terra del Fuoco, fino a Ushuaia, la città più a sud del mondo.

Sarà di sicuro una grande avventura – commenta ancora Lola – e l’idea, oltre che a noi, è piaciuta anche agli amici di Elle-Erre, l’azienda di Alzano Lombardo specializzata nella produzione di attrezzature sportive, che ha assegnato al nostro progetto il premio Adventure Challenge 2022. Però non mi piace pensare a questa cosa nei termini di “un’impresa”, tanto che non so neppure se qualcun altro abbia già percorso l’itinerario con la handbike e sinceramente non ho speso più di tanto tempo per verificarlo. L’obiettivo è piuttosto quello di assaporare fino in fondo questa esperienza e di viverla nel modo che più ci piace: in piena libertà, in un confronto leale con la natura, nei limiti delle nostre capacità e delle nostre forze. Staremo via un mese intero e non abbiamo fissato una rigida tabella di marcia. Un po’ per avere la possibilità di fermarci nei posti che più ci piacciono, un po’ perché sappiamo che alla fine sarà la Patagonia, con il suo meteo imprevedibile e con il suo famigerato vento, a dettare le regole del gioco e a stabilite tempi, ritmi ed esiti del viaggio”.

Come si dice da quelle parti: suerte!

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