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Dal Parlamento Europeo proposta per ridurre la protezione del lupo. WWF: “Passo pericoloso”

La crescente presenza del lupo sul territorio nazionale rappresenta un “problema” da affrontare con raziocinio, nel rispetto di quello che è lo status di protezione della specie. A livello italiano, il lupo è infatti inserito nella cosiddetta Lista Rossa redatta dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) come specie “vulnerabile”, per quanto riguarda la popolazione appenninica, come “in pericolo” (endangered) per quanto concerne la popolazione alpina. Anche a livello europeo il lupo è riconosciuto come specie da difendere, secondo la Convenzione di Berna (Convenzione sulla Conservazione della vita selvatica e degli Habitat in Europa), firmata a Berna il 19 settembre 1979 e ratificata dall’Italia con la legge 5 agosto 1981, n. 503. Lo si ritrova inserito in particolare nell’Allegato II, tra le specie “rigorosamente protette”, di cui è proibita la cattura, l’uccisione, la detenzione e il commercio. Ma le cose potrebbero cambiare. Di recente, lo scorso 24 novembre, il Parlamento Europeo ha adottato una proposta di risoluzione congiunta che chiede il declassamento dello status di protezione dei lupi ai sensi della Convenzione di Berna, passando da “specie rigorosamente protetta” a “specie protetta“.

Una risoluzione che, come ha tenuto a sottolineare il WWF Italia, “non ha effetti immediati, ma è un primo pericoloso passo verso una gestione cruenta del conflitto tra lupo (e altri grandi carnivori) e attività umane, e va contro le evidenze scientifiche, che sottolineano come prelievi e abbattimenti non rappresentano una strategia efficace per diminuire le predazioni sul bestiame domestico, né per mitigare il conflitto o migliorare l’accettazione sociale dell’opinione pubblica.”

WWF: “Le soluzioni per mitigare il conflitto uomo-lupo esistono”

“La ripresa delle popolazioni di lupo in Italia e in altri Paesi europei è un grande successo delle politiche di conservazione – prosegue il WWF in un lungo comunicato diffuso all’indomani della decisione del Parlamento – , ma nonostante il recupero numerico e l’espansione spaziale del lupo negli ultimi decenni, in molti Paesi europei le popolazioni continuano a essere minacciate da diversi fattori, nella maggioranza dei casi derivanti dall’uomo: bracconaggio, mortalità accidentale provocata da strade e altre infrastrutture, ibridazione per la cattiva gestione dei cani padronali sono alcuni dei fattori che ancora oggi mettono a repentaglio il raggiungimento e/o il mantenimento di un buono status di conservazione della specie.”

“Numerosi studi – prosegue l’associazione animalista – dimostrano invece come le soluzioni per mitigare i conflitti esistano (cani da guardiania, recinzioni e ricoveri notturni in primis), e per favorire la coesistenza tra uomo e grandi carnivori occorra lavorare su prevenzione e diffusione di corrette informazioni. L’espansione del lupo in nuovi contesti ci pone davanti nuove sfide, ma la coesistenza, anche in contesti che non vedevano la presenza del lupo da decenni, è davvero possibile. E’ necessario quindi che la politica adotti misure idonee a promuovere la convivenza e la tutela della biodiversità piuttosto che fare proprie pressioni provenienti da settori come quello venatorio che puntano, in maniera evidentemente strumentale, a criminalizzare i grandi carnivori ritenuti dei diretti concorrenti alimentando forme di odio e intolleranza. Questo approccio rende ancor più difficile contrastare fenomeni criminali ancora molto diffusi. Non è infatti rendendo legali o tollerabili condotte chiaramente dannose e per questo illecite, che si sconfiggono i crimini di natura.”

“Il voto di ieri – conclude il WWF – è l’ultimo di una serie di tentativi compiuti in questi anni per ridurre lo status di protezione legale per i grandi carnivori, in particolare per il lupo. Adottando questa risoluzione, gli eurodeputati scelgono soluzioni che vanno non solo contro il lupo e la biodiversità, ma anche contro gli allevatori stessi. Il lupo viene identificato come causa primaria della crisi del settore zootecnico, colpito invece da problemi socio-economici ben più importanti (crollo del prezzo del latte e competizione con mercati stranieri in primis) di cui il Parlamento Europeo dovrebbe farsi carico. L’approvazione di questa risoluzione e il possibile declassamento dello stato di protezione del lupo minano dunque nelle fondamenta il successo faticosamente raggiunto, ed è pericolosa perché diffonde soluzioni semplicistiche e inefficaci, invece di concentrare attenzioni e investimenti nella strada della coesistenza.”

LAV: “Una richiesta che mette a rischio la vita di migliaia di lupi”

Duro anche il commento della LAV (Lega Anti Vivisezione) che evidenzia in un comunicato come il documento originario alla base della risoluzione adottata dal Parlamento europeo, “approvato a maggioranza con 306 voti a favore, 225 contrari e 25 astenuti” sia stato integrato nel corso del dibattito parlamentare “con gravissimi emendamenti che chiedono di declassare lo stato di conservazione dei Lupi ai sensi della Convenzione di Berna, favorendo allo stesso tempo una maggiore applicazione delle deroghe alla protezione, già oggi previste nella stessa Direttiva Habitat.”

“Dal punto di vista politico si tratta di una vittoria dei deputati conservatori rappresentati dal Partito Popolare europeo, dai Conservatori e Riformisti europei, del gruppo Identità e democrazia e di numerosi deputati del gruppo liberale Renew Europe, quindi di eurodeputati italiani di Forza Italia, SVP, Fratelli d’Italia, Lega e Azione-Italia Viva”, commenta la LAV.

L’associazione tiene a precisare che approvando tale risoluzione il Parlamento Europeo stia chiedendo alla Commissione europea di “sviluppare senza indugio una procedura di valutazione che consenta di modificare lo stato di protezione delle popolazioni in determinate regioni non appena è stato raggiunto lo stato di conservazione desiderato.”

Non si fa richiesta esplicita di “declassare lo status di protezione dei lupi da protezione rigorosa a protezione, ricollocando la specie dall’allegato IV all’allegato V della Direttiva Habitat, ma si tratta comunque di una richiesta gravissima che mette a forte rischio la vita di migliaia di lupi”.

“Cacciatori e allevatori, legati dalla loro crociata anti-lupo, cantano vittoria – prosegue la LAV – . Per i cacciatori significa togliersi di torno un animale che compete con il loro sanguinario passatempo. Il lupo, infatti, con la sua naturale attività predatoria consente di mantenere un habitat sano e perfettamente in equilibrio, cosa che i cacciatori hanno sempre provato a intestarsi nel goffo tentativo di rendere più tollerabile la loro attività, avversata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, giungendo ad inventarsi la favola del cacciatore-ambientalista, oggi definitivamente smascherata. Per gli allevatori, da sempre fortemente contrari all’adozione dei sistemi di prevenzione delle predazioni e in questo supportati dalle loro associazioni di categoria, significa continuare a sfruttare milioni di animali per il loro latte e la loro carne, destinandoli in ogni caso a un macello.”

Lassociazione conclude il suo intervento citando uno studio di recente pubblicazione da parte dell’ISPRA, “Stima dell’impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia. Analisi del periodo 2015 – 2019”, secondo il quale “sono solo una minoranza gli allevamenti a livello nazionale che lamentano la maggior parte delle predazioni, risultando quindi i primi sui quali avviare un’azione di verifica e ai quali chiedere eventualmente conto della mancata attivazione degli strumenti di prevenzione.”

Convenzione di Berna, respinta la richiesta di declassamento della Svizzera

La posizione del Comitato permanente della Convenzione di Berna risulta però non in linea con il Parlamento Europeo. Nella giornata di ieri, in cui si è svolta una riunione dei membri a Strasburgo, è stata respinta la richiesta avanzata dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di declassare il lupo da specie “rigorosamente protetta” a “protetta”. La proposta è stata accolta con soli 6 voti favorevoli su 30.

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2 Commenti

  1. Perché non vi informate prima di ripetere luoghi comuni? La LCIE ha redatto un rapporto in vista della riunione della Commissione permanente della Convenzione di Berna. Il rapporto che è la fonte più aggiornata sullo status di conservazione del lupo conclude che nella scala IUCN, in Europa, il lupo è al livello più basso possibile di rischio di estinzione. Poi se volete lisciare il pelo ai vostri lettori ideologizzatio in senso mainstream fate pure.

    1. dato che il rischio di cui parla l’articolo sono le proposte di risoluzione europee, effettivamente presentate, e dato che la Commissione di Berna mi risulta abbia bocciato queste proposte di declassamento, onestamente non capisco il suo commento…
      in Germania si lamentano poiché “livestock farming is already under serious threat”…per colpa del lupo?!? ma sono seri? Mi ricordano le pericolose aggressioni degli orsi in Trentino e quella gran testa di Fugatti…fortunatamente andando avanti di questo passo si estinguerà prima l’essere umano del lupo!

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